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Un mondo che cambia al centro del Forum di Davos

André Schneider figura nell'organico del WEF dal 1998 (WEF/swiss image)

Il Forum economico mondiale (WEF), in programma da mercoledì a domenica prossima a Davos, nel canton Grigioni, vuole ricordare ai dirigenti mondiali la portata dei cambiamenti in corso a livello planetario.

Direttore generale del WEF, André Schneider illustra a swissinfo i punti forti della 37esima edizione.

Entrato al servizio del WEF nel 1998, André Schneider ha già alle spalle una carriera nel campo della musica, delle tecnologie e dell’informazione. Dal 2003 fa parte anche nel comitato di direzione del Forum di Davos.

swissinfo: Presentando questa edizione, i responsabili del WEF hanno affermato che il mondo sta diventando sempre più “schizofrenico”. Per quale motivo?

André Schneider: Da un lato, un numero sempre più grande di persone hanno l’impressione che le cose non vadano nel migliore dei modi su questo pianeta. Dall’altro, il tasso di crescita mondiale ha raggiunto i suoi più alti livelli da molti anni a questa parte. In altre parole, la percezione del mondo non corrisponde sempre alla realtà.

swissinfo: Quando parla di schizofrenia, non intende quindi dire che il mondo sta andando peggio e che il WEF è meno ottimista?

A.S.: No, assolutamente. Posso solo costatare una cosa: vi è un certo divario tra la situazione economica e la percezione di molta gente in materia. Lo si denota anche nell’atteggiamento di molti governi che, di colpo, vogliono frenare il commercio mondiale, senza tener conto che la crescita è proprio il frutto di questi scambi.

swissinfo: Sul piano politico, diversi dirigenti israeliani e palestinesi (tra cui il presidente dell’Autorità palestinese) saranno presenti quest’anno a Davos. Possiamo aspettarci dei progressi nella crisi mediorientale?

A.S.: È troppo presto per avanzare qualsiasi previsione. Per noi l’importante è di offrire una piattaforma informale e aperta nell’ambito del nostro appuntamento annuale.

Una piattaforma non aperta soltanto ai governi, ma anche all’economia e alla società civile, dalla quale possono nascere nuove iniziative.

swissinfo: Quali sono le sue aspettative principali per quanto riguarda questa edizione del Forum?

A.S.: Come nelle precedenti edizioni, vogliamo innanzitutto mostrare a tutti i partecipanti l’importanza di non rinchiudersi nella loro sfera. Gli attori economici, in particolare, sono chiamati anche ad assumere un ruolo politico e sociale. Solo uno scambio globale può permettere di trovare soluzioni veramente durevoli ai grandi problemi attuali.

swissinfo: Per l’edizione 2007 avete scelto il tema “Evoluzione nell’equilibrio delle forze”. Come va interpretato questo concetto?

A.S.: Pensiamo ad esempio ai nuovi ruoli che spettano all’Asia, all’America latina o alla Russia. O alla questione della sicurezza energetica. O ancora alla necessità di conciliare una crescita mondiale favorevole alle popolazioni de paesi in via di sviluppo con una protezione efficace dell’ambiente.

swissinfo: Tra i principali cambiamenti mondiali vi è lo spostamento del centro di gravità verso la regione del Pacifico e dell’Asia. Davos rimane la località più adatta per accogliere i dirigenti internazionali?

A.S.: Certo. Nonostante questo spostamento del centro di gravità, la nostra regione dispone tuttora di un importante potere economico.

In realtà, l’Asia non ha ancora raggiunto il livello del mondo occidentale. Senza dimenticare che, a parte l’Asia, anche l’America latina e la Russia stanno conoscendo un forte sviluppo.

Davos e la Svizzera – quale paese neutro – costituiscono inoltre una piattaforma unica per raccogliere tutte queste persone e promuovere discussioni aperte e informali.

swissinfo: A Davos hanno luogo oltre 220 riunioni, tavole rotonde e seminari su una grande varietà di temi. Come scegliete questi temi?

A.S.: Si tratta di un processo partecipativo di grande respiro. Innanzitutto analizziamo i risultati delle discussioni lanciate nell’edizione precedente. In seguito i nostri collaboratori si recano in ogni parte del mondo per discutere con i nostri membri, con rappresentanti politici e responsabili universitari, allo scopo di identificare nuovi interrogativi.

Nell’insieme vi è comunque una grande continuità. Nel 2005, abbiamo cominciato a definire le grandi sfide da affrontare. Nel 2006, abbiamo sottolineato la necessità di essere creativi e forgiare nuove idee per evolvere in modo durevole. E, quest’anno, vogliamo evidenziare l’esigenza di tener conto dei grandi cambiamenti ai quali assistiamo nel mondo.

swissinfo, intervista a cura di Pierre-François Besson
(traduzione Armando Mombelli)

La 37esima edizione del WEF, intitolata “L’evoluzione nell’equilibrio delle forze”, si svolge dal 24 al 28 gennaio a Davos.
Questa manifestazione accoglie 2400 partecipanti da 90 paesi, di cui la metà provengono dal mondo economico.
Nella lista delle personalità presenti figurano 24 capi di Stato o di governo, 85 ministri, numerosi dirigenti di organizzazioni internazionali e 480 rappresentanti della società civile.
A Davos si recano quest’anno anche 4 ministri svizzeri.

Il Forum economico mondiale (WEF) di Davos, chiamato inizialmente Management Symposium, è stato fondato nel 1971 da Klaus Schwab.

Il WEF, che ha la sua sede a Cologny, nel canton Ginevra, impiega oltre 290 collaboratori.

Il suo budget supera 100 milioni di franchi, finanziati soprattutto tramite i contributi delle aziende affiliate.

Il Forum vuole essere la “prima piattaforma di dialogo al mondo”, aperta ai responsabili di ogni settore.

Il WEF organizza simposi in tutto il mondo, promuove iniziative e gruppi di lavoro, realizza studi e propone un programma per conseguire un diploma a livello di master.

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