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Dimissioni ai vertici dell’autorità di controllo sul riciclaggio di denaro

Niklaus Huber Keystone Archive

Niklaus Huber, direttore dell'Autorità di controllo per la lotta contro il riciclaggio di denaro sporco, ha rassegnato le dimissioni con effetto immediato. Sarà sostituito ad interim dall'ex presidente del tribunale commerciale del canton Zurigo, il 62enne Armand Meyer. Il Dipartimento federale delle finanze motiva la partenza di Huber con divergenze di opinione sul ruolo e sulle priorità della sua funzione di direttore.

In un comunicato pubblicato mercoledì dal dipartimento federale delle finanze, la partenza di Huber è motivata con «crescenti divergenze di opinione» sul ruolo e sulle priorità della sua funzione di direttore. Non vi sono le necessarie prospettive di collaborazione a lungo termine fra Huber e il direttore dell’Amministrazione federale delle finanze (AFF) Peter Siegenthaler, si legge nella nota.

In una conferenza stampa tenuta mercoledì mattina, il ministro delle finanze Kaspar Villiger non ha voluto fornire maggiori precisazioni sui motivi della partenza. «Abbiamo discusso intensamente per trovare un’intesa ma non ci siamo riusciti», hadetto da parte sua Siegenthaler, secondo il quale il contratto è stato comunque disdetto di comune accordo.

Negli ultimi mesi l’autorità di controllo – divisione interna all’AFF – aveva registrato le partenze di diversi collaboratori che lamentavano le difficoltà in cui erano chiamati ad agire. Lo stesso consigliere federale Villiger ha riconosciuto che la messa in esercizio del nuovo organismo si è rivelata più dura del previsto, ma ha anche sottolineato il ruolo di pioniere a livello internazionale.

Visto che le dimissioni hanno effetto immediato, per garantire la necessaria continuità Huber rimane a disposizione di Siegenthaler come consulente. Il posto del partente sarà messo a concorso e si spera di trovare il successore nel più breve tempo possibile.

La conduzione della divisione sarà assicurata nel frattempo dal 62enne Armand Meyer, rinomato giudice zurighese con la tessera del Partito socialista. Al suo fianco, come consulente giuridico e in materia di formazione del nuovo personale, vi sarà l’avvocato Michael Kunz, che si occupa attualmente di e-banking per la Commissione federale delle banche e che è stato giudice istruttore straordinario del canton Berna nel quadro dell’inchiesta sul finanziere Werner K. Rey.

Roland Favre, consigliere personale di Villiger, parteciperà alla riforma delle strutture. L’Autorità di controllo occuperà al più presto i 12 posti di lavoro che le spettano (attualmente sono solo 7,5) e il personale potrebbe essere ulteriormente accresciuto in caso di bisogno. Si tratta di sbrigare quanto prima le 550 pratiche ancora pendenti di autorizzazione di intermediari, i quali nel frattempo otterranno delle deroghe. I dossier dovrebbero essere archiviati al più tardi entro un anno, ha detto Siegenthaler.

Dimissioni nell’aria

Le dimissioni di Huber non giungono del tutto a sorpresa. Nel corso della sua attività a capo dell’autorità di controllo contro il riciclaggio, l’oggi 39enne Huber aveva segnalato a più riprese le difficoltà nell’applicazione della legge sul riciclaggio, entrata in vigore nell’aprile del 1998. Ancora di recente aveva espresso sulla stampa la necessità di un aumento del personale a disposizione del suo ufficio.

Tutto il 2000 è stato del resto segnato dalla partenza di personale qualificato dagli uffici nati con la legge sul riciclaggio. Nell’agosto dello scorso anno avevano rassegnato le dimissioni il capo e il vice dell’Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro in seno al Dipartimento di giustizia e polizia, lamentando l’assenza di un concetto globale per la lotta al riciclaggio. In novembre vi era poi stato l’esodo dei sei consulenti giuridici dell’ufficio diretto da Huber.

Al di là dei problemi di personale, sono note da tempo le divergenze di opinione all’interno del DFF sull’applicazione della legge sul riciclaggio. Denunce dell’Autorità di controllo contro una ventina di intermediari finanziari erano state respinte nell’ottobre 2000 dal servizio giuridico del DFF. All’inizio del 2001 il DFF aveva poi affiancato all’autorità di controllo un consiglio consultivo, guidato dal professore ed avvocato Peter Nobel, favorevole ad una prassi meno rigida nell’applicazione della legge. Una nomina che aveva messo ancora più sotto pressione Huber.

Costernazione a sinistra, prudenza a destra

Le dimissioni sono state accolte con costernazione dal Partito socialista, secondo cui Huber è caduto sotto l’enorme pressione degli ambienti finanziari. Particolarmente grave è il fatto che non sia stato sostenuto dal Dipartimento federale delle finanze, che ha spesso accolto i ricorsi contro le decisioni dell’Autorità di controllo, scrive il PS in un comunciato firmato dal consigliere nazionale bernese Rudolf Strahm.

Secondo il PS la partenza del direttore mette in luce la situazione di crisi con cui si confronta l’applicazione della legislazione sul riciclaggio. La cronica mancanza di personale mostra come manchi la volontà politica di lottare contro il problema, afferma Strahm.

Secondo i Verdi la «destituzione» di Huber rappresenta una «decisione scandalosa». Ancora ieri il partito aveva chiesto l’allontanamento di Peter Nobel, il professore zurighese presidente del consiglio consultivo dell’Autorità di controllo, che secondo gli ecologisti si è immischiato nel lavoro dell’organismo mettendo in discussione l’operato di Huber. Il fatto che ora sia Huber e non Nobel a doversene andare si chiama «mobbing coronato da successo», si legge in un comunicato. Una vicenda che stando ai Verdi mostra una volta di più che è il mondo della finanza e non la politica a dettare legge: a farne le spese è l’applicazione della legge.

Da parte borghese il cambiamento al vertice dell’Autorità di controllo non è stato commentato ufficialmente. Interpellati dall’ats, PPD e UDC si sono limitati a dire di aver preso atto delle dimissioni di Huber e di non voler speculare sui motivi. La portavoce del PLR Barbara Perriard ha invece parlato di «comprensione» per il passo fatto da Huber visto che la fiducia tra lui e i suo superiore era venuta meno.

Secondo la Perriard, bisognerà chiarire a chi lo sostituirà che l’incarico costituisce una funzione amministrativa: «Il capo dell’Autorità di controllo deve costruire ponti, non scavare fossati».

Bertossa: «sabotaggio»

L’Unione svizzera dei fiduciari, per bocca del suo presidente Christian Herrmann, ha fatto sapere di non provare rammarico per la partenza di Huber, mentre l’Associazione svizzera dei banchieri si è detta interessata a che l’autorità di controllo continui ad essere credibile.

Parole durissime invece da parte del procuratore generale di Ginevra Bernard Bertossa, che non ha esitato a parlare di «sabotaggio» con riferimento ai superiori di Huber. Bertossa ha definito quest’ultimo una persona «molto competente e motivata», ma «fin troppo zelante per certa gente», alludendo chiaramente ai vertici del Dipartimento federale delle finanze.


swissinfo e agenzie

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