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Una formazione professionale al passo con i tempi

La formazione duale confrontata a nuove sfide. Keystone

Avenir Suisse si inserisce nella discussione sul futuro della formazione professionale di base e sul sistema educativo in Svizzera. Il laboratorio di idee liberale propone la creazione di 20'000 nuovi posti di tirocinio e di una formazione duale nelle scuole universitarie professionali.

C’è sempre, in classe, quello che da grande vuole fare il falegname, il muratore, la commessa, il meccanico, l’impiegata di commercio. Lì, chiuso nei banchi di scuola, annusa già il profumo del legno, del cemento, dell’olio di motore.

E il suo sogno è realizzabile. In Svizzera, i posti di tirocinio non mancano. Nel 2010 erano 90’000, di cui 7’000 vacanti a fine agosto. In barba, quindi, alla crisi economica.

Dunque, un futuro garantito per tutti coloro che hanno optato per una formazione professionale di base? Non proprio. Per il giovane che ha scelto di diventare grafico, informatico, designer, si prospetta, invece, un periodo di attesa.

«La composizione dell’offerta di posti di tirocinio presenta un problema strutturale», spiega a swissinfo.ch Patrik Schellenbauer, coautore di una pubblicazione sul futuro dell’apprendistato presentata mercoledì.

«L’attuale mercato dei posti di apprendistato è dominato dal settore secondario, ossia dalle arti e mestieri, dall’industria e dall’edilizia. Il settore dei servizi – eccezion fatta per la vendita e le professioni commerciali – non risponde sufficientemente alla richiesta», continua Schellenbauer.

20’500 in attesa

Così, quasi un giovane su tre è costretto a posticipare di uno o più anni il suo ingresso nel mondo del lavoro. Nel 2010, erano 20’500 quelli iscritti alla “lista di attesa” [vedi dettagli a fianco].

«L’offerta di posti di tirocinio è in contrasto con la tendenza del mercato del lavoro», sottolinea Schellenbauer. Nel periodo dal 1998-2009, rileva la Segreteria di Stato dell’economia (Seco) c’è stata una crescita del 15% di posti nel settore dei servizi, mentre nel settore secondario il numero è rimasto invariato.

Il mercato dei posti di apprendistato non ha tuttavia risposto a tale evoluzione. Nello studio, Avenir Suisse propone quindi di creare 20’000 nuovi posti per i giovani in formazione nel settore terziario, riducendoli nel settore secondario.

«Assumendo degli apprendisti, le piccole e medie aziende attive nel ramo dei servizi fanno un investimento a lungo termine sul potenziale umano presente in Svizzera», afferma Schellenbauer. Va ricordato, infatti, che il bilancio costo-beneficio varia notevolmente tra le aziende formatrici. Stando ai dati del 2004, un tirocinante elettricista frutta all’impresa fino a 45’000 franchi in quattro anni, mentre la formazione di un informatico costa 32’000 franchi.

Concorrenza tra percorsi educativi

Gli autori della pubblicazione hanno individuato altre sfide che la nostra società e il sistema di formazione dovrà affrontare in futuro. Dalle cifre pubblicate quest’anno dall’Ufficio federale di statistica (Ufs), risulta che nel 2020 i giovani a terminare la scuola dell’obbligo saranno 74’000, 7’000 in meno rispetto al 2009.

Questo calo accentuerà la concorrenza tra i diversi percorsi educativi, ossia tra la formazione ginnasiale e quella duale. Nascerà così una gara per accaparrarsi gli apprendisti e gli studenti di liceo.

A uscirne perdente, secondo le previsioni dell’Ufs, sarà la formazione professionale di base, confrontata in dieci anni con un calo di 6’000 giovani. Per scongiurare questo scenario, Avenir Suisse propone dei cambiamenti nella formazione duale.

«La formazione duale ha contribuito al successo economico della Svizzera. Dobbiamo per tanto averne cura. Tuttavia, ci vogliono delle riforme oculate e intelligenti», ricorda Gerhard Schwarz, direttore del laboratorio di idee liberale.

Sistema duale superato?

Quali? In un mondo del lavoro sempre più internazionale e globalizzato, l’obiettivo principale delle scuole professionali dovrà essere il promovimento della mobilità degli apprendisti mediante l’acquisizione di competenze linguistiche, matematiche e nelle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Ciò garantirà loro l’integrazione nel mondo del lavoro in costante evoluzione.

