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Uno strumento contro le disparità salariali

I Guglielmo Tell di oggi continuano a guadagnare più delle signore Helvetia swissinfo.ch

Per combattere le discriminazioni dovute al sesso, i sindacati presentano un nuovo strumento che permette di comparare su internet gli stipendi di uomini e donne.

Grazie al calcolatore è possibile mostrare che i salari femminili, a seconda del settore d’impiego, sono dal 3,4% al 21,2% inferiori a quelli degli uomini.

La parità salariale è un diritto sancito dalla Costituzione. Tuttavia, negli ultimi 25 anni, lo scarto tra gli stipendi percepiti dagli uomini e quelli percepiti dalle donne per lo stesso tipo di lavoro non si è ridotto in modo sostanziale. Di questo passo, ci vorranno cent’anni prima di raggiungere una parificazione.

L’Unione sindacale svizzera (USS) intende accelerare questo processo attraverso un nuovo strumento informatico, presentato martedì a Berna.

Con uno scarto salariale superiore al 20%, è come se le donne lavorassero cinque giorni la settimana, ma fossero pagate solo per quattro. «Allora perché non dichiarare il venerdì giornata libera per le donne fino a quando la parità salariale non sarà una realtà in tutti i settori?», ha lanciato provocatoriamente Franziska Teuscher, copresidente della commissione femminile dell’USS.

L’USS continua a battersi in modo determinato per raggiungere l’obiettivo della parità salariale. Il nuovo strumento informatico le permette di dimostrare che chi tenta di giustificare le differenze di remunerazione con argomenti diversi dal sesso degli impiegati, si trova sulla strada sbagliata.

Il calcolatore online permette di determinare con una certa precisione l’influenza del sesso, visto che tiene conto di altri fattori come il grado di formazione, l’età o la posizione nella gerarchia.

Azioni concrete

Dopo aver valutato l’impatto di altri fattori, si è giunti alla conclusione che, a seconda dei settori d’impiego, restano delle differenze cifrabili tra il 3,4% e il 21,2% dipendenti dal sesso.

Se si esclude il settore pubblico, i due terzi degli ambienti di lavoro presi in considerazione presentano delle differenze tra il 10% e il 21,2%. Nel commercio al dettaglio si riscontrano in media differenze del 13,6%, nelle imprese di pulizia dell’11,3% e nella ristorazione del 4,9%.

Le cifre messe in evidenza dal calcolatore dovrebbero servire da punto di partenza per azioni concrete. L’USS ne presenterà diverse nel 2006 che, 25 anni dopo l’iscrizione del principio di parità tra i sessi nella Costituzione e 10 anni dopo la legge contro la discriminazione, è stato decretato «anno della parità salariale».

Oltre a delle campagne di sensibilizzazione nelle aziende e tra la popolazione, l’USS inviterà il Consiglio federale a creare una commissione d’esperti incaricata di proporre delle misure per promuovere in modo efficacie la parità salariale.

Contratti collettivi

Le donne che si sentono discriminate hanno il diritto di sporgere denuncia. Purtroppo, quelle che scelgono di adire le vie legali sono esposte a delle forti pressioni. Secondo Franziska Teuscher, deputata dei Verdi alla camera bassa del parlamento, molte ci rinunciano, dissuase dall’insufficiente protezione legale contro i licenziamenti.

È dunque attraverso i contratti collettivi di lavoro e il partenariato sociale che bisognerà raggiungere la parificazione. Franziska Teuscher ha citato a questo proposito uno studio tedesco, secondo il quale la differenza di remunerazione tra uomini e donne nelle aziende con un contratto collettivo è inferiore del 6%.

Non si tratta solo di dare una scossa alle abitudini del padronato, ma anche di sensibilizzare i rappresentanti dei lavoratori che siedono nei comitati aziendali. Spesso di sesso maschile, queste persone devono essere maggiormente sensibilizzate alla condizione salariale delle donne, ha fatto notare Fabienne Blanc, membro del comitato direttivo del sindacato UNIA.

swissinfo e agenzie

Il calcolatore salariale «Fairpay» dell’Unione sindacale svizzera calcola la differenza tra i salari lordi percepiti da uomini e donne che presentano le stesse caratteristiche (ruolo, anni d’esperienza, formazione, posizione nella gerarchia, ecc.).
I risultati del calcolatore hanno come base i salari versati nel 2002.
«Fairpay» prende in considerazione 40 settori dell’industria privata.
Gli stipendi femminili sono tra il 3,4% e il 21,2% inferiori di quelli maschili.

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