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Viva il federalismo, ma quale?

I vessilli cantonali svettano sulla facciata di Palazzo federale in occasione della Festa nazionale Keystone Archive

La prima conferenza nazionale sul federalismo, tenutasi giovedì e venerdì a Friburgo, è stata proficua e si pensa già a una seconda edizione.

Ai dibattiti ha partecipato anche il ministro Christoph Blocher. Tutti concordano sulla necessità di riesaminare il federalismo, ma non tutti sono d’accordo sui metodi.

I dibattiti sono stati di qualità e gli scambi di pareri sono stati intensi, ha riassunto il ministro del Governo cantonale friburghese Pascal Corminboeuf al termine del primo simposio nazionale sul federalismo tenutosi giovedì e venerdì a Friburgo.

Vista la ricchezza delle discussioni, la Conferenza dei governi cantonali – organizzatrice della manifestazione – pensa già ad una seconda edizione.

Al congresso erano presenti circa 300 rappresentanti della Confederazione, tra cui il consigliere federale Christoph Blocher, dei cantoni e dei comuni.

Cooperazione o competizione?

Pur elogiando il sistema federalista, nel suo discorso il responsabile del Dipartimento di giustizia e polizia non ha però risparmiato le critiche.

«Il federalismo – ha affermato Blocher – si è trasformato in un prodotto amorfo e confuso che descriviamo in modo colorito come federalismo cooperativo».

Secondo il consigliere federale, il federalismo vero non è però fatto di «responsabilità condivisa», caratteristica del federalismo cooperativo, bensì di «autonomia e autoresponsabilità degli Stati membri». Cantoni e comuni dovrebbero – sempre secondo il ministro dell’Unione democratica di centro – affrontare i problemi in maniera responsabile, mentre la Confederazione dovrebbe ridurre i suoi compiti.

Per la consigliera di Stato friburghese Ruth Lüthi, per contro, piuttosto che promuovere la competizione tra i cantoni – come auspicato da Blocher – è necessaria una maggiore armonizzazione, in particolare dal punto di vista fiscale.

Una crisi paradossale

Il presidente della Conferenza dei Governi cantonali, il ticinese Luigi Pedrazzini, ha dal canto suo sottolineato l’aspetto paradossale della crisi del federalismo elvetico, emerso proprio quando numerosi paesi stanno scoprendo i pregi di tale sistema.

Ma – ha affermato Pedrazzini – «non vi è nulla di irrimediabilmente compromesso». In ogni caso «il federalismo non è un lusso nostalgico», bensì un principio al quale popolo e cantoni sono profondamente legati.

Per la presidente del Consiglio di Stato grigionese Eveline Widmer-Schlumpf, si assiste al rafforzamento di due tendenze già esistenti: la centralizzazione delle decisioni e l’impoverimento del federalismo. Se i cantoni vogliono raccogliere le sfide che si presentano loro, dovranno rafforzare la collaborazione: la «Casa dei Cantoni» di Berna, operativa da maggio, è un passo in questo senso.

swissinfo e agenzie

La prima conferenza nazionale sul federalismo si è svolta dal 15 al 16 settembre a Friburgo.

Il simposio è stato organizzato dalla Confederazione, dalla Conferenza dei governi cantonali, dal canton Friburgo, dall’Associazione dei comuni svizzeri e dall’Unione delle città svizzera.

Il congresso fa seguito alla Conferenza internazionale sul federalismo tenutasi a San Gallo nel 2002.

Tra i temi discussi a Friburgo:
– riflettere e dibattere sul funzionamento e l’evoluzione delle istituzioni federali
– schizzare delle piste per adattare il federalismo al XXI secolo
– riflettere sulla maniera di ripartire i compiti tra Confederazione, cantoni e comuni

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