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Il voto ai sedicenni, ma non l’eleggibilità

È il parere della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale, che chiede al Consiglio Federale di elaborare un progetto in tal senso.

La commissiaone, con una mozione, ha dato l’incarico al governo di preparare un progetto per abbassare da 18 a 16 anni il diritto di voto a livello federale. Inoltre, per quanto concerne la legge sulla Cassa pensioni della Confederazione, la commissione chiede al Consiglio federale di presentare una revisione entro il 2006.

La mozione fa seguito alla bocciatura dell’iniziativa parlamentare di Ursula Wyss (PS/BE). La consigliera nazionale proponeva di abbassare l’età di eleggibilità e di voto a 16 anni, vista l’evoluzione della società e la precocità politica dei giovani.

La mozione, pur mantenendo il diritto di voto per i 16enni, ne stralcia il diritto di eleggibilità. «Il ricorso a una mozione – sostengono i commissari – dà una base più solida al dibattito, permettendo nel contempo un esame dettagliato del progetto da parte di Consiglio degli Stati e governo».

Per quanto concerne la legge federale sulla Cassa pensioni della Confederazione (CPC), viste le divergenze fondamentali che esistono tra le due Camere, la commissione ha proposto una soluzione di compromesso. Mentre il Consiglio nazionale e il Consiglio federale volevano mantenere il «primato delle prestazioni», che garantisce agli assicurati una rendita pari al 60 percento dell’ultimo guadagno assicurato, il Consiglio degli Stati voleva passare, a partire dal 2006, al «primato dei contributi». Con questo sistema, applicato nel settore privato, le rendite vengono calcolate in base dell’ammontare dei contributi effettivamente versati dal datore di lavoro e dal salariato.

La commissione ha però respinto la data proposta dagli Stati, incaricando nel contempo il Consiglio federale di presentare, entro il 2006, una revisione della legge che tenga conto del «primato delle prestazioni».

swissinfo e agenzie

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