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Una ruota di scorta per i giovani disoccupati

Nuovi programmi per aiutare i giovani. swissinfo.ch

Con i semestri di motivazione, si favorisce il reinserimento dei giovani nel mercato del lavoro.

L’anno scorso, il tasso di disoccupazione per i giovani dai 15 ai 24 anni ha raggiunto il 4,7%. Nel 2002 era del 3%.

“Le statistiche sulla disoccupazione non sono rappresentative dei giovani che si ritrovano in situazione precaria dopo la fine del periodo scolastico obbligatorio”, avverte subito Mario Bugnon, direttore della fondazione “Intervalle”, incaricata dell’organizzazione dei semestri di motivazione nel canton Friborgo.

“Molti giovani sono in attesa di intraprendere un decimo anno di scolarità, uno stage di tirocinio sostenuto dalla Confederazione o, com’è appunto il caso qui, un semestre di motivazione. Questi ragazzi non sono contati nelle statistiche della disoccupazione”, aggiunge Bugnon.

Finanziato dall’assicurazione disoccupazione



Per diminuire il tasso di disoccupazione tra i giovani sono state messe in atto varie misure. Il programma dei semestri di motivazione è una di queste.

Lanciati nel 1994, questi programmi rientrano nelle misure attive finanziate dall’assicurazione disoccupazione. Durano dai 6 ai 12 mesi, a dipendenza della regione, e comprendono generalmente dei corsi di formazione e degli stages pratici presso le ditte.

L’anno scorso, 21 cantoni – 3 in più dell’anno precedente – hanno approfittato di quest’occasione offerta dalla Confederazione.
Nel 2003, 3’800 giovani hanno beneficiato di questi programmi, contro i 2’800 del 2002.

Una forte richiesta



“La richesta aumenta sempre più e quest’anno il numero di posti disponibili aumenterà del 20%. Ma sono convinto che non saranno sufficienti”, fa notare Alain Granger, coordinatore per la Svizzera romanda ed il Ticino.
Ufficialmente, i semestri di motivazione s’indirizzano ai giovani dai 15 ai 25 anni. Ma poi, in realtà, il 60% dei partecipanti ha tra i 16 e 17 anni.

“Questi programmi attirano soprattutto gli adolescenti che stanno cercando una formazione. Questa piattaforma semi-professionale permette loro di meglio valutare tutte le possibilità e di orientarsi così verso la professione che più si addice alle capacità di ognuno”, afferma Tony Erb, responsabile del settore dei programmi per il mercato del lavoro presso il Segretariato di Stato dell’economia (seco).

“Facciamo soprattutto della prevenzione. Questi ponti che gettiamo verso le formazioni di tirocinio vogliono evitare che i giovani diventino dei disoccupati di lunga durata”, aggiunge Erb.

Un ultimo appiglio



Per una buona parte dei giovani, i semestri di motivazione rappresentano in effetti un’ultima ruota di scorta dopo la scuola dell’obbligo.
“Mi hanno avvertita in ritardo che non potevo continuare la scuola. Il mio orientatore professionale mi ha allora suggerito di considerare i semestri di motivazione. È sempre meglio che restarsene a casa”, spiega Vanessa.
Come questa ragazza di 16 anni, un centinaio di altri giovani si ritrovano così alla Fondazione “Intervalle”, dopo aver tentato delle formazioni scolastiche o professionali.

“Solo il 10% di loro proviene dagli uffici di collocamento. Gli altri, invece, partecipano perché consigliati dall’orientatore scolastico o da conoscenti”, rileva Mario Bugnon.

“Generalmente si tratta di giovani socialmente svantaggiati e mal integrati. Non fanno parte di nessuna associazione o club sportivo. Così si rivolgono a noi, in mancanza di meglio”, aggiunge il direttore della Fondazione “Intervalle”.

Sedurre ad ogni costo



“Volevo intraprendere un decimo anno scolastico, ma non ci sono riuscito. Siccome non avevo previsto un’alternativa, mi sono ritrovato con nulla tra le mani. Oggi sono di nuovo motivato e mi sto impegnando al massimo per trovare un posto per un apprendistato”, ammette Yannick.

I semestri di motivazione favoriscono attivamente le relazioni tra i giovani ed il mondo professionale. Gli adolescenti sono istruiti sulle pratiche indispensabili da seguire per postulare presso le varie ditte. Così da ottenere almeno un posto per uno stage.

Per loro è un’occasione per avvicinarsi al mondo del lavoro, di scoprire le nuove opportunità e soprattutto di trovare la propria vocazione. È inoltre la possibilità di presentarsi presso un nuovo padrone e di convincerlo della propria buona volontà.

Un ponte verso il mondo del lavoro



“Non bisogna illudersi, la maggior parte dei ragazzi che si rivolgono a noi non rispondono alle esigenze richieste dal mondo professionale. Sono tuttavia dei lavoratori motivati, che possono seguire con soddisfazione una formazione pratica”, precisa Mario Bugnon.

I risultati che scaturiscono da questi semestri di motivazione confermano d’altronde il successo di questa nuova misura di reinserimento. Secondo un rapporto del seco, il tasso di reinserimento dei giovani ha raggiunto, nel periodo dal 1998 al 2000, il 63%. Questa percentuale è poi scesa al 60%, per poi fissarsi al 57% nel 2002.

“Il problema è che non sempre riusciamo a trovare dei posti, non fosse che per degli stages pratici. Gli imprenditori non vogliono più incaricarsi della formazione dei giovani”, si lamenta Alain Granger.

Stando alle cifre scaturite dal rapporto del seco però, solo un 25% dei giovani non riesce a reinserirsi e finisce in disoccupazione.

swissinfo, Vanda Janka
(traduzione dal francese e adattamento: Luigi Jorio, swissinfo)

Nel 2001 i partecipanti sono stati 2’622.
Nel 2003 sono saliti a 3’840.
I costi per l’assicurazione disoccupazione sono passati da 27 a oltre 39 milioni.

I semestri di motivazione rappresentano delle misure finanziate dall’assicurazione disoccupazione.

Si indirizzano ai giovani tra i 15 e 25 anni.

Si tratta di programmi di formazione professionale e di pratica di una durata che va dai 6 ai 12 mesi.

Permettono ai giovani di affinare le loro conoscenze e di avvicinarsi al mondo del lavoro.

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