Prospettive svizzere in 10 lingue

Un modello di diversità culturale in Svizzera

La sede dell'USI a Lugano: uno stabile moderno ed un vecchio edificio ricavato da un ex ospedale Keystone

In presenza del consigliere federale Pascal Couchepin, l'Università della Svizzera italiana ha celebrato sabato a Lugano i 10 anni dalla sua fondazione.

Il ministro degli interni ha ricordato l’importanza, nel panorama accademico nazionale, della sola università di lingua italiana del Paese.

«L’Università della Svizzera italiana (USI) ha permesso di affermare il ruolo della cultura e della lingua italiana in Svizzera, e questo nonostante l’insegnamento dell’italiano sia in perdita di velocità», ha dichiarato il responsabile del Dipartimento federale degli interni.

Per il futuro, Pascal Couchepin ha auspicato un aumento della percentuale di studenti dell’USI in provenienza da altri cantoni al di fuori del Ticino.

Attualmente, il 40% degli studenti proviene dal cantone a sud delle Alpi, il 12% dal resto della Svizzera, il 31% dall’Italia e il restante 17% da altri Paesi.

Collaborazione con l’Ue

Couchepin, che si è espresso in francese, ha inoltre lodato il plurilinguismo dell’istituzione. «In Svizzera, l’USI ha svolto un ruolo da pioniere nel settore della formazione e della ricerca, applicando i principi di Bologna e della Sorbona», ha aggiunto.

Il consigliere federale si è poi soffermato sul panorama accademico nazionale, sottolineando l’importanza della collaborazione con l’Unione europea (Ue).

Nel 2005 – ha dichiarato – la Svizzera si trovava nel plotone di testa dei Paesi innovatori, assieme a Scandinavia e Germania, in particolare nel campo della ricerca.

Più spazio alla lingua e alla letteratura italiana

«Il periodo che stiamo vivendo è ricco di cambiamenti», ha rammentato Couchepin, il quale ha evocato il settore della formazione scolastica in Svizzera sul quale il popolo si esprimerà il 21 maggio.

I cittadini saranno chiamati a votare su una modifica della Costituzione che permetterà di armonizzare la scuola a livello nazionale, segnando una parziale rivoluzione nel settore dell’educazione.

Durante il suo intervento in apertura di cerimonia, il presidente dell’USI, Marco Baggiolini, ha stilato un bilancio positivo dei primi 10 anni di esistenza dell’ateneo ticinese, con sede a Lugano e Mendrisio.

Baggiolini ha pure aggiunto che venerdì è stato siglato un accordo tra l’USI e lo Swiss Financial Institute, una fondazione privata creata dagli ambienti finanziari e bancari.

Tra le ultime novità dell’ateneo italofono, la creazione di un’interfacoltà di Scienze umane. «Vogliamo dare ampio spazio alla letteratura e alla cultura italiana», ha commentato Baggiolini.

In settembre, Marco Baggiolini lascerà il suo incarico per ragioni di età. Il suo posto sarà preso da Piero Martinoli, professore di fisica all’Università di Neuchâtel.

swissinfo e agenzie

L’Università della Svizzera italiana (USI), fondata nel 1996, si aggiunge alle altre nove università cantonali svizzere e alle due scuole politecniche federali.

L’unico ateneo italofono della Confederazione comprende quattro facoltà: scienze economiche, scienze della comunicazione e scienze informatiche a Lugano e architettura a Mendrisio.

Grazie alla sua collocazione geografica, politica e culturale, l’USI si è affermata come ateneo plurilingue e pluriculturale, con una grande apertura internazionale.

Ha legami privilegiati con le università italiane, in particolare quelle lombarde ed ha sviluppato una rete di relazioni accademiche con numerose altre università straniere.

L’USI conta attualmente 2’026 studenti di 30 diverse nazionalità.
300 docenti e assistenti.
Il 40% degli studenti proviene dal Ticino, il 12% dal resto della Svizzera, il 31% dall’Italia e il restante 17% da altri Paesi.

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