Prospettive svizzere in 10 lingue

Un nuovo marchio per aiutare gli allergici

Il nuovo marchio potrà essere richiesto anche dai fabbricanti di cosmetici. imagepoint

Dare un'informazione completa e trasparente sui prodotti alimentari e sui beni di consumo: è quanto si prefigge un nuovo label di qualità destinato a chi soffre di allergie.

In Svizzera, sono circa due milioni le persone che hanno sviluppato delle allergie e tra 300’000 e 400’000 quelle che hanno delle intolleranze alimentari.

Per un allergico, fare la spesa equivale spesso a un percorso del combattente. Certo, la legislazione svizzera impone che sulle etichette delle derrate alimentari venga menzionata la presenza di ingredienti allergeni, come ad esempio uova, cereali contenenti glutine, latte, arachidi o quant’altro. Lo stesso vale per i prodotti cosmetici. Molte volte, però, per evitare spiacevoli sorprese è necessario fare le compere munendosi di una lente d’ingrandimento. Le etichette non sono sempre di facile lettura.

In un futuro prossimo, un nuovo marchio di qualità dovrebbe facilitare la vita a coloro che soffrono di allergie. Il label è stato sviluppato dal Centro svizzero per l’allergia, la pelle e l’asma (conosciuto anche col nome di «aha!») in collaborazione con specialisti del settore degli alimentari e dei cosmetici ed esperti del diritto di marchio e della certificazione.

Un ulteriore passo in avanti

«La legislazione svizzera in materia è già molto buona, ma volevamo compiere un ulteriore passo in avanti dal punto di vista della sicurezza. Sul mercato esistono molti marchi, ma nessuno finora concerneva le allergie», indica a swissinfo Annelise Lundvik, responsabile della comunicazione di «aha!».

L’ordinanza sulla caratterizzazione e la pubblicità delle derrate alimentari prevede l’obbligo di dichiarare «contaminazioni» solo per quantità superiori ai 1’000 mg/kg. Per i prodotti con il marchio aha! questo limite è 20 volte più basso, ossia 50 mg/kg.

Inoltre, indicazioni quali ad esempio «può contenere sedano» non sono più ammesse per gli alimenti con il marchio.

«Ci sono persone allergiche che reagiscono anche quando vi sono tracce minime di una determinata sostanza», spiega Annelise Lundvik.

Per quanto concerne i cosmetici, finora sono autorizzate con l’obbligo di dichiarazione 26 sostanze allergeniche. Per ottenere il marchio «aha!», invece, tali sostanze non possono più essere presenti.

Direttive severe

Il nuovo label di qualità non significa che un prodotto sia completamente privo di allergeni, ma garantisce comunque che la produzione rispetta severe direttive e che le ditte sono sottoposte a controlli molto rigorosi.

In particolare, il produttore deve fornire indicazioni chiare sull’origine e la lavorazione della materia prima, sul trasporto e l’immagazzinamento, sulla pianificazione e le procedure di produzione, sulla pulizia degli impianti e sul controllo interno.

«Collaboriamo con un organismo di controllo indipendente che veglia sul rispetto di queste direttive», sottolinea la responsabile della comunicazione di «aha!».

I primi prodotti con questo nuovo marchio di qualità – segnatamente una linea di cosmetici – faranno la loro apparizione sugli scaffali di alcuni grandi magazzini a partire da metà settembre.

Un mercato che fa gola

«Vi è un grande interesse da parte dell’industria e dei dettaglianti», dichiara Annelise Lundvik.

I produttori devono sì far fronte a spese supplementari per sviluppare prodotti poveri di sostanze allergeniche e per coprire i costi dell’organismo incaricato di controllare la produzione. Il mercato è però tutt’altro che aneddotico.

In Svizzera, si calcola infatti che circa 2 milioni di persone siano allergiche a determinate sostanze, in particolare ai pollini o alla polvere, e che le allergie costino all’economia da 1,5 a 2 miliardi di franchi all’anno.

Naturalmente, l’industria alimentare non può aiutare chi soffre di allergie alla polvere. Per contro può dare una mano alle 300-400’000 persone che secondo le stime soffrono di intolleranze alimentari.

In Svizzera non vi è un alimento in particolare che è responsabile delle allergie. «Negli Stati Uniti è assai diffusa l’allergia alle arachidi, indica Annelise Lundvik. In Europa e in Svizzera sono soprattutto le uova, il latte, i crostacei, il pesce, le noci o il sedano, una sostanza – questa – che si trova un po’ dappertutto poiché è spesso utilizzata nei condimenti».

swissinfo, Daniele Mariani

L’allergia più diffusa è quella da pollini, che colpisce circa il 20% della popolazione svizzera (1,4 milioni di persone). Si stima che tra 300’000 e 400’000 persone soffrano di allergie alimentari.

I sintomi più frequenti delle allergie alimentari sono prurito alle labbra e in gola, gonfiori della lingua e della bocca. Alcune persone vomitano, hanno dei crampi allo stomaco, della diarrea, dell’orticaria o una crisi d’asma. Una reazione allergica generalizzata può anche provocare uno choc anafilattico con un conseguente rischio di decesso.

Chi sospetta di aver sviluppato un intolleranza a un alimento dovrebbe rivolgersi ad uno specialista per far stabilire un bilancio allergologico. Un’allergia può essere diagnosticata tramite un test cutaneo o un’analisi del sangue.

Spesso, le persone allergiche ai pollini reagiscono anche a sostanze alimentari che hanno proteine simili. Si parla in questo caso di reazioni crociate. Un caso tipico sono le allergie ai pollini di betulacee, alle noci e ai frutti con semi, ad esempio mele o pere.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR