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Uno svizzero in pista negli Stati Uniti

Phil Henny (a destra) in compagnia dei campioni americani Carroll Shelby (al centro) e Phil Hill. swissinfo.ch

Da 39 anni a Los Angeles, Phil Henny è un ex collaboratore del campione americano Carroll Schelby e della squadra Ford che vinse le 24 ore di Le Mans.

Questo svizzero nato a Montagny, un paesino vicino ad Yverdon, ha pubblicato le sue memorie di emigrato e racconta il suo sogno americano.

Gli appassionati di automobili hanno un nuovo appuntamento: il “Geneva Classics”, ovvero il salone della “locomozione antica”. E Phil Henny non lo ha mancato. Il meccanico svizzero, che ha partecipato alla costruzione della Ford che vinse le 24 ore di Le Mans nel 1967, era infatti presente per firmare gli esemplari del suo libro dei ricordi.

“Chiamami Carroll!” è l’autobiografia di Henny, partito negli Stati Uniti per vivere il suo sogno: lavorare con il campione Carroll Shelby e creare delle automobili da corsa americane capaci di rivaleggiare con i bolidi europei.

Il sogno americano

“Quando sono partito – racconta Phil Henny a swissinfo – sognavo l’America. Da adolescente, avevo soggiornato in Germania, vicino ad una base americana. Era la fine degli anni Cinquanta, quando Elvis Presley era soldato. E poi ero totalmente affascinato dalla Cobra”.

La Cobra, appunto, una creazione di Shelby. Dopo una vittoria a Le Mans nel 1959, il celebre pilota deve porre fine alla sua carriera per motivi di salute. Decide così di aprire un’officina Ford a Los Angeles, da cui esce nel 1962 la prima Cobra.

E chi dice Cobra, dice un’auto mitica, veloce come la luce, la più rapida del suo tempo. Vince a Le Mans nel 1966 e nel 1967, l’anno in cui Phil Henny raggiunge la squadra di Shelby.

Los Angeles, solo andata

Il 2 febbraio 1967, infatti, lo svizzero tenta il tutto per tutto. In tasca un biglietto di sola andata per Los Angeles. Nel portamonete 200 dollari. Nessun contratto, nessuno permesso di lavoro.

Con l’aiuto di Carroll Shelby e un funzionario americano appassionato di automobili, il giovane svizzero riesce ad ottenere un visto e un impiego nell’officina dei suoi sogni. “Un’avventura come quella che ho vissuto io – racconta – oggi non sarebbe più possibile negli Stati Uniti. Negli anni Sessanta le frontiere erano più aperte, come pure la mentalità delle persone”.

Shelby apprezzava il rigore e la precisione dei meccanici svizzeri. Phil Henny, del resto, era stato preceduto da Jean Stucki, un altro svizzero che fu associato al pilota Ken Miles.

“In Svizzera l’apprendistato di meccanico di precisione è formidabile, con i suoi quattro anni di formazione teorica e pratica”, aggiunge Phil Henny. “La formazione consente di acquisire non soltanto delle competenze nella riparazione, ma anche nella fabbricazione di pezzi”.

Delle auto rivoluzionarie

Sulla base del suo apprendistato e di un’esperienza nell’ambiente delle corse in Europa – tra cui con Filipinetti, l’unica scuderia svizzera dell’epoca – Shelby permette a Phil Henny di sorpassare se stesso.

“Le auto Ford-Shelby – precisa lo svizzero – erano rivoluzionarie. Sono state le prime ad essere stracolme di elementi elettronici ed equipaggiate di un telaio in alluminio, proveniente dall’aeronautica”.

Dopo due vittorie a Le Mans, Ford si ritira tuttavia dalle corse internazionali e Shelby è costretto a licenziare il personale. Phil Henny coglie l’occasione per esprimersi come pilota sui circuiti americani e canadesi.

Nella sua carriera spicca anche una parentesi hollywoodiana, con il produttore del “Padrino”, pure promotore del “Cinemobile”, un camion trasformato in studio. Contatto che vale ad Henny anche un’apparizione in un film di Fred Astaire e Ralph Richardson.

Un ritorno inaspettato

Nel 1975 Phil Henny crea a Los Angeles la sua propria azienda, specializzata in motori carter per Nascar, il circuito americano destinato alle corse di automobili di serie modificate. Nel 1991 Henny si sposta nell’Oregon, dove ritrova un angolo di Svizzera.

Abita infatti ad Helvetia, un borgo fondato dagli immigrati attorno al 1850. “E’ straordinario constatare come le radici elvetiche – sottolinea Henny – siano ancora così ben conservate ad Helvetia, dove la bandiera rossocrociata sventola un po’ dappertutto”.

Questo inaspettato ritorno alle origini riveste anche un aspetto affettivo per Phil Henny, dal momento che la sua compagna americana ha scoperto degli antenati svizzeri. Del resto Henny conserva degli stretti legami con la Svizzera, dove risiede tutta la sua famiglia. Ha un appartamento a Montreux e suona anche il corno delle Alpi.

E un ritorno definitivo in patria? “E’ l’eterno problema di molti espatriati. Ho molti progetti che esigono la mia presenza negli Stati Uniti. Ma, in fondo in fondo, mi vedo vivere la pensione in Svizzera”.

swissinfo, Marie-Christine Bonzom, Washington
(traduzione e adattamento dal francese Françoise Gehring)

Gli svizzeri registrati presso l’ambasciata svizzera negli Stati Uniti sono 71’773. 49’871 hanno la doppia nazionalità.

Il libro di Phil Henny è pubblicato presso le edizioni Palmier, in francese e in inglese, con una prefazione di Carroll Shelby.

Nei progetti della casa automobilistica Ford c’era l’acquisto della Ferrari, per poter entrare a pieno titolo nel mondo delle corse. Ma Enzo Ferrari rispose picche all’offerta di Henry Ford II. Ragion per cui l’americano decise di creare una propria linea di automobili da corsa.

La prima edizione del “Geneva Classics”, si è svolta a Palexpo il mese scorso. E per il 2007 è già in programma un’altra edizione.

Phil Henny è nato il 31 gennaio 1943 a Montagny, un paesino vicino ad Yverdon, nel canton Vaud.
Dopo 4 anni di apprendistato in meccanica di precisione presso l’azienda Paillard-Bolex, ottiene il suo primo impiego a Nova Motor, una ditta di Losanna.
Lancia la sua carriera nella corsa automobilistica nel 1965, a fianco del pilota svizzero Maurice Caillet al Gran Premio di Monza.
Henny viene definito, nella guida del settore, “un artigiano svizzero gradevole, onesto, competente, in grado di costruire un motore carter o un’intera auto da corsa”.

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