Prospettive svizzere in 10 lingue

Una ministra tra la gente

Bagno di folla a Biasca per Micheline Calmy-Rey

La presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey ha incontrato mercoledì la popolazione di Biasca: una discussione franca e schietta che i presenti hanno molto apprezzato.

Si tratta dell’ottavo di una serie di appuntamenti voluti dalla ministra degli esteri, che ha in tal modo voluto verificare la conformità del suo impegno politico alle aspettative dei cittadini.

Cosa pensa la ministra della medicina alternativa? Non ritiene, la presidente della Confederazione, che si investano a giusto titolo molti soldi per l’aiuto allo sviluppo, ma non si faccia abbastanza in favore di anziani e giovani in Svizzera? E che dire di quel terreno a Biasca, oggetto di accese discussioni tra Confederazione e Comune: la presidente può magari metterci una buona parola?
Queste sono soltanto alcune tra le molte domande poste mercoledì sera dagli abitanti di Biasca – comune situato proprio sulla via di transito nord-sud – alla ministra degli esteri socialista Micheline Calmy-Rey, scesa in Ticino per incontrare la popolazione.

Si tratta di un’iniziativa voluta dalla presidente della Confederazione per toccare con mano le preoccupazioni e le aspettative delle diverse regioni linguistiche del Paese: dieci serate in località periferiche che spesso, come ha affermato la consigliera federale stessa, «non possono approfittare della crescita economica come altrove in Svizzera».

Micheline Calmy-Rey, con la voce un po’ roca – non dappertutto il clima è mite come in Ticino, è stato simpaticamente sottolineato – ha risposto con franchezza alle domande e agli appelli del foltissimo pubblico, non esitando a parlare anche di sé stessa e della propria esperienza famigliare.

La presidente della Confederazione ha potuto dunque vivere da vicino un Cantone che – come affermato in apertura di dibattito dal sindaco di Biasca Jean-François Dominé – «ha una vera passione per la politica e crede alla forza delle idee e del dibattito».

Dimensione internazionale

Aiuto allo sviluppo, accordi bilaterali con l’Unione europea, statuto del Kosovo, eventuale guerra in Iran: dalla platea è stato chiesto a Micheline Calmy-Rey di prendere posizione in merito a temi che la interessano da vicino, in quanto ministra degli esteri.

La consigliera federale ha spiegato che la politica internazionale della Confederazione interessa da vicino anche i cittadini elvetici. «Aiutando le persone direttamente in loco, si possono limitare i flussi migratori verso la Svizzera, dove il sostegno comporterebbe sicuramente costi maggiori. Inoltre, uno Stato estero che cresce, costituisce un’opportunità per la nostra economia e di riflesso per tutta la nazione», ha affermato la ministra, rispondendo a un cittadino che le aveva chiesto se questo tipo di interventi non sono eccessivi, rispetto a quanto viene fatto in favore di anziani e giovani in patria.

Con chiarezza e ricorrendo ad alcuni esempi, Micheline Calmy-Rey ha poi illustrato ai presenti le peculiarità e le difficoltà della politica di accordi bilaterali con Bruxelles: da parte elvetica sono ricercate soluzioni vantaggiose per il Paese che comunque devono ricevere l’avallo della controparte europea. La consigliera federale ha ribadito che questo modo di procedere è stato approvato in votazione dal popolo, il quale avrà nuovamente occasione di esprimersi a tal proposito in futuro.

«La Svizzera non è questa!»

Moltissime le sollecitazioni concernenti la politica interna. Micheline Calmy-Rey è stata lodata per la sua iniziativa del 1° agosto: «Nessuno può prendere in ostaggio il patriottismo», ha risposto.

La ministra degli esteri ha poi ribadito il suo «disgusto» per alcuni messaggi della campagna elettorale attualmente in corso, segnatamente il manifesto dell’Unione democratica di centro (destra nazional-conservatrice), in cui una pecora nera viene esclusa dal gregge. «La Svizzera non è questa! Il nostro Paese è un modello di coesione, di equilibrio e di dialogo tra diverse lingue e culture. È questa la nostra forza, e l’incontro di stasera ne è la prova».

