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Videosorveglianza: sì, ma…

Condizione essenziale: la presenza di una telecamera deve essere chiaramente segnalata Keystone

Uno studio realizzato ad Olten rileva che l’utilizzo di telecamere di sorveglianza nei luoghi pubblici è ben tollerato dalla popolazione. Ma soltanto a certe condizioni.

Sui treni, nelle città, negli stabili: le telecamere si moltiplicano. Ma la loro legalità è ancora in discussione.

La sorveglianza del “big brother” è particolarmente benvenuta nei parcheggi, nei sottopassaggi pedonali, nelle stazioni ferroviarie, nelle banche, nei centri commerciali e nei trasporti pubblici.

In questi luoghi soltanto il 2% delle persone interrogate ritiene “fastidiosa” la presenza del vigile e costante occhio di una telecamera.

Una condizione è tuttavia ritenuta essenziale: più di due terzi degli intervistati vogliono che le telecamere siano chiaramente segnalate. Ad esempio tramite cartelli ed indicazioni.

La prima inchiesta sistematica condotta in Svizzera sul ricorso alla videosorveglianza ha coinvolto 500 persone nella città di Olten ed è stata condotta dal sociologo Francisco Klauser, assistente presso il Dipartimento di geoscienze dell’Università di Friborgo.

Non sul luogo di lavoro

Il grado di tolleranza alle telecamere è direttamente proporzionale all’insicurezza provocata da determinati luoghi pubblici.

Più un luogo è giudicato potenzialmente pericoloso, più cresce l’accettazione del “grande fratello”.

Al contrario, i cittadini non vogliono nessuna forma di videosorveglianza nei luoghi considerati personali: oltre i due terzi degli intervistati condannano ad esempio il ricorso alla sorveglianza sul posto di lavoro.

Effetto “solo” preventivo?

In generale, la popolazione ritiene che l’utilità dei sistemi di controllo video sia piuttosto limitata.

La grande maggioranza delle persone interrogate ritiene infatti che il migliore garante della sicurezza in un luogo pubblico sia la presenza della polizia. Videosorveglianza ed illuminazione sono citate soltanto in secondo luogo.

Secondo Francisco Klauser, la polizia dovrebbe comunque favorire in ogni modo la trasparenza e l’informazione, proprio per incrementare l’effetto preventivo del controllo video.

Legale o no?

L’autore dell’inchiesta ritiene che, attualmente, in Svizzera esistano circa 40’000 telecamere di sorveglianza.

Il dibattito politico e giuridico sulla legalità della videosorveglianza di piazze, parchi e stabili pubblici è tuttavia tuttora in corso.

La questione suscita parecchi interrogativi, soprattutto dal punto di vista della protezione e del rispetto della privacy.

A Berna, il progetto del capo della polizia municipale d’installare delle telecamere nei “luoghi critici” aveva suscitato la collera della sinistra. Una polemica simile era scoppiata pure a Bienne, nel 2002, poco prima dell’inaugurazione dell’esposizione nazionale.

Semaforo verde per le FFS

Nel giugno dello scorso anno, le Ferrovie federali svizzere (FFS) avevano annunciato l’intenzione di dotare circa 225 vagoni nella Svizzera romanda di telecamere di controllo.

Un progetto pilota condotto dalle stesse FFS tra il 2001 ed il 2003 aveva in effetti dimostrato che la sorveglianza video sui treni permetteva di ridurre dell’80% i casi di vandalismo.

Il Consiglio federale, tramite un’ordinanza entrata in vigore lo scorso primo gennaio, aveva avallato i piani delle FFS.

Fissando tuttavia condizioni chiare: la telecamera deve essere chiaramente visibile e le immagini registrate devono essere eliminate entro 24 ore. Sempre che non costituiscano la prova di un atto vandalico o di un delitto.

swissinfo e agenzie

Secondo l’autore dell’inchiesta, in Svizzera sarebbero installate 40’000 telecamere di sorveglianza.

Lo studio ha coinvolto 500 persone risiedenti ad Olten.

Soltanto il 2% degli intervistati si è detto contrario a telecamere nei parcheggi, nei sottopassaggi pedonali, nelle stazioni, nelle banche, nei centri commerciali e sui trasporti pubblici.

Più di due terzi del campione chiede tuttavia che la presenza di un controllo video sia chiaramente segnalato.

Il dibattito sulla legalità delle telecamere in luoghi pubblici è tuttora in corso: la questione riguarda da una parte la sicurezza, dall’altra la protezione della sfera privata dei cittadini.

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