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Un festival per dare la parola a chi non ce l’ha

Il direttore del festival Leo Kaneman presenta il nuovo programma Keystone

Fino al 17 marzo si tiene a Ginevra il 5° Festival del film e forum internazionale sui diritti umani (FIFDH), a margine della quarta sessione del Consiglio dei diritti dell'uomo.

Fra i problemi che il festival intende denunciare vi sono per esempio le violenze contro le donne e il dramma dei migranti in Svizzera e nel mondo.

All’inizio di febbraio le autorità algerine hanno impedito che si tenesse un colloquio internazionale sulle sparizioni forzate. E questo nonostante l’Algeria conti migliaia di persone scomparse in seguito alla guerra civile degli anni ’90.

Venerdì il festival ginevrino permetterà di rimediare all’atto di censura, dando la parola a Nassera Dutour, presidente del Collettivo delle famiglie di persone scomparse in Algeria. L’incontro avverrà nell’ambito di una serata organizzata dalla Federazione internazionale dei diritti dell’uomo e dall’Organizzazione mondiale contro la tortura.

Il senso del festival sta proprio in questo, nel dare la parola a chi è messo a tacere dai regimi autoritari, alle vittime della tortura o dell’esclusione, sia di natura politica che sociale o culturale.

Quest’anno il FIFDH renderà così omaggio anche alla memoria della giornalista russa Anna Politkovskaia, assassinata lo scorso ottobre, all’interno di una serata dedicata agli assassini di giornalisti in Russia e all’erosione delle libertà civili nel paese di Vladimir Putin.

Giornata delle donne

Altro momento forte del festival, realizzato con la collaborazione di Amnesty International, è la giornata dell’8 marzo, dedicata alla violenza contro le donne. Saranno presenti l’attuale presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey, l’ex consigliera federale Ruth Dreifuss e Luis Alfonso Alba, presidente del Consiglio dei diritti dell’uomo.

Durante il festival si parlerà anche della guerra al terrorismo e delle limitazioni dei diritti civili negli Stati Uniti, del genocidio che grava sulla regione sudanese del Darfur, del controllo di internet, delle misure legislative contro il negazionismo e del dramma dei giapponesi rapiti dalla Corea del Nord.

Neppure la Svizzera è risparmiata: il 12 marzo sarà proiettato il film “Swiss Sans Papier”, un reportage di Andreas Hoessli tra i circa 90’000 clandestini che vi lavorano. Il tema sarà ripreso e affrontato in prospettiva più ampia durante un dibattito organizzato dal quotidiano francese Libération.

Sempre più visitatori

Il festival si tiene in margine della quarta sessione del Consiglio dei diritti dell’uomo e permette ai difensori dei diritti umani di far sentire la loro voce. Viste le incertezze sul loro ruolo nel nuovo organo dell’ONU, la manifestazione assume un’importanza del tutto particolare.

Ma non è questa la sola virtù del FIFDH. La sua popolarità, che cresce di anno in anno, dimostra che i diritti dell’uomo possono mobilitare le masse. “Anno dopo anno la partecipazione del pubblico cresce”, si rallegra anche Daniel Bolomey, segretario generale di Amnesty international Svizzera.

swissinfo, Frédéric Burnand, Ginevra
(traduzione dal francese e adattamento: Andrea Tognina)

Il 5° Festival del film e forum internazionale sui diritti umani si tiene dall’8 marzo al 17 marzo nella casa delle arti Grütli a Ginevra.

La serata di chiusura sarà dedicata alla libertà d’espressione con un’esposizione di sette caricaturisti di vari continenti e un dibattito.

26 film partecipano al concorso del festival. La giuria internazionale è composta dalla cantante franco-marocchina Sapho, dal pianista argentino Miguel Angel Estrella e dal cineasta egiziano Marwan Hamed.

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