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Un’iniziativa per un giro di boa nella politica sul clima

Un quarto del consumo energetico in Svizzera è dovuto all riscaldamento a nafta swissinfo.ch

Ambientalisti, Verdi e socialisti lanciano un'iniziativa ambiziosa in ambito climatico. Le emissioni di gas a effetto serra vanno ridotte di quasi un terzo.

Gli iniziativisti ritengono che per raggiungere tale obiettivo occorre una migliore efficienza nello sfruttamento delle risorse e nel ricorso alle energie rinnovabili.

Venerdì I 27 Stati dell’Unione europea (Ue) avevano deciso di ridurre i livelli delle emissioni di gas responsabili dell’effetto serra di almeno un quinto entro il 2020 e rispetto ai valori registrati nel 1990.

In Svizzera i Verdi e i loro alleati hanno optato per una riduzione ancora più marcata di questi gas nocivi. Lunedì hanno infatti lanciato un’iniziativa popolare nella quale se ne chiede la riduzione di almeno il 30%.

La parola al popolo

La Svizzera, malgrado la ratifica del protocollo di Kyoto e la legge sul CO2, è riuscita finora soltanto a stabilizzare le proprie emissioni inquinanti, ma non contribuisce a risolvere il problema del riscaldamento del pianeta.

Allo scopo di evitare conseguenze devastanti sull’ambiente è quindi necessario che il paese agisca attivamente per sbloccare la situazione, modificando in modo sensibile la propria politica sul clima. In particolare, si legge in un comunicato diffuso da WWF Svizzera, occorre favorire le energie rinnovabili e sfruttare in modo più efficiente le risorse disponibili.

I promotori hanno spiegato che i provvedimenti a favore del clima sono tutti falliti a causa dei partiti di centro-destra. “Manca la volontà politica di decidere passi concreti”, ha detto in un incontro con i giornalisti la presidente dei Verdi, Ruth Genner. È quindi giunto il momento che su questo tema si esprima direttamente il popolo.

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Obiettivi precisi

Thomas Vellacott, esponente del WWF, ha sottolineato l’importanza di prefiggersi obiettivi precisi: “Nella politica ambientale è difficile imboccare la giusta via se non si fissa prima il traguardo da raggiungere”.

Le finalità dell’iniziativa, ricorda, sono addirittura più ambiziose di quelle che si è data l’Unione europea. “Ma ciò non è un problema”, gli fa eco il direttore del WWF, Hans-Peter Fricker, “poiché le rivendicazioni sono realistiche e supportate da studi scientifici”.

Le centrali nucleari, ha dal canto suo aggiunto il direttore di Greenpeace Svizzera Kaspar Schuler, non costituiscono una soluzione al problema del CO2. La soluzione, secondo la consigliera nazionale socialista Ursula Wyss, sta nell’efficienza dello sfruttamento delle risorse e nel ricorso alle energie rinnovabili, che generano valore aggiunto e costituiscono un fattore di crescita economica.

Reazioni

Promotori dell’iniziativa, oltre a ecologisti e Partito socialista (PS), sono Greenpeace, la Fondazione svizzera per l’energia, il WWF, l’Associazione traffico e ambiente (ATA) e il partito evangelico.

I liberali radicali (PLR) hanno reagito con veemenza all’annuncio del lancio dell’iniziativa. In particolare criticano l’incoerenza dei socialisti che solo la settimana scorsa hanno difeso la costruzione di centrali a gas – che emettono grandi quantità di CO2 – e lunedì chiedono una diminuzione del 30% dei gas a effetto serra.

swissinfo e agenzie

Entrata in vigore il 1° maggio 2000, la legge fissa degli obbiettivi vincolanti che devono essere raggiunti per ridurre le emissioni di CO2, il principale gas responsabile dell’effetto serra.

Con l’adozione di questa legge, la Svizzera mira ad adempiere gli impegni assunti con la firma della Convenzione internazionale sui cambiamenti climatici, sottoscritta da altri 180 Stati.

In base alla legge, la Svizzera è chiamata a ridurre, entro il 2010, le emissioni di CO2 del 10% rispetto ai valori del 1990. L’aspirata riduzione deve essere raggiunta in primo luogo mediante provvedimenti in materia di politica energetica, dei trasporti e dell’ambiente, nonché iniziative volontarie delle imprese e dei privati.

Se questi provvedimenti non si rivelassero sufficienti, la Confederazione ha la facoltà di introdurre una tassa sul CO2.

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