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Il re delle materie prime Marc Rich è scomparso

Ricercato negli Stati Uniti, Marc Rich aveva trovato rifugio in Svizzera. RDB

L’uomo d’affari Marc Rich è morto mercoledì a Lucerna all’età di 78 anni, colpito da un’emorragia cerebrale. Questo controverso magnate del petrolio è all’origine del gigante delle materie prime Glencore.

Il leggendario trader, che ha fatto fortuna fornendo petrolio iraniano a Israele dopo la promulgazione dell’embargo contro Teheran, si era rifugiato in Svizzera nel 1983. Giusto in tempo per sottrarsi al procedimento aperto dalla giustizia statunitense, che lo accusava di una serie infinita di delitti, tra cui evasione fiscale, violazione dell’embargo, frode, commercio con il nemico…

Fino al 2001, quando Bill Clinton lo graziò, figurava sulla lista dei fuggitivi più ricercati dall’FBI. Marc Rich non è però mai stato riconosciuto colpevole delle accuse sporte contro di lui, sottolinea la sua fondazione.

I guai giudiziari di Marc Rich non hanno mai ostacolato la crescita della Glencore, con sede a Zugo. Multinazionale molto discreta, il numero uno mondiale delle materie prime ha dovuto presentare maggiori informazioni sulle sue attività in seguito all’entrata in borsa a Londra e Hong Kong nel 2011.

Il mese scorso, il gruppo ha completato la fusione con la società mineraria Xstrata, la cui sede si trova pure a Zugo. L’operazione, ritardata più volte, è valutata a 32 miliardi di franchi.

L’unione delle due società ha dato vita a un gruppo con un giro d’affari di quasi 200 miliardi di franchi, due volte quello del numero uno mondiale dell’alimentazione Nestlé.

Pioniere del commercio di petrolio

Nato nel 1934 in una famiglia ebrea di Anversa, in Belgio, Marcell David Reich – questo il suo vero nome – emigra negli Stati Uniti nel 1942 per sfuggire alle persecuzioni naziste. Oltreatlantico segue le orme del padre, iniziando a commerciare con il gruppo americano Philipp Brothers.

Nel 1974 fonda Marc Rich & Co. Questa piccola società specializzata nel commercio di greggio, metalli e minerali si trasformerà, col passare degli anni e grazie a numerose acquisizioni, in quella che è oggi uno dei giganti del settore: la Glencore Xstrata.

Pioniere del commercio di petrolio e minerali, Marc Rich è riuscito a «spezzare quasi da solo il cartello dei grandi gruppi petroliferi che dominavano il mercato, dal pozzo alla pompa di benzina», sottolinea il giornalista svizzero tedesco Daniel Ammann nella biografia dell’uomo d’affari.

Nel 1994 Rich, la cui fortuna è stimata in un miliardo di dollari, cede la sua partecipazione maggioritaria nella società, che viene ribattezzata Glencore. Questa cessione non significa però la fine della carriera di Rich, che continua a lavorare nel settore del commercio di materie prime fino al 2003, interessandosi anche al mercato immobiliare. Negli ultimi anni, l’uomo d’affari si è convertito anche in filantropo, finanziando diverse organizzazioni caritative.

La vicenda iraniana non è di certo l’unico caso controverso che ha visto protagonista il discusso uomo d’affari. Rich è tra l’altro stato criticato per aver fatto milioni commerciando con il Sudafrica dell’Apartheid.

«Un uomo affascinante»

Nel 2009, il suo biografo Daniel Ammann aveva sottolineato in un’intervista a swissinfo.ch quanto era rimasto sorpreso dal suo primo incontro con Marc Rich. «Un trader di materie prime lavora in un certo senso nelle zone grigie del capitalismo. Pubblicamente lo si descriveva come il demone assoluto, arrogante e senza scrupoli. In realtà era una persona molto affascinante».

Daniel Ammann ritiene che Marc Rich aveva semplicemente «fiuto» per gli affari. «Aveva il dono di saper anticipare le tendenze e quando si è messo in proprio, si è reso conto che il mondo del commercio delle materie prime stava per spostarsi dalle multinazionali agli Stati, che volevano sfruttare loro stessi le risorse. Questi ultimi dovevano poter contare su trader indipendenti e Marc Rich è stato uno dei primi, segnatamente per il petrolio».

Una delle forze di Marc Rich era di riuscire a riunire partner d’affari improbabili, come Israele e Iran dopo la caduta dello Scià. «È stato uno dei suoi più grandi successi», sottolinea Ammann.

L’autore descrive la Svizzera come una «gabbia dorata» per Rich. «Le autorità americane gli hanno dato la caccia dappertutto. Hanno addirittura cercato di rapirlo in Svizzera. Quando viaggiava doveva quindi essere estremamente prudente, evitando ad esempio di attraversare lo spazio aereo statunitense quando volava nei Caraibi o in Sudamerica».

(con la collaborazione di Matthew Allen)

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