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Una riforma fiscale ecologica ancora poco convincente

Le ministre delle finanze e dell'economia Eveline Widmer-Schlumpf e Doris Leuthard vorrebbero un'ampia riforma del sistema fiscale Reuters

Per raggiungere gli obbiettivi della nuova strategia energetica 2050, il governo svizzero propone una riforma fiscale ecologica, che mira a tassare di più l’energia e meno il lavoro. Le proposte presentate giovedì dalla ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf non convincono la stampa.

«L’idea proposta dal Consiglio federale si trova già dagli anni ’80 nei cassetti di alcuni teorici di economia e, da allora, è stata regolarmente spinta in avanti dagli ambientalisti. Prevede di tassare l’energia invece del lavoro”, ricorda la Basler Zeitung, commentando il progetto di riforma del sistema fiscale presentato giovedì dalla ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf, accompagnata dalla collega dell’economia Doris Leuthard.

Le proposte del governo mirano ad aumentare il carico fiscale per le attività indesiderate (come il consumo di energia e l’inquinamento) e a diminuirlo per quelle auspicate (come il lavoro e gli investimenti). Complessivamente, non dovrebbe quindi aggravarsi il carico fiscale delle aziende e delle economie domestiche: il prodotto della riforma fiscale ecologica sarà infatti compensato con riduzioni di imposte e tasse oppure ridistribuito tra le economie domestiche e le imprese.

Consensi politici

Il progetto governativo non risolve la questione energetica in Svizzera, afferma il quotidiano basilese. “In seguito alla decisione di rinunciare all’energia nucleare, la Svizzera non sarà confrontata in futuro al problema di avere troppa energia elettrica. Dovrà piuttosto sostituire l’elettricità che verrà a mancare dopo la chiusura delle centrali atomiche”.

Sempre a detta della Basler Zeitung, con queste proposte Eveline Widmer-Schlumpf starebbe cercando soprattutto di raccogliere consensi tra le forze politiche rosso-verdi per salvare il suo seggio in occasione delle elezioni al governo del 14 dicembre. In realtà, aggiunge il giornale basilese, “diversi membri dei partiti del centro, dai quali la ministra delle finanze spera di ottenere sostegni, hanno appena bocciato in parlamento le proposte avanzate in favore di nuove sovvenzioni e tasse ecologiche”.

Quadratura del cerchio

“Quanto annunciato giovedì da Eveline Widmer-Schlumpf assomiglia alla quadratura del cerchio”, sostiene la Berner Zeitung. “Con una riforma fiscale ecologica si vorrebbe, nel contempo, alleviare i problemi ambientali e ridurre le conseguenze negative del sistema fiscale”.

Secondo il foglio bernese, le “chance di successo politico di questa riforma dipenderanno molto dalle proposte concrete” che il governo intende presentare verso metà del 2012. “Non è ancora chiaro in che misura i costi energetici aumenteranno. Ma una cosa è già sicura oggi: non vi è da attendere una terapia di choc. Se il progetto sarà accettato dal parlamento, i prezzi dovrebbero aumentare a piccoli passi, fino a raggiungere il livello desiderato”.

Prezzo reale

“La doppia strategia del governo verrà probabilmente attaccata da ogni parte e rischia di arenarsi nelle sabbie parlamentari. O, per finire, di venir respinta in votazione federale”, ritiene Le Temps. “I cittadini sono coscienti dei danni ecologici, ma non riconoscono facilmente che la protezione dell’ambiente ha un prezzo reale”.

A detta del giornale romando, la riforma fiscale si scontrerà con numerose lobbies et opposizioni settoriali. “Ad esempio, coloro che non possono facilmente ridurre i loro consumi energetici o si trovano confrontati ad una forte concorrenza internazionale da parte di aziende che non devono sopportare lo stesso peso fiscale. Ma anche i cittadini pendolari che non potranno accettare un ulteriore aumento dei prezzi dei trasporti”.

Grandi vertenze

“La riforma fiscale dovrebbe rilanciare la grande svolta ecologica, di cui la Svizzera ha bisogno per liberarsi dall’energia nucleare. Un modello fiscale idoneo esiste però già oggi ed è già stato sperimentato con successo: la tassa sul CO2. Basterebbe estendere questa tassa, prelevata sui combustibili fossili, ad altre fonti energetiche e riversarne gli introiti alla popolazione”, sostiene la Südostschweiz.

Eveline Widmer-Schlumpf sta invece rischiando di far affondare le chance di concretizzare una vera riforma fiscale, dichiara il giornale della Svizzera sud-orientale. “La ministra sta cercando di abbinare l’introduzione di una tassa ecologica alla riduzione delle imposte in altri settori. In tal modo si espone a troppi attacchi da parte degli oppositori. Si preannunciano grandi vertenze sulle imposte che andrebbero ridotte”.

Il governo svizzero ha annunciato giovedì di voler esaminare una riforma del sistema fiscale, volta a gravare in misura maggiore le attività indesiderate (ad es. il consumo di energia e l’inquinamento ambientale) e a sgravare nel contempo le attività auspicate (ad es. il lavoro e gli investimenti).

Questa riforma non comporterebbe un maggiore carico fiscale per le economie domestiche e le aziende: i nuovi introiti fiscali sarebbero compensato con riduzioni delle imposte e delle tasse oppure ridistribuito tra le economie domestiche e le imprese.

Attualmente i costi esterni del consumo individuale di energia, come le emissioni di CO2, gli inquinamenti ambientali e i rischi non coperti di incidente, sono accollati alla società, rileva il Consiglio federale.

Secondo il governo, la riforma fiscale ecologica costituirebbe un importante strumento di raggiungimento degli obiettivi della nuova strategia energetica 2050. La riforma creerebbe incentivi volti alla riduzione del consumo di energia. Inoltre verrebbe migliorata la garanzia dell’approvvigionamento.

Il Consiglio federale ha quindi incaricato il Dipartimento federale delle finanze (DFF) di analizzare, entro metà 2012, diverse varianti di riforma fiscale ecologica e di sottoporgli raccomandazioni sull’ulteriore modo di procedere.

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