Interpellata in merito al clima di lavoro in seno al Consiglio federale dopo il 2004, Micheline Calmy-Rey ha risposto che «anche se questo può forse stupire, devo dire che in seno all’esecutivo si opera in modo veramente costruttivo, nonostante le sensibilità politiche diverse». «E cosa ne dice di un presidente eletto per quattro anni ?», le chiede qualcuno. «Non credo si tratti di una buona idea», risponde, «poiché il presidente e di conseguenza il suo partito godrebbero di visibilità eccessiva durante il quadriennio».

Le domande fioccano e Micheline Calmy-Rey non si tira indietro. Si va dagli asili nido – e qui risponde anche sulla scorta della sua esperienza di madre e nonna – alla cassa pensione delle Ferrovie federali – «è un problema che mi sta molto a cuore, dato che mio padre era ferroviere» – passando per questioni di stretta attualità come l’internamento a vita dei criminali pericolosi.

«E i comunisti in Ticino?»

L’occasione era propizia per porre domande anche in merito a tematiche più strettamente legate al Ticino. C’è chi ha chiesto alla presidente un’opinione in merito al neo(ri)nato Partito comunista. «Io appartengo alla sinistra democratica che da tempo si è staccata dai comunisti; tuttavia, se il partito rispetta le regole, non ho nulla in contrario a questa denominazione», è stata la risposta.

E poi ancora: gli sgravi fiscali alle persone sole, la proposta di una festa d’inaugurazione sul Gottardo per la nuova trasversale ferroviaria – «Un’idea splendida! Se sarò ancora viva, mi piacerebbe parteciparvi» –, la medicina alternativa e, dulcis in fundo, un terreno di proprietà della Confederazione a Biasca che interessa molto al Comune, ma sul cui prezzo non vi è ancora un accordo. Micheline Calmy-Rey ha promesso che ne parlerà al collega di Governo che si occupa della questione.

La ministra ha poi elogiato il Ticino per il suo contributo alla Confederazione e ha auspicato una sua maggiore presenza a Berna: «Faccio parte anch’io di una minoranza, e devo dire che talvolta nella capitale mi sento sola…».

«Veramente una bella idea»

A conclusione della discussione, dopo la consegna di alcuni omaggi alla presidente, ha avuto luogo un momento conviviale in cui i presenti hanno potuto salutare personalmente l’illustre ospite.

L’iniziativa è stata molto apprezzata: «anche se non sono d’accordo su tutto, trovo che sia stata veramente una bella idea, quella di venire qui e parlare con noi. Spero si ripeterà», afferma un giovane a fine serata.

swissinfo, Andrea Clementi, Biasca

Micheline Calmy-Rey è nata a Chermignon in Vallese l’8 luglio 1945. Nel 1968 ottiene una laurea all’Istituto universitario di studi internazionali di Ginevra. Sposata, madre di due figli, dirige per vent’anni un’azienda attiva nella diffusione di libri.

Nel 1979 Micheline Calmy-Rey entra nel partito socialista ginevrino che presiederà per la durata di due periodi. Deputata in Gran Consiglio, si occupa soprattutto delle finanze pubbliche. Quando viene eletta nel governo di Ginevra (1997) assume, di conseguenza, la direzione del Dipartimento delle finanze.

Il 4 dicembre 2002 è eletta in Consiglio federale e diventa responsabile del Dipartimento degli affari esteri (DFAE).

Nel suo anno di presidenza, Micheline Calmy-Rey ha scelto di recarsi nelle periferie dei centri urbani per incontrare la popolazione e conoscerne le reali necessità. In totale, la consigliera federale visiterà dieci località in tutte le regioni del Paese. Finora si è recata nella Val Monastero, a Bellach, Stans, Moudon, Röthenbach, Wil e Monthey.

Biasca, ottava tappa dell’itinerario, è una località di circa 6’000 abitanti nella Svizzera italiana che ha conosciuto cambiamenti importanti in seguito alla chiusura della vicina acciaieria Monteforno e all’apertura dell’autostrada.

Il periplo della consigliera federale avrà anche un risultato concreto: le principali indicazioni scaturite dagli scambi con i cittadini confluiranno in un documento che sarà poi sottoposto al Consiglio federale.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR