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Uno svizzero illuminato nella Torino Liberty

Alcune case del Villaggio Leumann e sullo sfondo il convitto delle operaie swissinfo.ch

Alle porte di Torino sorge uno dei maggiori esempi in Italia di villaggio operaio, nato dalla mente dell'imprenditore svizzero Napoleone Leumann.

Il borgo, tuttora abitato e inventariato tra i beni storici ed artistici, fu progettato da uno dei massimi esponenti del Liberty torinese, Pietro Fenoglio.

Uscendo da Torino e percorrendo Corso Francia, lo stradone che porta in Val di Susa, il paesaggio è quello tipico di una periferia di una grande città, costellato da una serie infinita di palazzoni senz’anima.

Improvvisamente, però, sulla sinistra, si stagliano una serie di villette in stile Liberty ornate da belle decorazioni che nulla hanno a che vedere con l’architettura dominante. Sulla destra una piccolissima stazione restaurata, a testimonianza di una linea ferroviaria, oggi scomparsa.

Siamo al Villaggio Leumann, a Collegno, ad una decina di chilometri dal centro di Torino. Un villaggio che porta il nome dell’industriale che lo ha creato, lo svizzero Napoleone Leumann (1841 – 1930), e che dal 1997 fa parte della rete degli Ecomusei della Provincia di Torino.

Filantropismo imprenditoriale

Ad attenderci all’entrata dello stabilimento vi è Carla Gütermann, una pronipote di Napoleone Leumann.

A Collegno, l’avventura della famiglia Leumann inizia nel 1875, quando Isacco, padre di Napoleone, e suo figlio, originari del canton Turgovia, si trasferiscono da Voghera a Collegno, dove fondano un cotonificio. L’industria cresce rapidamente: nei primi decenni del Novecento occupa circa 1’500 operai.

Ed è appunto alla fine dell’Ottocento che Napoleone Leumann dà il via alla costruzione del villaggio destinato alla manodopera impiegata nel suo stabilimento.

Il villaggio, che sorge ad est e ad ovest della fabbrica, è un perfetto esempio del filantropismo imprenditoriale di quegli anni.

«Napoleone era ovviamente un imprenditore, ma aveva capito che per avere una buona produzione bisognava anche offrire buone condizioni di lavoro agli operai», spiega Carla Gütermann. «Chi meglio sta, meno si ribella», diceva inoltre Napoleone. Quale migliore antidoto, insomma, per contrastare le dilaganti idee socialiste?

Igienismo

Ma Napoleone Leumann e l’architetto Pietro Fenoglio, celebre interprete torinese dello stile Liberty e che ha progettato la quasi totalità del villaggio, non si accontentano di dare un tetto agli operai.

Applicando le teorie igieniste in voga all’epoca, costruiscono un ambulatorio, dei bagni, un lavatoio, un teatro, un convitto per le operaie, che ospitava fino a 300 ragazze, un circolo degli impiegati, un ufficio postale e una chiesa, «l’unica al mondo – afferma con una certa fierezza Carla Gütermann – che mischia Liberty situazioni eclettiche, neo-romaniche, neo-barocche».

Non manca naturalmente la scuola, tuttora in funzione. «Uno dei motti di Napoleone era ‘se volete dei buoni operai istruiteli’», ci dice Roberto Leumann, che nel 1972, dopo la chiusura del cotonificio, ha rilanciato le attività dell’azienda famigliare ed ancora oggi è presidente ed amministratore delegato della società.

«Napoleone si era inoltre reso conto – aggiunge Carla Gutermann – che non si poteva far lavorare in fabbrica una popolazione prevalentemente contadina senza un periodo d’adattamento». A Collegno ogni casa ha il suo giardino, dove dopo il lavoro gli operai possono coltivare il proprio orto.

Un precursore

Il tutto per un affitto più che altro simbolico: «Fino al 1972 gli inquilini pagavano un migliaio di lire al mese», sottolinea Roberto Leumann.

Napoleone Leumann dimostra di essere un precursore in molti altri ambiti. «Istituisce una cassa malattia (1890), una cassa nuziale (1895) una cassa pensione (1905), un congedo maternità,…», ci dice Roberto Leumann.

Rispetto ad altre borgate operaie simili, quella di Collegno si distingue per due cose: il proprietario era protestante e non abitava sul posto.

Nella maggior parte dei villaggi operai, il padrone spesso risiedeva in una sontuosa casa nei pressi della fabbrica, quasi a voler affermare in maniera ancora più marcata il suo potere. Napoleone Leumann invece abitava a Pianezza, a qualche chilometro da Collegno.

Regole comunque severe

«Napoleone era una persona assai sobria, che non cercava gli onori», afferma Carla Gütermann. «Il Re Vittorio Emanuale per il suo impegno lavorativo e sociale lo voleva nominare senatore e dargli il titolo nobiliare, ma Napoleone avrebbe dovuto rinunciare alla nazionalità svizzera e diventare cattolico e perciò declinò la proposta». Una caratteristica – quella della sobrietà – che sembra essersi trasmessa anche al suo discendente Roberto, a giudicare dall’ufficio senza sfarzo in cui lavora.

Il controllo sociale esercitato dalla Chiesa era inoltre meno intenso: «A Crespi d’Adda, ad esempio, i proprietari erano cattolici; gli operai erano obbligati ad andare a messa», spiega Carla Gütermann.

Nel cotonificio di Collegno la disciplina era forse meno ferrea, ma le regole erano pur sempre severe. Napoleone Leumann vegliava sulla probità dei dipendenti: «Le operaie, ad esempio, non potevano tornare al convitto a braccetto con un altro dipendente e una volta – afferma Roberto Leumann – Napoleone fece chiudere un’osteria che era stata aperta di fronte alla fabbrica».

Malgrado queste prescrizioni, gli operai trovavano comunque il loro tornaconto: «Era rarissimo che qualcuno si licenziasse», sostiene Roberto Leumann, «e di scioperi non ce ne sono praticamente mai stati». Un investimento, insomma, che si è rivelato pagante.

swissinfo, Daniele Mariani, Collegno

Fine ‘800: inizio della costruzione del villaggio operaio.
1890-1912: costruzione del villaggio operaio; la Chiesa è l’ultimo edificio costruito.
70’000 metri quadrati: superficie del Villaggio Leumann.
Le abitazioni sono una sessantina per complessivi 150 alloggi.
Il cotonificio Leumann è rimasto in attività dal 1875 al 1972. All’inizio del ‘900 vi lavoravano circa 1’500 dipendenti.
Dopo un’interruzione, Roberto Leumann ha rilanciato l’attività, concentrandosi sulla tintoria e il finissaggio di tessuti.
Ancora oggi lo stabilimento è diretto da Roberto Leumann. Attualmente conta circa 60 dipendenti.
Nel 1976, il villaggio è passato nelle mani del Comune di Collegno.

Lo stile Liberty – o Art Nouveau – fa riferimento al nome dell’inglese Arthur Liberty, che nel 1875 aveva fondato a Londra una ditta che commerciava in oggetti di arredamento di alto livello qualitativo, tra cui in particolare dei disegni su stoffa, ma destinati ad un largo numero di acquirenti.

Questo movimento stilistico europeo si diffuse tra il 1880 e il 910 in una vasta gamma di forme artistiche: dall’architettura al design d’interni, dalla produzione di mobili ai manifesti…

La componente dominante sono le linee curve ed ondulate. In architettura, gli elementi caratteristici sono le decorazioni floreali (in Italia viene anche chiamato “stile floreale”) e la disposizione planimetrica.

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