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Un muscoloso Lugano riprende il vantaggio nella serie

Poco dopo l'inizio del confronto, Philippe Bozon da il primo dispiacere ad Ari Sulander Keystone

Gara 3 della finale dei playoffs: si ritorna alla Resega dove un Lugano davvero convincente annichilisce i Lions con la sua verve agonistica e si impone per 4 - 1, portandosi sul 2 a 1 nella serie best of seven. Ottima prestazione collettiva dei padroni di casa, con una citazione particolare per Philippe Bozon, scatenato autore di tutte quattro le reti bianconere.

Meteorologicamente parlando una serata da lupi. Freddo, vento e tanta pioggia si abbattono sulla Resega, dove, magari anche per questo motivo, si radunano soltanto 6555 spettatori. Che però hanno l’occasione di gustare un Lugano davvero brillante. Forse addirittura il migliore di tutta la stagione. Dal punto di vista bianconero, ottimo esempio di tempismo, visto come il momento è effettivamente di quelli importanti.

Ritmo, determinazione, aggressività ed impegno fisico esemplare messi in campo in dosi industriali dai pupilli di Jim Koleff, che soltanto due giorni prima, in occasione di gara 2 a Zurigo, avevano invero offerto una prestazione decisamente scialba. Una vera e propria metamorfosi kafkiana. Anche a livello d’effettivi: la squalifica per un turno del condottiero vichingo Andersson e per tre (due già scontati) di Conne, oltre alla malattia di Cadieux, portano al rispolvero di Lindberg e quello di “nonno” Tschumi.

Anche lo Zurigo, che tra l’altro non può schierare Hodgson, anch’esso squalificato, è apparso diverso rispetto a martedì: compagine solida e offensivamente ficcante all’Hallenstadion, incerta e soggiogata fisicamente alla Resega. La differenza di serata tra le due formazioni si è quindi notata molto presto.

In effetti già dopo 78 secondi di gioco (ed è la seconda volta in queste finali che il Lugano formato casalingo sblocca subito il punteggio) una discesa del francese Philippe Bozon si conclude con un back-hand ravvicinato che trafigge Ari Sulander. 1 – 0 e in molti si attendono uno svolgimento simile a quello di gara 1, con un Lugano impostato prevalentemente sulla difensiva ed uno ZSC offensivo…fino ad un certo punto, per non aprire il fianco a contropiedi bianconeri.

Ed invece è una tutt’altra partita. I ticinesi premono ed aggrediscono letteralmente i Lions, pressando a tutta pista, finendo sempre i checks e, soprattutto, facendolo con parecchio vigore fisico. Impressionante, in questo senso, il lavoro svolto da giocatori come Joel Savage, Chris Lindberg o Geoffrey Vauclair. Vere e proprie “irediddio” nel gioco sull’uomo avversario.

I Leoni paiono sorpresi da tanta esuberanza. E forse attendono sornioni, da buoni felini, la fine della bufera. Che però non si lascia intravedere. Giunge così puntuale il 2-0 ancora di Bozon, con il Lugano che sfrutta una situazione di 5 contro 3 (espulsi Streit e Crameri). Dopo un time out chiamato da Larry Huras per riordinare le idee ai propri frastornati giocatori, al 16:30 del primo tempo, una fucilata dalla blu di Salis, con il Lugano in doppia inferiorità numerica, sembra riaprire il match (espulsi Jeannin e Fair). 2 -1 alla prima pausa.

Ma l’impressione dura poco. E’ serata per il powerplay luganese: ancora superiorità numerica per i bianconeri (fuori Schrepfer) ed ancora una rete. Indovinate chi la infila ? Ovviamente ancora Bozon, pronto ad insaccare una ribattuta del portierone zurighese. Siamo al 2.41 del secondo tempo.

Lo ZSC prova ad imporre il proprio gioco ma i padroni di casa concedono davvero pochissimo agli ospiti. Poco più di una sterile pressione alla disperata ricerca di tiri pericolosi che non arrivano che parzialmente. E le ripartenze dei vice-campioni fanno male. La concentrazione e la voglia di imporsi di questo Lugano lasciano intuire che, almeno per gara 3, i giochi siano fatti.

La conferma giunge all’11.22 del periodo centrale quando ancora l’inafferrabile numero 12 in casacca biancogiallonera (che nei playoffs aveva finora realizzato una sola rete…) sorprende Sulander con un polsino dalla media distanza. Qui la partita finisce veramente, benché rimangano quasi 30 minuti da giocare. I Lions provano a graffiare ma l’impressione è che nemmeno loro ci credano più di tanto. Il Lugano prova a dar spettacolo alla ricerca di nuove reti che però non arrivano.

Appuntamento per sabato a Zurigo per il seguito di questa appassionante sfida per il titolo svizzero. Con che certezze ? Sicuramente poche. Come hanno dimostrato i tre incontri di finali, le impressioni di una sera possono facilmente venir smentite la successiva. L’unica dato sicuro è che il Lugano è riuscito a sfruttare nuovamente il vantaggio casalingo imponendosi nella solitamente importantissima gara 3. La parola passa ora ai Lions, che davanti al proprio pubblico, cercheranno in tutti i modi di riequilibrare la serie.

Marzio Pescia

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