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Vescovi svizzeri: mea culpa per non avere aiutato le vittime del nazismo

La Chiesa cattolica elvetica omise di soccorrere il popolo ebraico durante il nazismo. La Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) riconosce che la Chiesa fece troppo poco per proteggere i perseguitati. (foto: Kurt Koch, presidente della CVS)

Contemporaneamente al «mea culpa» del Vaticano per gli «errori del passato», anche i vescovi svizzeri hanno deciso di fare ammenda, riconoscendo che la Chiesa cattolica elvetica prese posizione in modo troppo poco chiaro contro il regime nazista. Una dichiarazione in questo senso sarà pubblicata il 14 aprile, una settimana prima di Pasqua. «La Chiesa non ha fatto quel che avrebbe dovuto fare», ha ammesso il vescovo Kurt Koch, vicepresidente della CVS, giovedì in una conferenza stampa a Berna, dopo l’assemblea plenaria tenutasi da lunedì a mercoledì a Villars-sur-Glâne (FR).

I vescovi deplorano tra l’altro che non siano stati censurati certi testi antiebraici nella liturgia: anche durante gli anni dell’Olocausto nelle funzioni religiose del Venerdì Santo si continuava a stigmatizzare nelle preghiere in chiesa i «perfidi Judaei».

Oggi, «razzismo e antisemitismo rimangono purtroppo d’attualità», ha rilevato Koch. Combattere tali fenomeni rimane dunque una preoccupazione «urgente» dei vescovi. A loro avviso, le diverse forme di antigiudaismo cristiano scompariranno solo quando si riuscirà a vivere la fede senza «ideologie di inimicizia verso gli ebrei e le altre confessioni».

I vescovi mettono anche in guardia contro la tentazione di respingere le richieste di riparazione: «ricordare quando è avvenuto e assumersi le proprie responsabilità» – affermano – «è un recuperato dovere di giustizia e di fede».

La dichiarazione sul «Comportamento della Chiesa cattolica in Svizzera verso il popolo ebraico durante la Seconda guerra mondiale e oggi» è stata messa a punto dai membri cattolici della «Commissione di dialogo ebraico-cattolica svizzera». Essa è attualmente in fase di redazione finale.

In una prima reazione, il presidente onorario della Comunità di culto israelitica di Zurigo Sigi Feigel si rallegra della «dichiarazione» episcopale. Riconoscere le proprie colpe verso gli ebrei è «un gesto importante e bello», ha dichiarato Feigel all’Agenzia telegrafica svizzera. A suo avviso è importante che la Chiesa cattolica dichiari apertamente il proprio rincrescimento. Naturalmente – ha aggiunto – si può trovare da ridire su particolari di simili dichiarazioni, che sono tuttavia una «promessa per il futuro».

Un commento positivo è venuto anche da Rolf Bloch, presidente della Federazione svizzera delle comunità israelitiche (FSCI). Per un giudizio più preciso occorrerrà tuttavia attendere la pubblicazione del documento, ha detto Bloch.

Redazione/agenzie

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