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Uno svizzero consiglierà i serbi sul Kosovo

Thomas Fleiner ha affermato che non darà consigli sulla politica. Thomas Fleiner/Universität Freiburg

Thomas Fleiner è stato nominato consigliere del governo serbo nell'ambito dei negoziati sul futuro statuto del Kosovo.

L’annuncio coincide con l’arrivo in Kosovo dell’inviato speciale dell’ONU incaricato di dirigere i negoziati, improntati su una maggiore autonomia della regione.

I colloqui hanno avuto inizio lunedì, non appena l’inviato speciale delle Nazioni Unite – l’ex-presidente finlandese Martti Ahtisaari – è giunto in Kosovo.

Nella provincia, amministrata dall’ONU e dalla NATO fin dalla guerra del 1999, le tensioni rimangono palpabili. La comunità albanese locale chiede l’indipendenza, ma il governo serbo si rifiuta di accordargliela.

Il professore e giurista Thomas Fleiner, che dal 1984 dirige l’Istituto svizzero sul federalismo, ha detto a swissinfo che la Serbia e il Montenegro hanno chiesto la sua consulenza per le sue conoscenze «sul sistema federalista, il multicularismo e il diritto internazionale». In seno al team di negoziatori di Belgrado, egli interverrà quale esperto legale.

«Darò consigli e idee sulle possibili soluzioni da adottare in Kosovo, basandomi su esempi concreti di autonomia e multiculturalismo nel mondo», ha aggiunto, precisando che il modello di federalismo elvetico potrebbe essere un «possibile modello da seguire fra molti altri».

Fleiner si aspetta di fare regolarmente la spola fra la Svizzera e Belgrado durante i mesi in cui si terranno i colloqui sullo statuto del Paese.

Ha però sottolineato che non parteciperà attivamente alle decisioni politiche: «Il mio ruolo non sarà certo quello di avere un impatto politico sui negoziati».

Tensione diplomatica

Il gruppo di negoziatori serbi è diretto dal primo ministro Vojislav Kostunica e dal presidente Boris Tadic. All’inizio dell’anno, quest’ultimo ha criticato il governo elvetico per essersi pubblicamente espresso a favore di un’indipendenza formale della provincia serba a maggioranza albanese.

In quanto Stato neutrale, la Svizzera può assumere un ruolo importante nei negoziati. Belgrado ha quindi chiesto alla Confederazione di rispettare questo suo statuto.

Fleiner preferisce non esprimersi sul fatto che la Svizzera abbia compiuto o meno un errore pronunciandosi a favore dell’idea d’indipendenza prima ancora dell’inizio dei colloqui. Ha però chiaramente detto che mantenere lo statu quo attuale non è un opzione possibile.

«Le forze di pace dell’ONU sono giunte in Kosovo solo per un periodo limitato. Questo era chiaro fin dall’inizio. Occorre ora trovare una soluzione più duratura».

Trovare una soluzione definitiva non è facile e i negoziatori lo sanno benissimo: «Nessuno crede che si possa risolvere in un paio di settimane un problema che si protrae da anni», sottolinea Fleiner, aggiungendo che «non di rado all’inizio delle trattative capita che le due parti abbiano opinioni assolutamente contrastanti», ha affermato.

«Starà ora ai negoziatori trovare i temi che lasciano un margine di manovra per le discussioni e quelli dove invece sarà possibile giungere a un compromesso perché rischierebbero di essere considerati dei traditori dal loro popolo».

swissinfo, Ramsey Zarifeh
traduzione dall’inglese: Anna Passera

I negoziati sullo statuto del Kosovo sono cominciati lunedì a Pristina.

Sono diretti dal finlandese Martti Ahtisaari, inviato speciale dell’ONU.

Secondo gli esperti, i negoziati porteranno probabilmente a un’indipendenza formale della provincia serba a maggioranza albanese.

Le forze di pace dell’ONU sono attive in Kosovo per prevenire scoppi di violenza fra le due etnie presenti nella regione.

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