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Una voce e una mano amica per i giovani in crisi

Non solo disagi, ma anche opportunità: Locarno città pilota per aiutare i giovani in difficoltà swissinfo.ch

Faticano a terminare una formazione, non hanno solidi punti di riferimento, sono allo sbando, se ne fregano, dicono così. Eppure per i giovani nella spirale del disagio, la vita è sempre difficile.

In un momento dove il tema della violenza giovanile si è imposto in tutta la sua complessità, il Ticino ha deciso di avviare un progetto pilota di “mentoring” per dare una mano ai giovani.

Prima di lasciare Itaca per combattere la guerra di Troia, Ulisse affida il proprio figlio Telemaco alle cure e alla protezione del saggio Mentore. Del racconto epico dell’Odissea, oggi non ci sono rimasti né dei, né gesta eroiche. Ma l’idea che per affrontare ostacoli, imprevisti, piccole e grandi battaglie quotidiane, una persona esterna alla famiglia può rappresentare una risorsa.

Il principio del consigliere fidato, della guida saggia o del precettore è infatti diventato parte integrante di numerosi progetti “mentoring”, un processo di accompagnamento in cui una persona esperta e matura segue un giovane bisognoso di aiuto o non perfettamente in grado di inserirsi nel contesto sociale che lo ospita.

Il viaggio del progetto pilota lanciato negli scorsi giorni dal Canton Ticino, inizia dunque a Locarno: non un’isola di soli conflitti – come i drammatici episodi degli ultimi tempi farebbero credere – ma una realtà in cui l’arcipelago dei giovani si riflette in modi e con esiti diversi. Locarno convive infatti con una presenza significativa – e talvolta purtroppo anche pericolosa – di giovani in situazione di disagio e di rottura.

Valorizzare, incoraggiare, motivare

Realizzato in collaborazione con Pro Juventute della Svizzera italiana, il progetto mentoring si prefigge di avviare una pratica di sostegno attraverso la creazione di diversi “tandem” in cui il mentore e il giovane sono gli attori principali. Sulla base delle segnalazioni dei servizi sociali e scolastici presenti sul territorio, verranno individuati ragazze e ragazzi bisognosi di aiuto che saranno affidati a persone ben inserite nel contesto sociale del Locarnese.

“Il mentoring – spiega Marco Galli, responsabile cantonale per le attività di sostegno ai giovani e alle famiglie – si rivolge a giovani in difficoltà, ma motivati ad inserirsi professionalmente e socialmente. La motivazione costituisce una discriminante importante. Il mentoring, inoltre, non sostituisce in nessun caso la presa a carico di giovani in estrema difficoltà o in fase acuta di dipendenza o criminalità”.

Attraverso la pratica del mentoring si vuole favorire l’emulazione positiva, nell’intento di valorizzare le risorse e le potenzialità che ogni individuo si porta dentro e che, in certi momenti della vita, non riesce a trovare o a esprimere.

In Svizzera esperienze positive

Se il Ticino ha deciso di partire in questa direzione nel desiderio di rispondere al male di vivere dei giovani – introducendo nel contempo una nuova modalità di azione sociale – è anche grazie all’esperienza positiva di simili progetti in Svizzera. “A Neuchâtel e nel canton Argovia – osserva Marco Galli – hanno dato risultati incoraggianti”.

Ilario Lodi, segretario della sezione svizzero italiana di Pro Juventute, cita l’esempio del progetto neocastellano “Alter Connexion”. “I risultati ottenuti – spiega a swissinfo Lodi – indicano che il progetto ha saputo adattarsi bene al contesto nel quale è stato inserito e a sviluppare risposte adeguate”.

“A Neuchâtel il programma ha coinvolto 70 persone e favorito il reinserimento di 48 di loro. Nove giovani hanno inoltre saputo coinvolgere nel loro percorso una trentina di ragazze e ragazzi. Questo dimostra – sottolinea Ilario Lodi – che l’emulazione positiva non si espleta solo tra il mentore e il giovane accompagnato, ma si manifesta anche tra i giovani stessi e all’interno della famiglia. E’ un meccanismo importantissimo”.

Segnali incoraggianti anche dal canton Argovia, che attraverso il progetto “Junior mentoring” garantisce l’accompagnamento dei giovani stranieri nel percorso verso l’apprendimento di una professione. Secondo un bilancio parziale stilato nel 2007, sui 147 tandem (mentore/pupillo) avviati, 88 hanno concluso il loro percorso, e 75 con successo.

Rilanciare la politica giovanile

“Sebbene Locarno abbia un centro giovanile, date le caratteristiche del Locarnese e la vastità del territorio – puntualizza Ilario Lodi – il programma di mentoring prenderà presumibilmente la forma della progettazione itinerante, per meglio favorire lo sviluppo della relazione tra il mentore e il giovane”.

“Le esperienze di Argovia e Neuchâtel – aggiunge – hanno del resto messo in evidenza quanto il recupero della dimensione relazionale a misura di giovane, e non solo di adulto, abbia propiziato il successo del progetto”. Ilario Lodi ricorda infatti che nelle attività proposte nel quadro del programma mentoring, il giovane è sempre al centro.

Progetti puntuali, come quello di Locarno, rispondono certamente a determinati bisogni, ma l’intervento sociale non può esaurirsi qui. In una società in continua trasformazione, anche le politiche giovanili devono evolvere diversamente.

“Non possiamo parlare di giovani solo quando si manifesta l’urgenza. Occorre rafforzare lo sviluppo delle politiche giovanili – conclude Ilario Lodi – garantendone le continuità. Attualmente sul territorio ci sono sicuramente molte iniziative interessanti. Ma sarebbe forse ora di insistere maggiormente sulla promozione del benessere giovanile. E’ la migliore prevenzione”.

swissinfo, Françoise Gehring, Locarno

Il mentore è una persona adulta, bene inserita socialmente e professionalmente; rappresenta una figura positiva, una possibilità di identificazione rassicurante, un punto di appoggio per il giovane in difficoltà.

Il ruolo del mentore è di aiutare il suo pupillo a ritrovare fiducia nelle proprie possibilità, d aiutarlo concretamente a stabilire contatti e relazioni necessarie alla suo inserimento sociale e professionale.

Il progetto mentoring è stato possibile grazie alla vendita dell’oro in eccedenza della Banca Nazionale svizzera. Il Cantone ha deciso di destinare parte della somma ricevuta per progetti di rilancio economico e a sostegno dell’occupazione.

Il progetto, la cui fase pilota durerà quattro anni, coinvolge Canton Ticino, Città di Locarno e Pro Juventute, che ne assume il coordinamento. Possono partecipare al progetto giovani di un’età compresa tra i 15 e i 22 anni, con possibilità fino a 25 anni.

L’obiettivo è di attivare nel 2008 una quindicina di misure di mentoring, e altrettante nel 2009. Tra gli obiettivi prioritari: sostenere il giovane nella ricerca e nel mantenimento di una formazione o di un lavoro; seguire il passaggio dalla scolarità obblgatoria al settore secondario; contenere e ridurre il numero di iniziative non portate a termine.

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