Questa strategia intende – tra l’altro – contrastare la visione presentata dalle Accademie svizzere delle scienze nel settembre 2009. Per gli autori del libro bianco “Un’educazione per la Svizzera del futuro”, il tradizionale “sistema duale” apparterrebbe infatti al passato.

Le Accademie propongono di raddoppiare il numero di studenti delle università e delle altre scuole superiori entro il 2030, favorendo di riflesso la formazione liceale dei giovani.

Immigrazione sempre più qualificata

Questa visione si inserisce nel contesto attuale del mercato del lavoro in Svizzera, che recluta sempre più manodopera qualificata all’estero. «Il nostro sistema di formazione sforna troppi accademici in scienze sociali e umanistiche. Invece, il mercato cerca medici, laureanti in economia o in scienze tecniche e naturali», osserva Patrik Schellenbauer.

Quali provvedimenti vanno adottati affinché si formi più personale nel settore terziario? Avenir Suisse propone di adottare il “sistema duale” anche nelle Scuole universitarie professionali (SUP). «I maturandi prima di essere ammessi alle SUP devono stipulare un contratto di tirocinio con un’azienda. Si tratta di un apprendistato a un livello superiore che si conclude dopo tre anni con il conseguimento di un “professional bachelor”», spiega Schellenbauer.

Questa idea non è nuova in Europa. Infatti, è radicata nel panorama formativo nel Baden-Württenberg e in Baviera, in Germania. «Questa proposta mira a colmare il divario fra le esigenze del mercato del lavoro e la formazione. Anche se il potenziale umano in Svizzera non è sufficiente per rispondere alla richiesta di personale con un diploma superiore, dobbiamo tuttavia tentare di riequilibrare questo rapporto», esorta Schellenbauer.

A questa lista si iscrivono i giovani che non hanno trovato uno sbocco nel mondo del lavoro dopo la conclusione dell’obbligatorietà scolastica.

Questi ultimi frequentano un decimo anno scolastico, corsi professionali preparatori, scuole di lingua o trascorrono un periodo all’estero.

Stando ai dati dell’Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia (UFFT), dal 1990 questo numero è raddoppiato, passando da 10’000 a 20’000 in venti anni. Questa soluzione di ripiego interessa un giovane su tre.

Se finora si è sempre paralato di immigrazione di manodopera per i lavori disdegnati dagli svizzeri, quali operai, netturbini, inservienti e camerieri, da alcuni anni a questa parte, si denota invece un afflusso di manodopera altamente qualificata proveniente dall’estero.

Nel 2009, gli stranieri occupavano percentualmente il 21,5% dei posti di lavoro di tipo accademico.

Due terzi del personale altamente qualificato viene reclutato all’estero. Soltanto, un terzo viene formato dalle scuole superiori.

Nel 2008, le scuole universitarie professionali hanno consegnato 24’000 master. Nello stesso anno sono stati impiegati 45’000 stranieri con una formazione analoga.

Die Zukunft der Lehre, die Berufsbildung in einer neuen Wirklichkeit” (Il futuro dell’apprendistato, la formazione duale di fronte a una nuova realtà) è edito da Avenir Suisse.

Gli autori sono Patrik Schellenbauer, Rudolf Walser, Daniela Lepori, Beat Hotz-Hart, Philipp Gonon e Lukas Egli.

La fondazione Avenir Suisse è un laboratorio d’idee indipendente dell’economia svizzera.

I suoi fondatori la considerano una «fondazione operativa» che si ispira al modello di think tank anglosassone.

Al centro del suo impegno c’è l’analisi in proiezione futura delle necessità economiche, sociali e politiche degli svizzeri e della Svizzera. A questo proposito, incarica istituti scientifici ed esperti di eseguire e pubblicare delle ricerche o organizza incontri e dibatti.

È stato creato nel 1999 da 14 imprese, tra cui ABB, Credit Suisse Group, Nestlé, Novartis, Roche, Sulzer, Swiss Re, UBS e Zurich Financial Services.

Il Consiglio di fondazione è composto da rappresentanti delle società fondatrici. Dal 2009, il direttore della fondazione è Rolf Soiron, 65 anni.

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