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Vento gelido sulla pace sociale

Lo scorso 11 febbraio più di 10'000 persone avevano manifestato a Reconvilier a sostegno dei dipendenti della Swissmetal Keystone Archive

Secondo il presidente dell'Unione sindacale svizzera Paul Rechsteiner, i sindacati sono confrontati ad un clima sempre più difficile.

Il padronato, dal canto suo, sostiene che Unia, il principale sindacato svizzero, non è più un partner affidabile. Gli impresari costruttori minacciano addirittura di escluderlo dal partenariato sociale.

Scioperi come quello avvenuto nelle scorse settimane alla Swissmetal di Reconvilier, nel Giura bernese, sono la conseguenza «del comportamento arrogante di una parte dei manager attuali» e sono rivelatori del clima sempre più teso al quale sono confrontati i sindacati e le associazioni del personale.

È quanto affermato da Paul Rechsteiner, presidente dell’Unione sindacale svizzera, in un’intervista pubblicata domenica dalla SonntagsZeitung.

Rechsteiner accusa i dirigenti del gruppo metallurgico di aver provocato intenzionalmente lo sciopero. «È quanto sostengono dietro le quinte anche alcuni rappresentanti del padronato», afferma il presidente dell’USS.

Sciopero solo quale «ultima ratio»

Per il consigliere nazionale del Partito socialista, il risultato prodotto dall’agitazione non può essere definito una sconfitta, come molti hanno sostenuto. Non è «per nulla sicuro» – afferma – che un eventuale acquirente della fabbrica di Reconvilier sopprima 120 posti di lavoro, come prevede di fare l’attuale proprietario.

Conflitti come quello di Reconvilier devono però rimanere un’eccezione, aggiunge Rechsteiner. In Svizzera vi sono centinaia di contratti collettivi che funzionano.

Che il vento che soffia sulla pace sociale sia assai tempestuoso è confermato anche dalla controparte.

In un articolo pubblicato dalla NZZ am Sonntag, il direttore dell’Unione padronale svizzera Peter Hasler accusa Unia, il principale sindacato svizzero, di mettere a repentaglio con azioni come quella di Reconvilier il partenariato sociale.

«Per i datori di lavoro la pace sociale è il punto centrale di tutti i contratti collettivi. Se i lavoratori non la rispettano non hanno nient’altro da offrire».

Nell’edilizia fase rovente

La situazione è particolarmente tesa nel settore dell’edilizia. Nelle ultime settimane, Unia ha minacciato di indire degli scioperi nei cantieri del portale sud della galleria di base del San Gottardo e del tunnel dell’Isliberg, nel canton Zurigo.

«Se Unia viola sistematicamente il principio della pace sociale, dobbiamo considerare l’eventualità di disdire il contratto collettivo», ha dal canto suo minacciato il presidente della Società degli impresari costruttori Werner Messmer dalle colonne della NZZ am Sonntag.

Questo contratto concerne 90’000 lavoratori impiegati nel settore della costruzione. «Ad ogni occasione Unia surriscalda gli animi dei salariati e minaccia scioperi. La pace del lavoro – un dovere stabilito dal contratto collettivo – è sempre più spesso scalfita».

Il copresidente di Unia, Vasco Pedrina, non si lascia intimidire: «Gli impresari costruttori non possono permettersi così facilmente di disdire il contratto con il sindacato più forte».

«I datori di lavoro – si legge sulla NZZ am Sonntag – seguono il motto ‘l’attacco è la miglior difesa’ per cercare di metterci a tacere. Senza Unia non vi sarebbe un contratto collettivo e ciò andrebbe anche a scapito delle imprese».

swissinfo e agenzie

Il contratto collettivo di lavoro (CCL) è un accordo stipulato tra organizzazioni di salariati e singoli padroni o organizzazioni padronali. Esso stabilisce le condizioni di lavoro e regola i rapporti reciproci dei partner sociali.

Il CCL contiene disposizioni normative, in particolare sui salari e tempo di lavoro, e disposizioni contrattuali concernenti i diritti ed i doveri delle parti, ad esempio il rispetto della pace del lavoro.

I termini di contratto collettivo o quello tedesco di Gesamtarbeitsvertrag, usato unicamente in Svizzera e coniato nel 1911 dalla revisione del Codice delle obbligazioni (CO), hanno sostituito denominazioni più vecchie quali accordo, convenzione collettiva o Tarifvertrag, ampiamente diffusa in Germania.

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