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Una valanga all’origine del dramma della Jungfrau

Le reclute sono precipitate per 1000 metri mentre cercavano di raggiungere la vetta della Jungfrau Reuters

L'incidente del 12 luglio scorso, quando sei reclute persero la vita sulla Jungfrau, è stato causato da una valanga. Quest'ultima è stata "molto probabilmente" provocata dagli stessi militari.

Nei confronti delle due guide alpine civili che accompagnavano i soldati sarà avviata una procedura per omicidio plurimo colposo. Lo ha comunicato giovedì la giustizia militare.

Le prove raccolte hanno fornito una quantità di elementi sufficiente per avviare l’istruzione preparatoria, ha affermato il capitano Christoph Huber, il giudice istruttore del Tribunale militare 6 incaricato del caso. Egli non ha escluso un’estensione delle indagini ad altre persone, come i superiori gerarchici.

Le due guide in questione – per le quali, ha sottolineato Huber, “vale tuttora la presunzione d’innocenza” – sono un 45enne e un 32enne, che continuano a prestare servizio per l’esercito.

Per il momento né l’esercito né il Dipartimento federale della difesa hanno voluto commentare le conclusioni del Tribunale militale.

Una valanga provocata

Nella perizia ordinata dalla giustizia, l’Istituto federale per lo studio della neve e delle valanghe (SNV) considera “certo” che i soldati deceduti siano caduti dal pendio a causa di una valanga.

Secondo gli esperti di Davos, recatisi sul posto il giorno della disgrazia, la slavina è stata “con ogni probabilità” originata dai militari stessi. È infatti “estremamente improbabile” che sia stata provocata da terzi, da animali o abbia avuto un’origine spontanea, ha dichiarato il direttore dell’SNV Jakob Rhyner.

Dopo l’incidente il presidente dell’Associazione svizzera delle guide di montagna (ASGM), Georg Flepp, aveva ipotizzato che la caduta fosse stata causata da un passo falso di un membro della prima cordata.

Pericolo “marcato”

Secondo gli esperti di Davos il giorno dell’incidente sussisteva un pericolo di valanghe “marcato” (grado 3 della scala europea). In estate i pendii innevati sono particolarmente instabili nei giorni successivi a nevicate: dal 1971 al 2006, 32 persone hanno perso la vita a causa di valanghe nei mesi di luglio e agosto in Svizzera.

Il pendio dove è avvenuto l’incidente, al di sopra della sella denominata Rottalsattel, è un fianco inclinato verso sudest situato tra i 3900 e i 4000 metri, rileva l’SNV. La pendenza del fianco si situa tra 40 e 45 gradi. Il pendio è esposto e vi è pericolo di cadute.

Dall’inizio di luglio al giorno dell’incidente c’erano stati due periodi di precipitazioni (1-6 luglio e 8-11 luglio), con circa 60 centimetri di neve fresca ciascuno. La valanga che ha causato l’incidente era larga 80 metri circa con uno spessore della frattura di 10-40 centimetri.

Vittime di età compresa tra 20 e 23 anni

Le vittime sono sei militari fra i 20 e i 23 anni della scuola reclute di specialisti di montagna di Andermatt (UR): quattro vallesani, un vodese e un friburghese. L’incidente è avvenuto mentre i militari risalivano il versante sud della Jungfrau (4158 m) sulla “via normale”.

I sei militari, un sergente e cinque reclute, assicurati in due cordate, sono precipitati per 800-1000 metri in uno stretto canalone sul ghiacciaio del Rottal (sul versante opposto rispetto a quello di ascesa alla sella) e per loro non c’è stato nulla da fare.

Il giorno dell’incidente, Hans Möhl, responsabile della capanna del Rottal del Club alpino svizzero, aveva giudicato incomprensibile che i militari avessero intrapreso l’ascesa in simili condizioni.

Nello stesso luogo della disgrazia vi erano già stati diversi incidenti e fra il 1966 e il 1981 erano morte 25 persone. Il percorso è stato poi reso più sicuro con dei picchetti e gli incidenti sono diminuiti, ma non sono scomparsi del tutto. Lo scorso anno hanno perso la vita tre persone e i corpi non hanno ancora potuto essere recuperati.

swissinfo e agenzie

12 luglio : cinque reclute e un sergente del Gruppo specialisti di montagna 1 dell’esercito svizzero perdono la vita sulla Jungfrau dopo essere stati travolti da una valanga.

13 luglio: la giustizia militare apre un’inchiesta contro ignoti. Si moltiplicano le voci critiche, secondo le quali un’ascensione del genere non avrebbe dovuto essere compiuta tenuto conto delle condizioni meteo.

15 luglio: una guida alpina privata afferma di aver avvertito le guide dell’esercito dei rischi che stavano correndo.

16 luglio: la giustizia militare spiega che potrebbero non esserci legami tra la valanga e la caduta mortale dei soldati.

17 luglio: durante la cerimonia d’addio ad Andermatt, il ministro della difesa Samuel Schmid mette in guardia contro le condanne precipitose e promette chiarezza.

26 luglio: una conferenza stampa del giudice d’istruzione militare non apporta alcun elemento nuovo. Viene richiesta una perizia all’Istituto federale per lo studio della neve e delle valanghe.

4 ottobre: la giustizia militare annuncia l’apertura di un’inchiesta ordinaria per omicidio colposo contro le due guide alpine. Secondo gli esperti di Davos, i soldati sono morti a causa di una valanga che hanno, essi stessi, causato.

L’incidente accaduto sulla Jungfrau è il più grave che ha coinvolto l’esercito svizzero dal 1992, quando l’esplosione di un deposito di munizioni sul passo del Susten causò la morte di sei persone.

La peggior tragedia provocata da una valanga risale al 1970. Una slavina staccatasi a Reckingen, un villaggio nel canton Vallese, fece 30 vittime, tra cui 19 militari.

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