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Una vera tigre nel motore

I campi petroliferi non sono eterni, bisognerà trovare nuove fonti energetiche Keystone

Di fronte alla fine del petrolio e ai cambiamenti climatici occorrono nuove fonti energetiche: in Svizzera si vuole produrre diesel con farine e grassi animali.

La prospettiva di veder finire anche il proprio animale domestico nel serbatoio dell’automobile solleva interrogativi e dibattiti tra la popolazione.

Il crescente aumento dei consumi energetici a livello mondiale, l’inevitabile esaurimento delle risorse petrolifere e le minacce di cambiamenti climatici stanno accelerando le ricerche di nuove vie in campo energetico.

Alcuni paesi intendono, tra l’altro, promuovere la benzina biologica a base di materie vegetali (colza, cereali, ecc.). In Svizzera sono perfino in fase di elaborazione o realizzazione progetti per la produzione di carburanti derivati da residui animali.

Il più importante dovrebbe venir lanciato già in febbraio dalla Centravo-GZM, l’azienda che smaltisce oltre la metà dei rifiuti di origine animale in Svizzera.

Materiali già impiegati in passato

“Nei nostri impianti confluiscono ogni anno oltre 100 mila tonnellate di carcasse e residui animali, provenienti dai macelli e dai centri regionali di raccolta degli animali morti. Da queste materie si estraggono due prodotti: grassi e farine animali”, spiega Georg Herriger, portavoce della Centravo-GZM.

Fino ad un decennio fa, questi prodotti venivano quasi interamente riciclati: le farine animali erano impiegate ad esempio per la produzione di concimi o addirittura quale foraggio per gli animali da allevamento.

La crisi della mucca pazza ha posto fine negli anni ’90 al cannibalismo forzato di bovini e ovini. Le farine animali, che possono contenere i prioni all’origine della pandemia, sono state messe al bando.

Da allora, questi residui animali vengono semplicemente bruciati per rispettare le consegne sanitarie. Le ceneri sono poi generalmente utilizzate per la produzione di cemento.

Alto valore energetico

“Dal momento che si tratta di prodotti con un alto valore energetico, si è ora pensato di impiegarli in modo più utile e razionale”, aggiunge Georg Herriger.

Così, l’azienda TMF di Bazenheid, nel canton San Gallo, ha già lanciato un progetto pilota per la trasformazione di farine animali in diesel per motori a basso regime, ad esempio motori di navi.

La Centravo-GZM punta addirittura alla produzione di un carburante in grado di far circolare autoveicoli sulle nostre strade. L’azienda intende costruire a Lyss, nel canton Berna, un impianto per l’estrazione di diesel da grassi animali.

Come il biodiesel derivato da materie vegetali, anche questo carburante, chiamato biodiesel plus, viene generalmente mescolato nella misura del 5% al diesel di origine fossile.

Dibattito aperto

Per costruire questo impianto, la Centravo-GZM spera che il Parlamento voglia accordare sgravi fiscali alla produzione di carburanti biologici. Dal profilo ecologico, il biodiesel estratto da grassi animali supera addirittura quello di origine vegetale.

“Per la produzione di biodiesel bisogna coltivare appositamente dei terreni con colza o altri prodotti agricoli. Per il biodiesel plus si impiegano sostanze animali che esistono già e che verrebbero semplicemente bruciate”, sottolinea Georg Herriger.

Il progetto della Centravo-GZM ha però suscitato un dibattito su alcuni giornali svizzeri: per produrre questo carburante saranno infatti impiegati anche animali domestici provenienti dai centri di raccolta delle carcasse.

L’idea di veder finire il proprio gatto o il proprio cane nel motore dell’automobile ha sollevato anche sentimenti di ribrezzo e indignazione da parte di alcuni lettori.

“Nessuno deve sacrificare i propri animali domestici: possono essere seppelliti, se pesano meno di 10 chili, oppure possono essere inceneriti in appositi crematori”, ricorda Georg Herriger.

Riserve etiche

Da parte loro, pur avanzando alcune riserve di natura etica, le organizzazioni per la protezione degli animali non sembrano intenzionate a battersi contro i progetti in corso.

“Spetta a tutta la società decidere, su basi etiche, se accordare o meno il diritto ad una pace eterna agli animali, come agli esseri umani”, afferma Bernhard Trachsel, etologo e responsabile della Società per la protezione degli animali di Zurigo.

“Se non si vuole accordare loro questo diritto, allora non si possono giudicare in modo molto diverso i vari metodi di utilizzazione dei cadaveri: è in fin dei conti la stessa cosa, se gli animali morti vengono impiegati per produrre concimi, cemento o carburante”.

Per i difensori degli animali occorre soprattutto lottare affinché, dalla nascita fino almeno alla morte, anche queste creature vengano trattate in modo “umano”.

“Personamente, non posso comunque immaginare di trasformare in carburante o in qualsiasi altro prodotto un cane o un gatto che ha fatto parte per molti anni della mia famiglia”, aggiunge Bernhard Trachsel.

swissinfo, Armando Mombelli

Consumi energetici in Svizzera nel 2004: petrolio 57%, elettricità 23,1%, gas 12,1%, altro (carbone, legno, ecc.) 7,8%.
Le fonti energetiche alternative (sole, vento, biomassa, ecc.) coprono attualmente solo l’1% dei consumi totali.
In base alle disposizioni legali approvate dal Parlamento, le emissioni di CO2 prodotte da energia fossile devono essere ridotte in media del 10%, entro il 2012, rispetto al livello del 1990.

Per far fronte alla fine dell’era del petrolio e ridurre le emissioni di CO2, diversi paesi sono alla ricerca di nuove fonti energetiche.
L’Unione europea ha fissato come obbiettivo, entro il 2010, di produrre biocarburanti sufficienti per soddisfare il 5,75% del consumo di benzina e diesel.
La Germania e l’Austria hanno già adottato misure per promuovere la produzione di biodiesel e biodiesel plus.
La Svizzera non ha ancora definito una sua strategia in quest’ambito. Il Parlamento è chiamato quest’anno ad esprimersi sulla proposta di accordare agevolazioni fiscali alla produzione di biocarburanti.

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