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Urne funerarie sui fondali del lago di Zurigo

Le urne adagiate sui fondali del lago di Zurigo sono state recuperate dalla polizia. Keystone

La scoperta di urne funerarie nel lago di Zurigo suscita numerosi interrogativi. I sospetti cadono su Dignitas, un'organizzazione di aiuto al suicidio. La polizia, che sta operando con circospezione, fa sapere che l’inchiesta avrà tempi lunghi.

Chi ha immerso decine di urne funerarie al largo di Küssnacht, borgo chic sulla costa dorata del lago di Zurigo? E perché i sub, lo scorso 13 aprile, ne hanno riportato tredici in superficie?

Membri della squadra di soccorso, ma in missione privata quella domenica di aprile, i due uomini avevano immediatamente contattato il Blick, quotidiano popolare in lingua tedesca, come pure la polizia. È poi scattata una denuncia contro ignoti per “perturbamento della pace dei morti”.

L’inchiesta in corso – precisa Stefan Oberlin, portavoce della polizia cantonale – durerà ancora parecchie settimane, se non addirittura mesi. “Il caso – sottolinea nuovamente il funzionario – non è così semplice come alcuni media pretendono. Le persone da interrogare non si limitano ad una sola.” L’allusione è ai sospetti che gravano su Ludwig Minelli, fondatore dell’organizzazione di assistenza al suicidio Dignitas.

Dignitas offre i suoi servizi a stranieri, spesso affetti da malattie incurabili, che intendono porre fine ai loro giorni in Svizzera, dal momento che nei loro paesi di origine (soprattutto Francia, Germania e Gran Bretagna) l’assistenza al suicidio non è autorizzata. Il diritto svizzero, invece, la permette.

Anche i sub nel mirino

Per ora – assicura la polizia – le misteriose urne sono custodite in un luogo sicuro, in modo tale da rispettare la dignità delle persone morte. Se buona parte dell’opinione pubblica sospetta Ludwig Minelli, la polizia è, evidentemente, nettamente più circospetta.

“Se le urne sono state immerse nel lago in base al diritto – aggiunge Stefan Oberlin – sono stati i sub a disturbare la pace dei morti. Se sono state gettate nel lago violando il diritto, sarà perseguito chi è responsabile dell’operazione”.

Ludwig Minelli ha pubblicato un comunicato stampa in cui riconosce di avere immerso nel lago un’urna. Ma nega di aver violato le ultime volontà della defunta.

Nuova scoperta

Ma i sub non hanno trovato solo un’urna, in fondo al lago. Al di là dell’azione “privata” che ha portato a galla le tredici urne, la polizia ha deciso di partire alla ricerca di altri contenitori per evitare il “turismo dei sommozzatori”. È quanto ha fatto sapere l’Ufficio cantonale zurighese delle acque, dei rifiuti, dell’energia e dell’aria (AWEL).

Così ventidue vasi di terracotta supplementari sono stati riportati in superficie. Su tutti i contenitori sono state soppresse le placche di identificazione. Poco dopo, il 21 aprile, “una terza operazione di immersione ha permesso di localizzare altre urne, situate ad una profondità di circa 40 metri. Profondità – precisa Wolfgang Bollak, portavoce del Dipartimento cantonale dei lavori pubblici, da cui dipende l’AWEL – che non tutti i sub dilettanti possono raggiungere”.

“D’accordo con la polizia cantonale – aggiunge Bollack – abbiamo deciso di non rivelare altri dettagli. A tempo debito, spetterà al direttore dei lavori pubblici decidere sul destino dei ritrovamenti”.

Il lago, possibile cimitero?

Nel mese di dicembre del 2008, il governo del canton Zurigo aveva comunicato, rispondendo ad una deputata, che l’utilizzo del lago come ultima dimora non è possibile per ragioni di natura etica e sociale.

“Il lago – puntualizza Bollack – è un luogo di svago, di balneazione ed è un serbatoio di acqua potabile. Anche se le urne da questo punto di vista non rappresentano un problema, considerare il lago come un possibile cimitero non è opportuno né per la popolazione né per le persone defunte”.

Tra il 2005 e il 2008, erano state inoltrate due domande per depositare le ceneri nel lago. Erano state tollerate poiché le persone in questione avevano avuto un legame molto stretto con il lago. Le imprese di pompe funebri non hanno però diritto di proporre questo tipo di ultima dimora ai propri clienti.

Desideri sempre più diversi

All’amministrazione dei cimiteri della città di Zurigo (che ne conta 24, di cui 5 privati), il vice-direttore Bruno Bekowies conferma di fornire questa risposta a chi chiede informazioni in merito: “Il lago ha un senso solo se si tratta del desiderio della persona deceduta”.

Anche perché – precisa Bekowies – “coloro che decidono di fare spargere le ceneri dei propri cari sul lago o in montagna, sui luoghi di un’escursione amata, si rammaricano poi di non avere un luogo di raccoglimento”.

A Zurigo l’8% delle 6mila urne consegnate ogni anno, resta ai familiari. La metà è trasferita in cimiteri di altri comuni. Resta dunque un 4%, ossia 240 urne, di cui non si conosce il destino. Giardini privati, foreste, montagne, laghi: “Chiediamo alle persone che cosa pensano di fare – precisa Bekowies – ma non procediamo a controlli”. La dignità dell’ultima dimora non è più così semplice da definire come in passato.

Ariane Gigon, Zurigo, swissinfo.ch
(traduzione dal francese: Françoise Gehring)

Il 18 aprile 2010, due sommozzatori riportano a galla, di propria iniziativa, 13 urne funerarie ritrovate nel lago di Zurigo, al largo di Küssnacht.

La polizia, per evitare un “turismo dei sommozzatori”, decide di non lasciare sui fondali del lago le urne e ne ripesca altre 22. Ulteriori contenitori sono stati localizzati in alcune parti del lago molto profonde.

È stata avviata un’inchiesta per “perturbamento alla pace dei morti“. L’organizzazione di assistenza al suicidio Dignitas ammette di aver gettato nel lago un’urna.

Dignitas è al centro della controversia. Assistendo persone straniere, è ritenuta responsabile di un “turismo del suicidio“.

L’altra organizzazione attiva in Svizzera, Exit, assiste unicamente le persone residenti nella Confederazione.

Il diritto in vigore punisce l’assistenza al suicidio solo nel caso in cui sia praticata per motivi egoistici. Manca ogni altra normativa specifica in materia, pur se esistono alcune disposizioni a livello cantonale.

Per rispondere alle critiche e ai timori legati alle attuali pratiche, il governo intende regolamentare in modo più preciso l’assistenza al suicidio.

Allo studio delle autorità ci sono due varianti di disciplinamento.

La prima tenta di garantire l’equilibrio tra la libertà personale e la commercializzazione dell’aiuto al suicidio: le organizzazioni impegnate in questo campo devono agire secondo direttive chiare.

Come seconda variante, si propone il divieto totale dell’assistenza prestata da tali organizzazioni.

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