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Un milione di franchi in più per la lotta al doping

Marc-André Giger, direttore di Swiss Olympic, vuole mettere in primo piano la battaglia antidoping Keystone

Swiss Olympic vuole consacrare 1,7 milioni di franchi l'anno alla lotta contro il doping nello sport.

L’organizzazione mantello delle federazioni sportive svizzere chiede alle autorità federali di fare altrettanto, in vista della ventilata creazione di un’agenzia nazionale antidoping.

Chi dice doping, dice denaro: quello che serve per procurarsi le sostanze illecite, quello che si può vincere trionfando in competizioni che premiano non il migliore atleta ma l’atleta meglio dopato, e quello, infine, necessario a combattere questa piaga.

È in quest’ultimo ambito che intende profilarsi Swiss Olympic. L’organizzazione mantello delle federazioni sportive svizzere ha annunciato di voler investire dal 2008 un milione di franchi supplementare nella lotta contro il doping nello sport.

Nel budget annuale, questa voce dovrebbe dunque salire da 0,7 a 1,7 milioni di franchi. L’aumento è possibile grazie ad un nuovo contratto con la Società Sport Toto che dal 1938 si preoccupa – principalmente attraverso lotterie – di generare mezzi finanziari da destinare allo sport.

Uno sforzo collettivo

Swiss Olympic chiede che parallelamente anche la Confederazione metta sul tavolo un milione in più, facendo aumentare il suo contributo a 2,85 milioni di franchi.

Le rivendicazioni sono legate alla progettata istituzione di un’agenzia nazionale antidoping (NADA), ha spiegato mercoledì nel corso di una conferenza stampa il direttore di Swiss Olympic Marc-André Giger. I costi di una tale agenzia potrebbero raggiungere i 5 milioni di franchi l’anno, ma attualmente si può contare soltanto su 2,55 milioni.

Alla conferenza stampa ha partecipato anche l’Ufficio federale dello sport (UFSPO), che insieme a Swiss Olympic ha sottolineato l’urgenza di una maggiore sensibilizzazione in merito ai rischi del doping. Proprio per questo si punta alla creazione di un’agenzia nazionale antidoping.

Responsabilità

Matthias Remund, direttore dell’UFSPO, ha ricordato che quando si parla di doping tutti devono assumersi le proprie responsabilità: dagli atleti alle società, dai medici sportivi ai genitori passando per i media.

Proprio facendo riferimento ad una maggiore responsabilizzazione, in futuro Swiss Olympic è intenzionata a far dipendere i contributi elargiti alle società sportive dall’adozione di chiare misure antidoping.

Swiss Olympic spera ora di riuscire a mettere in piedi l’agenzia nazionale antidoping in fretta, senza dover passare per una laboriosa revisione di legge. Probabilmente l’agenzia vedrà la luce sottoforma di fondazione. Al momento si stanno ancora studiando gli aspetti giuridici e finanziari.

Controlli quasi raddoppiati

Se l’agenzia antidoping entrerà in funzione nei tempi previsti, dal 2009 in Svizzera potranno essere eseguiti 2500 controlli di gare e allenamenti all’anno, contro i circa 1400 attuali, ha sottolineato Marc-André Giger. Un altro grande vantaggio dell’agenzia è l’indipendenza dalle associazioni sportive e dallo Stato.

Quale passo preliminare per la creazione della NADA, Swiss Olympic e l’Ufficio federale dello sport dal primo luglio hanno riunito i loro servizi antidoping. La prima è responsabile dei controlli e dell’amministrazione, mentre al secondo competono la prevenzione, l’informazione e la ricerca.

swissinfo e agenzie

In Svizzera sono due gli organismi incaricati dei controlli antidoping: Swiss Olympic e l’Ufficio federale dello sport.
Nel 2006 sono stati effettuati 1’855 controlli (2’087 nel 2005), 828 dei quali nel corso di una competizione.
Gli sport più controllati sono stati il ciclismo (227 controlli), lo sci e lo snowboard (166), il triathlon (152), l’atletica (110) e il calcio (100).
La Camera disciplinare di Swiss Olympic ha dovuto esaminare 18 casi, sette dei quali concernevano l’uso di cannabis. Gli atleti in causa sono stati squalificati per un periodo compreso tra tre settimane e due anni.

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