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Unique: «È una questione nazionale»

L'ampliamento dell'aeroporto di Zurigo era stato pianificato 14 anni fa ed approvato con una votazione popolare nel 1995.

Società come Unique, che gestisce l’aeroporto, hanno pianficato strategie d’espansione ora rimesse in discussione.

Tornare indietro, per una struttura concepita per durare a lungo, è praticamente impossibile.

Sicché oggi, con un calo dei passeggeri del 14 per cento soltanto nel 2002, il nuovo terminal d’imbarco (il “dock E”) costruito tra le piste e collegato con un modernissimo “Sky Metro” al corpo centrale dell’aerostazione, ancor prima d’entrare in funzione appare già come una palla al piede: solo per manutenzione, interessi e ammortamenti costa 5,2 milioni di franchi al mese.

Ciò nonostante, Unique ha deciso di aprire ugualmente il dock E, ma soltanto a partire dal 1. settembre prossimo e per giustificare un aumento delle tasse aeroportuali dal 30 al 47 per cento.

In tal modo, Zurigo diverrà uno degli scali più cari in Europa, dopo Atene e Londra, ma anche uno con gli standard qualitativi più alti.

L’annuncio così anticipato dell’apertura del dock E è servito anche a dare una tacita risposta alle polemiche preelettorali di questi giorni che prospettano un ridimensionamento dell’aeroporto di Zurigo.

Infatti, sulle dichiarazioni dell’Udc in merito al futuro dell’aeroscalo, Unique preferisce non esprimersi: in fondo – ci viene risposto – del problema è stato fatto tema di campagna elettorale, in cui la società aeroportuale non vuole immischiarsi.

«La questione» – si limita a dire Joseph Felder, presidente della direzione di Unique – «è importante non per Zurigo ma per la Svizzera: si tratta di capire se questo paese desidera avere collegamenti diretti con l’estero, oppure no».

Come dire: è una scelta politica di fondo, che non lascia spazio alle mezze misure: efficienza e prestigio bisogna pagarseli, anche quando fossero poco redditizi.

swissinfo, Silvano, De Pietro

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