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Un Papa conservatore che delude la stampa

Il nuovo Papa sorride, ma la stampa elvetica è scettica. swissinfo.ch

La nomina di Joseph Ratzinger suscita un certo scetticismo tra i commentatori dei quotidiani elvetici, che parlano di un Pontefice di transizione.

L’elezione di un teologo ultra-conservatore alla testa di 1,1 miliardi di cattolici è considerata come la fine delle speranze di riforme in seno alla Chiesa cattolica, almeno per qualche anno.

La scelta di Ratzinger per succedere a Giovanni Paolo II non ha sorpreso più di quel tanto la stampa elvetica.

«La grande visibilità del decano del Sacro Collegio ha sicuramente influito sulla scelta», scrive Le Temps. «La maggioranza dei 115 elettori non aveva nessuna esperienza di un conclave e non è sorprendente che abbiano scelto un guardiano della grande casa che è la Chiesa».

Un «papa di transizione»

L’opionione espressa dal Tages Anzeiger – «Un Papa di transizione tedesco» – è condivisa da molti editorialisti.

«La nomina di Ratzinger lascia il tempo ai cardinali di pensare con calma alle questioni di fondo sulla gestione della Chiesa», scrive nel suo commento la Neue Zürcher Zeitung, sottolineando che vista l’età di Benedetto XVI (78 anni) il nuovo pontificato non sarà di certo lungo.

Dello stesso avviso del giornale zurighese sono molti altri quotidiani elvetici. Per la Neue Luzerner Zeitung «non sono state scelte né la riforma né l’apertura, bensì la continuità».

Per il Corriere del Ticino nessuno «oserà chiamarlo un pontificato di transizione, visto l’alto profilo del Papa, ma è chiaro che non durerà quanto il precedente. «E questo darebbe tempo agli esponenti della linea moderata-progressista di preparare un nome forte per la prossima mandata fra qualche anno, e non fra qualche decennio».

Secondo Le Temps, eleggendo Ratzinger «i cardinali hanno sì fatto una scelta di una prudente continuità, ma hanno pure preso il rischio di eleggere un uomo che potrebbe seppellire il meglio dell’eredità di Karol Wojtyla».

«Una crisi portata al parossismo»

«Nomina ideologica», scrive ancora il Tages Anzeiger, che parla di un Papa «che porterà al parossismo la crisi della Chiesa cattolica di fronte alla modernità».

Inquietudini – queste – condivise anche dalla Die Südostschweiz che non esita a titolare «Quando il grande inquisitore diventa Papa». Il quotidiano della Svizzera orientale conclude il suo editoriale però su note di speranza: «Se il nome da lui scelto rifletterà il suo programma, Ratzinger si impegnerà per soluzioni pacifiche» (Benedetto XV si sforzò di porre fine alla prima guerra mondiale).

Molto critica pure La Tribune de Genève che parla di una «scelta desolante» e conclude affermando che «la principale qualità che molti troveranno in Ratzinger è che, vista la sua età, dovrebbe essere solo un Papa di transizione».

«Dopo una gioiosa apertura al mondo, una sorta di mentalità da barricate si instaurerà nel mondo cattolico?», si chiede dal canto suo la Basler Zeitung, secondo cui «molti elementi sostengono questa tesi».

Critico pure il Blick, che al nuovo Papa esprime cinque desideri (ad esempio una Chiesa che non si immischi troppo nella morale sessuale) che difficilmente Ratzinger farà suoi.

Secondo La Liberté, «la personalità del nuovo Papa sedurrà i fautori di una linea dottrinale chiara e rigorosa, come i membri dell’Opus Dei o Comunione e Liberazione (…) ma per Benedetto XVI la sfida è un’altra: convincere il grosso delle truppe, quei milioni di fanti senza nome senza i quali la battaglia non potrà essere vinta».

Non solo pessimismo

Malgrado i commenti generalmente scettici, sulla stampa elvetica non mancano però editoriali più positivi. Alcuni pensano infatti che Benedetto XVI potrebbe sbalordire.

Così la pensa in ogni caso 24 Heures: «E se Benedetto XVI ci sorprendesse? Ne ha certamente le capacità e forse anche la volontà», stima il quotidiano vodese.

Secondo Le Nouvelliste, «la grazia che sostiene» Joseph Ratzinger «rivelerà senza dubbio in quest’uomo un carisma particolare». Il giornale vallesano ricorda inoltre che il cardinale tedesco era considerato come «aperto alle riforme» durante il Concilio Vaticano II.

«La dolce fermezza del Papa», titola infine Il Giornale del Popolo. Il quotidiano cattolico ticinese invita alla prudenza quanti parlano di «Papa di transizione»: «Ricordate quel ‘Papa di transizione’ che si chiamava Roncalli e che a 81 anni suonati convocò un Concilio?».

swissinfo

Nato il 16 aprile 1927 a Marktl am Inn in Germania, Joseph Ratzinger sognava già da piccolo di diventare cardinale. Dopo gli studi in teologia e filosofia è stato ordinato sacerdote nel 1951. A 30 era già professore universitario di dogmatica.

Nel 1977 è stato nominato arcivescovo di Monaco e Freising. Poco dopo ha ricevuto la porpora cardinalizia. Nel 1981 è stato chiamato a Roma da Giovanni Paolo II per guidare la Congregazione per la fede.

L’elezione di Joseph Ratzinger è avvenuta nell’anniversario della morte di un altro papa, Leone IX (19 aprile 1054). Il cardinale tedesco ha scelto però il nome di Benedetto XVI. L’ultimo a scegliere questo nome fu Giacomo della Chiesa, papa dal 1914 al 1922.

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