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Una barriera di rösti lunga migliaia di anni

La "barriera di rösti", un piatto indigesto soprattutto per i romandi. Museo romano Losanna-Vidy

Il museo romano di Losanna-Vidy dedica un’esposizione al röstigraben, fossato linguistico, politico e culturale che divide in due la Svizzera.

Le divergenze, di origini millenarie, sono spesso motivo di scontro ma anche elemento di arricchimento culturale per la popolazione elvetica.

Svizzera. Melting pot di culture, lingue, religioni, usi e costumi, spesso citato come esempio di convivenza pacifica fra popoli di origini differenti.

Tutti insieme appassionatamente? Non proprio, almeno a giudicare dai risultati di statistiche e votazioni federali che, regolarmente, spaccano in due il Paese, contrapponendo i cantoni della Svizzera tedesca a quelli della Svizzera francese.

Antica realtà

L’ennesimo esempio di questa tendenza è dato dal risultato dello scrutinio federale dello scorso 26 settembre quando la maggioranza dei cantoni francofoni, favorevole alle naturalizzazioni facilitate, è stata sconfessata dal voto contrario di quella germanofona.

Stizziti dalle analisi di alcuni politici e di molti giornali svizzero-tedeschi, che all’indomani del voto si ostinavano a relativizzare – se non addirittura a negare – l’esistenza di un’evidente spaccatura tra le due regioni, i responsabili del museo romano di Losanna hanno deciso di allestire un’esposizione su questo tema.

Di primo acchito, la scelta di un museo di archeologia per l’allestimento di una mostra sul röstigraben, potrebbe apparire piuttosto anodina. Le tensioni fra le due culture, che regolarmente rimettono in discussione la coesione nazionale, sembrerebbero infatti appartenere alla Svizzera moderna.

“Anche se le divergenze si sono evidenziate soprattutto a partire dal XX secolo – sottolinea Laurent Flutsch, direttore del museo vodese – abbiamo voluto dimostrare che il röstigraben esiste da migliaia di anni”.

Viaggio nel tempo

La mostra ripercorre la storia della popolazione elvetica attraverso una serie di prove scientifiche, senza avere l’ambizione di approfondire l’insieme delle differenze, né cadere in stereotipi o facili pregiudizi.

Il viaggio alla scoperta delle due culture comincia nell’atrio del museo, dove una cartina gigante in rilievo della Svizzera indica che le diversità sono legate principalmente alla configurazione del territorio.

Attraversando le Alpi e seguendo soprattutto le vie fluviali, popoli di usi e costumi differenti (gallo-romani, burgundi, alemanni) hanno invaso, da nord a sud, il territorio dell’attuale Confederazione, incontrandosi là dove oggi si situa la barriera linguistica fra romandi e svizzero tedeschi.

La sala principale del museo è divisa in due strade parallele separate da una fila di pacchetti di rösti che ironicamente penzolano dal soffitto. Questi due percorsi, che rappresentano la cultura germanofona e quella francofona, permettono al visitatore di paragonare direttamente le due realtà alternando un sentiero all’altro.

Tante piccole, grandi differenze

Gli elementi di distinzione fra popolazioni ad est ed ovest dell’Altipiano sono molteplici.

Lo testimoniano la serie di reperti archeologici e stravaganti oggetti esposti lungo il cammino dell’esposizione, dai recipienti da cucina dell’era neolitica, ai monili con cui si ornavano le donne all’età del ferro, fino ai testi che documentavano le varie invasioni del territorio elvetico nel corso dei secoli.

Risalendo fino ai nostri giorni, il visitatore può paragonare alcune trasmissioni radiotelevisive germanofone e francofone all’indomani di alcuni scrutini federali che emblematicamente hanno spaccato in due il Paese.

Una serie di vignette umoristiche e articoli di giornali nazionali riguardanti differenti temi della realtà nazionale, evidenziano la sensibilità e le differenti “Weltanschauungen” – visioni del mondo – che contraddistinguono le due principali regioni culturali e linguistiche della Svizzera.

Il röstigraben si riscontra pure in alcuni piccoli aneddoti e curiosità culturali. Ricerche etnografiche sulle credenze popolari rivelano ad esempio che l’animale che incute maggior timore ai bambini svizzero-tedeschi è la civetta, mentre la paura dei bambini romandi (ma anche di quelli ticinesi) si materializza maggiormente sotto le spoglie del lupo.

Piatto ricco di gusti

Sfogliando il “diario di viaggio” nel quale il visitatore è invitato a scrivere le proprie impressioni al termine della visita, si scopre che esso ne esce disorientato, incuriosito, divertito e a tratti anche preoccupato.

Presentando la Svizzera come Patria di un popolo eteroclita, l’esposizione sul röstigraben funge paradossalmente da spunto di riflessione sulla convivenza sotto la stessa bandiera da oltre 700 anni, e questo nonostante le diversità linguistiche, culturali e storiche.

“Abolendo l’illusione dell’uniformità di un’identità nazionale si scopre che la diversità costituisce al contempo una ricchezza. Accettare le differenze culturali all’interno del Paese non può che far aumentare la tolleranza verso quelle che provengono dall’esterno”.

Un pensiero espresso da Laurent Flutsch che, forse, potrebbe servire da esempio anche per le comunità al di fuori dei confini elvetici.

swissinfo, Anna Passera, Losanna

I rösti sono un piatto tipicamente elvetico a base di patate crude o cotte, tagliuzzate in lamelle, poi arrostite in padella.

A partire dagli anni ’70, l’espressione «Röstigraben» (letteralmente: «fossato dei rösti»), designa in un linguaggio familiare la frontiera linguistica, culturale e politica esistente fra Svizzero tedeschi e Svizzero francesi.

Un piccolo esempio di differenza fra le due culture, senza uscire dal tema «rösti»: romandi e ticinesi li cucinano prevalentemente con l’olio, mentre gli svizzeri tedeschi preferiscono rosolarli nel burro.

Mostra «Rideau de Rösti», Museo Romano di Losanna-Vidy, Chemin du Bois-de-Vaux 24, Losanna
Dal 25 marzo 2005 al 15 gennaio 2006
Orari di apertura:
11.00-18.00: dal martedì alla domenica
11.00-20.00: il giovedì
chiuso il lunedì

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