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UNIA mostra i suoi muscoli

Edoardo Bennato riscalda gli animi di lavoratori e sindacalisti in un autunno di trattative salariali Keystone

Appena nato, il nuovo grande sindacato UNIA ha inscenato sabato a Berna la sua prima manifestazione nazionale, a cui hanno partecipato circa 15'000 persone.

I lavoratori chiedono una busta paga più pesante e garanzie di protezione contro il dumping salariale.

Due settimane dopo la sua nascita, il nuovo supersindacato ha voluto subito dare un primo segnale di forza e assumere, come annunciato, un ruolo attivo di protagonista sulla scena politica e sociale svizzera.

All’appello dei dirigenti di UNIA hanno risposto sabato circa 15’000 lavoratori, che sono sfilati per le strade di Berna, prima di riunirsi nella nuova piazza di fronte a Palazzo federale.

Aumento del 2-3%

Il neonato sindacato rivendica in primo luogo un aumento globale dei salari del 2-3%.

“Ne abbiamo abbastanza di questi manager che dilapidano miliardi di franchi, sopprimono posti di lavoro e incassano stipendi milionari”, ha gridato Vasco Pedrina, copresidente di UNIA, esprimendo il malcontento dei lavoratori.

“Non possiamo più accettare che i nostri salari siano appena sufficienti per pagare premi delle casse malati e canoni di affitto esorbitanti”, ha reiterato Pedrina.

“Non meritiamo il salario che riceviamo”, gli ha fatto eco l’altro copresidente del più grande sindacato svizzero, Renzo Ambrosetti.

Rivendicazioni su vari fronti

Per migliorare la situazione dei suoi membri, UNIA si batte su vari fronti: un reddito minimo di 4’000 franchi nel settore edile, un tredicesimo salario per tutto il personale di alberghi e ristoranti, un aumento del 2,5-3,5% per i dipendenti di Coop e Migros.

Riunendo sotto un solo tetto 200’000 sostenitori – con la fusione tra SEI, FLMO, FCTA e unia/actions – il nuovo colosso sindacale spera di avere un maggiore impatto nelle difficili trattative salariali con il padronato.

Anche per l’anno prossimo, però, i lavoratori dovranno probabilmente accontentarsi di aumenti modesti: secondo le previsioni del Credito svizzero, pubblicate venerdì, nel 2005 la massa salariale si espanderà soltanto dello 0,5% in termini reali.

Mentre il potere d’acquisto dei salariati è in diminuzione da anni, alcuni datori di lavoro vorrebbero che i dipendenti lavorassero più a lungo e guadagnassero meno, afferma UNIA.

No al dumping

La manifestazione, che si è conclusa con un concerto di Edoardo Bennato, aveva inoltre come obbiettivo di ribadire la ferma opposizione dei sindacati al dumping salariale.

Un problema che, secondo i dirigenti sindacali, rischia di rafforzarsi con l’estensione ai 10 nuovi membri dell’Unione europea degli accordi sulla libera circolazione delle persone conclusi dalla Svizzera e dai 15 vecchi membri.

Secondo l’UNIA, già dall’entrata in vigore della seconda fase della libera circolazione, il primo giugno, si assiste ad un degrado delle condizioni salariali in tutta la Svizzera.

Il supersindacato esige da governo e parlamento misure di accompagnamento per impedire un crescente dumping salariale. In caso contrario, minaccia di ricorrere al referendum per bloccare l’allargamento ad est degli accordi tra Svizzera e UE.

swissinfo e agenzie

Circa 15’000 persone si sono radunate sabato a Berna per una manifestazione indetta da UNIA.
Il più grande sindacato svizzero rivendica un aumento globale del 2-3% dei salari.
UNIA minaccia inoltre di ricorrere al referendum per bloccare l’estensione ai 10 nuovi membri dell’UE degli accordi sulla libera circolazione delle persone.

Nato il 16 ottobre scorso, UNIA è il frutto della fusione tra:

– il Sindacato edilizia ed industria (SEI), nato nel 1992 e sostenuto da 91’000 membri;

– il Sindacato dell’industria, della costruzione e dei servizi (FLMO), fondato nel 1888, 88’000 membri;

– la Federazione svizzera dei lavoratori del commercio, dei trasporti e dell’alimentazione (FCTA), sorta nel 1904, 14’000 membri;

– unia/actions, sindacato del settore dei servizi creato nel 1996 da SEI e FLMO, 20’000 membri.

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