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Una visita in nome dell’amicizia e della cooperazione

Keystone

Nel primo giorno della sua visita in Svizzera, il presidente russo Dmitri Medvedev non ha risparmiato gli elogi nei confronti della Confederazione. Le eccellenti relazioni bilaterali tra i due paesi sono state sancite dalla firma di quattro nuovi accordi.

La Russia «ha da sempre un grande rispetto» per la Svizzera, un paese che non «fa parte di alcun blocco e che non ha pregiudizi», ha affermato Medvedev dopo essere stato accolto dal Consiglio federale al completo alla residenza del Lohn, a Kehrsatz (Berna).

Il capo del Cremlino spera di poter contare sul sostegno elvetico per i progetti russi di sicurezza in Europa, ha aggiunto.

Stando a interviste rilasciate nei giorni scorsi, Mosca auspica la creazione «di un luogo d’incontro universale, aperto a tutti, dove sia possibile discutere e risolvere i problemi di sicurezza europei».

Relazioni eccellenti

I colloqui tra il presidente russo e una delegazione del Consiglio federale si sono incentrati sulle relazioni bilaterali tra Berna e Mosca, giudicate ottime.

La visita di due giorni di Medvedev, la prima della storia di un dirigente russo, è «una manifestazione saliente delle eccellenti relazioni fra i nostri due Stati», ha detto il presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz, secondo cui questo evento «darà nuovi impulsi a sviluppare ulteriormente le relazioni bilaterali».

Il consigliere federale ha ricordato che i contatti politici si sono fortemente intensificati. «Entrambi i governi apprezzano la cooperazione e lo scambio di opinioni nei più svariati settori».

Un memorandum of understanding, firmato a Mosca nel 2007, prevede ad esempio la cooperazione in otto settori, tra cui economia, sicurezza, traffico aereo, politica europea e scienza.

Quattro nuovi accordi

Lunedì, al termine degli incontri, sono stati firmati altri quattro accordi che concernono il rilascio di visti, le procedure di rimpatrio, l’aiuto in caso di catastrofe e un’intesa in ambito sportivo.

Con l’accordo di riammissione, indica un comunicato del Dipartimento federale di giustizia e polizia, la Svizzera si propone di semplificare e disciplinare il rimpatrio delle persone costrette a lasciare il suo territorio.

L’accordo sui visti, che agevola il rilascio di visti di breve durata, consente dal canto suo alla Svizzera di adeguare la sua prassi a quella degli altri Stati Schengen.

Più spazio alla Svizzera

Le due delegazioni si sono inoltre soffermate sugli avvenimenti nel Caucaso, sulla situazione economica mondiale e sulle prospettive del G20.

Medvedev ha in particolare lodato il ruolo della Confederazione quale mediatrice nei conflitti internazionali. In seguito alla guerra in Ossezia del Sud dell’estate 2008, Berna rappresenta da quest’anno gli interessi diplomatici russi in Georgia e quelli di Tbilisi a Mosca.

In merito al tema che sta attualmente occupando il G20, il dirigente russo ha poi sostenuto che la Svizzera andrebbe associata alle discussioni sulla regolazione dei mercati finanziari.

Parlando del vertice del G20 che si svolge questa settimana a Pittsburgh, Medvedev ha annunciato che chiederà di trovare «il più rapidamente possibile» un accordo sulla riforma finanziaria internazionale.

Nel secondo giorno della visita di Stato, il presidente della Confederazione accompagnerà il suo ospite nella Svizzera centrale, dove il programma prevede tappe legate alla storia della Svizzera e della Russia.

E la Cecenia?

L’arrivo di Medvedev nella capitale elvetica è stato preceduto dall’azione di alcuni membri della Società dei popoli minacciati (SPM), i quali hanno manifestato per denunciare le violazioni dei diritti umani in Cecenia.

I dimostranti hanno deplorato gli omicidi e l’impunità che regna nella repubblica caucasica, rammentando la morte della giornalista Anna Politkovskaia e della militante per i diritti dell’uomo Natalia Estemirova.

Secondo la presidente di SPM, Ruth-Gaby Vermot, in Cecenia sono perpetrati gravi crimini quali la tortura, il rapimento e l’esecuzione sommaria, siccome le forze di sicurezza cecene e russe non temono alcun procedimento penale.

swissinfo.ch e agenzie

Gli scambi tra i due paesi sono già intensi nel XVIII secolo: scrittori, artisti ed eruditi russi visitano la Svizzera, mentre cittadini elvetici emigrano in Russia lasciando tracce della loro presenza, per esempio in ambito architettonico.

Nel XIX secolo la Russia è una delle grandi potenze a garantire la neutralità permanente della Svizzera. All’inizio del XX secolo, numerosi artisti, studenti e dissidenti politici russi, tra i quali Lenin, soggiornano in Svizzera. Nel 1918, nel contesto dei moti rivoluzionari, i due paesi interrompono le relazioni diplomatiche, riallacciandole solo nel 1946.

Dalla fine della guerra fredda, i contatti si sono intensificati rapidamente sul piano politico, economico, scientifico e culturale.

Per la Svizzera, la Russia è diventato un partner commerciale importante: la Confederazione rientra infatti tra i principali paesi investitori nella Federazione.

Inoltre, la Russia è l’unico membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’ONU con il quale avvengono annualmente visite reciproche a livello ministeriale.

Contemporaneamente, vi è un dialogo costante per quanto concerne i diritti dell’uomo, la sicurezza, il disarmo.

Da ormai 10 anni, la Svizzera fornisce sostegno tecnico e finanziario nonché un aiuto umanitario, in particolare nel Caucaso del Nord. La Svizzera rappresenta dal 2009 gli interessi diplomatici di Mosca in Georgia, e quelli di Tbilisi nella capitale russa.

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