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Verso una procedura penale unificata

Keystone

La Svizzera avrà presto un codice di procedura penale unificato. Questa, infatti, è l'intenzione del Consiglio federale che mercoledì ha posto in consultazione un avamprogetto in tal senso, che prevede il rafforzamento del ruolo del procuratore pubblico e la soppressione della figura del giudice istruttore.

Attualmente in Svizzera il codice penale è unico, ma vi sono ben 29 codici di procedura penale: 26 cantonali e 3 federali (procedura penale federale, procedura penale militare e diritto penale amministrativo). Di questi, i più avanzati – quelli che cioè danno più potere al procuratore pubblico, sul modello più diffuso in Europa – sono i codici di procedura penale dei cantoni di Basilea Città, Ticino, San Gallo e Appenzello Interno.

Per far fronte alle nuove forme di criminalità – in particolare il riciclaggio di denaro, la criminalità organizzata e complesse forme di criminalità economica – che dalla metà degli anni Ottanta si sono manifestate con maggiore evidenza e con un carattere transnazionale, occorrono strumenti giudiziari efficienti ed aggiornati. Tali non possono essere ovviamente i codici cantonali di procedura penale, numerosi e diversi e per di più applicabili soltanto ad aree di modeste dimensioni.

Consapevoli di questi limiti sono innanzitutto i cantoni medesimi, quali principali responsabili del perseguimento penale. Inoltre, il 12 marzo 2000 popolo e cantoni hanno accettato l’art. 123 della Costituzione federale, che attribuisce alla Confederazione il potere di realizzare la riforma giudiziaria, segnatamente di disciplinare il diritto di procedura penale. Il progetto che ora viene messo in consultazione è dunque il risultato di un lungo lavoro di preparazione, iniziato nel 1994 e portato avanti parallelamente alla maturazione del consenso su questa riforma.

I 500 articoli del progetto costituiscono un insieme di disposizioni piuttosto dettagliate, per far sì che queste possano essere applicate il più presto possibile e in modo uniforme in tutta la Svizzera, senza che ne risultino problemi d’interpretazione. Le innovazioni principali sono una decina. La più importante è l’adozione del “modello procuratore pubblico”. Ciò significa che l’istruttoria penale è condotta dal procuratore pubblico dall’inizio fino al rinvio a giudizio. Questo magistrato può quindi decidere tutti i provvedimenti restrittivi nei confronti dell’imputato e se abbandonare il procedimento o andare in aula e sostenere l’accusa.

Il paventato peso eccessivo dato al procuratore pubblico viene controbilanciato da un rafforzamento dei diritti delle parti mediante l’istituzione di un tribunale delle misure coercitive. Tale istanza esercita il controllo su ricorso e si pronuncia sulle misure incisive quale la carcerazione preventiva. Altre novità sono: l’introduzione della procedura abbreviata (con possibilità di patteggiamento); l’audizione in contraddittorio dei testi (quello che in Italia viene chiamato “incidente probatorio”); il rafforzamento dei diritti dell’imputato (che ha diritto ad avvalersi sin dall’inizio di un avvocato); e infine, la protezione dei testimoni (o, se si vuole. dei “pentiti”).

La riforma non tocca l’organizzazione dell’apparato giudiziario, nella quale i cantoni rimangono pienamente autonomi. Importante è che prevedano un’istanza d’appello. Il progetto dispone anche la separazione della procedura penale ordinaria da quella minorile. Quest’ultima – in ragione del suo carattere spiccatamente educativo – costituisce un progetto distinto e, pur basandosi sulla procedura penale svizzera, disciplina le disposizioni procedurali divergenti applicabili ai minorenni unicamente dove si rivela necessario.

Silvano De Pietro

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