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Un paese confrontato alle bizze di madre natura

In Svizzera, l'allarme è diffuso grazie a 7'750 sirene sparse su tutto il territorio swissinfo.ch

Vista la frequenza delle catastrofi naturali, la Svizzera è ben attrezzata per reagire a calamità importanti. Attualmente si insiste soprattutto sulla prevenzione.

swissinfo ha fatto un breve giro d’orizzonte in occasione della Giornata internazionale della prevenzione delle catastrofi naturali.

La Svizzera è pronta per far fronte a catastrofi naturali maggiori?

Gli osservatori rispondono positivamente. «La Svizzera ha reagito abbastanza rapidamente in occasione delle inondazioni di agosto, vi sono stati dei progressi rispetto al 1999», indica un portavoce della società di riassicurazione Swiss Re. «Il paese è ben preparato, anche se naturalmente si può sempre fare di più».

Le capacità della Confederazione in materia di prevenzione (2,5 miliardi di franchi spesi ogni anno) sono riconosciute a livello internazionale, come è stato dimostrato ancora una volta nel corso della conferenza sul tema tenutasi a Kobe ad inizio anno.

Dopo che sono emerse alcune lacune, Planat (la «Piattaforma nazionale pericoli naturali») ha stabilito un piano d’azione su tre anni, approvato in maggio dal Governo elvetico.

«Bisogna ad esempio che tutti i cantoni elaborino le carte dei pericoli, che definiscono le zone inedificabili», spiega Florian Widmer, segretario di Planat. «Questa è una delle nostre priorità per il 2010-2011».

Promessa da tempo, questa cartografia dei rischi naturali progredisce in maniera molto diversa da un cantone all’altro. A volte, certi settori (economici o turistici) fanno pressioni in senso opposto.

«È urgente finire di elaborare queste carte per poter prendere delle decisioni in materia di pianificazione del territorio», pietra angolare della prevenzione, sottolinea Martin Kamber, vicedirettore dell’Unione intercantonale di riassicurazione (UIR).

Quali sono i principali rischi di catastrofi naturali in Svizzera?

In termini di impatto, il terremoto è sicuramente il pericolo numero uno. In Vallese e a Basilea potrebbero prodursi dei sismi di una magnitudo superiore a 6 sulla scala Richter.

Un terremoto come quello verificatosi a Basilea nel 1356 provocherebbe danni per 60 miliardi di franchi. Le inondazioni d’agosto avevano dal canto loro causato disastri per 2 miliardi.

In questa hit-parade dei pericoli (studio Katarisk) vengono poi le inondazioni, le ondate di freddo, la siccità e le ondate di calore. In seguito tempeste e valanghe.

«Il paradosso è che gli eventi più rari sono quelli più rischiosi», osserva Florian Widmer.

Sapendo – aggiunge Widmer – che la memoria della popolazione per quanto concerne le catastrofi non supera i sette anni, e i quattro tra i politici, è facile rendersi conto di quanto sia arduo adoperarsi per la prevenzione.

Il federalismo è un ostacolo alla prevenzione delle catastrofi e alla gestione delle crisi?

Secondo il vicedirettore dell’UIR, si tratta piuttosto di un vantaggio. I comuni ed i cantoni sono responsabili. Conoscono il terreno e quindi gli interventi sono più efficaci. Una certa concorrenza intercantonale può inoltre spingere all’azione, sostiene Martin Kamber.

Florian Widmer la pensa un po’ diversamente: segnatamente per quanto riguarda la prevenzione, la Confederazione può emettere delle raccomandazioni e delle direttive, ma i cantoni non sono obbligati ad applicarle.

Una situazione che si traduce in una certa lentezza nell’elaborare, ad esempio, la cartografia dei pericoli. Un progetto di modifica costituzionale per modificare questo quadro globale è stato recentemente riposto nei cassetti.

Cosa è previsto in caso di catastrofe naturale maggiore?

Tutto dipende dalle circostanze. Secondo le procedure abituali, sono il comune o il cantone a dirigere le operazioni. Intervengono i pompieri, la polizia, i servizi sanitari e la protezione civile. Spesso viene mobilitato un organo di coordinamento misto.

In caso di bisogno, questo organo può essere mobilitato pure a livello nazionale. Per catastrofi importanti interviene anche l’esercito, come è accaduto ad esempio in agosto.

Procedure di reazione sono già pronte per l’essenziale delle catastrofi naturali possibili, indica Pascal Aebischer, viceresponsabile dell’informazione dell’Ufficio federale della protezione della popolazione.

Tuttavia, secondo Florian Widmer non vi è ancora chiarezza né sulle competenze né su chi dovrebbe dare l’allarme.

swissinfo, Pierre-François Besson
(traduzione di Daniele Mariani)

In caso di catastrofi naturali, la Confederazione – visto il sistema federalista – agisce soprattutto in maniera sussidiaria.
L’Ufficio federale della protezione della popolazione funge da organizzazione mantello agli interventi sul terreno.
L’Ufficio federale delle acque e della geologia (UFAG) è responsabile della prevenzione. Dell’UFAG fa parte pure il segretariato della commissione extraparlamentare Planat.
Planat, che si occupa della strategia in materia di prevenzione, è composto alle collettività pubbliche, da ricercatori, assicuratori, ecc.

In caso di intemperie o di terremoti gravi, la Centrale nazionale d’allarme (CENAL) è incaricata di diffondere l’allerta di MeteoSvizzera o del Servizio sismologico svizzero ai cantoni interessati, all’esercito, all’Ufficio federale di polizia, ecc.

La popolazione viene informata del pericolo grazie alle 7’750 sirene disseminate sul territorio, che vengono normalmente azionate dalle polizie cantonali.

La popolazione è in seguito invitata a sintonizzarsi sui canali radiotelevisivi della SRG SSR idée suisse.

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