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Votazioni: secco “no” al tasso di conversione

In materia di pensioni, i votanti hanno opinioni diverse rispetto al governo Keystone

L'elettorato ha bocciato chiaramente l'abbassamento dell'aliquota di conversione e la proposta di istituire un avvocato degli animali; l'articolo sulla ricerca sugli esseri umani è invece stato accettato.

La proposta di ridurre l’aliquota di conversione ha infatti ottenuto soltanto il 27,3% dei voti favorevoli.

Anche l’idea di istituire un avvocato degli animali non ha convinto l’elettorato (29,5% di “sì”). Per quanto concerne l’articolo costituzionale sulla ricerca sugli esseri umani, i pareri positivi sono il 77,3%. Il tasso di partecipazione si attesta al 44,6%.

Cara pensione

L’argomento che ha tenuto maggiormente banco nella campagna per la votazione è proprio la modifica della Legge federale sulla previdenza professionale (LPP), che avrebbe comportato un abbassamento graduale dell’aliquota minima di conversione, per farla scendere fino al 6,4% nel 2016.

Aspramente controversa, la misura concerneva direttamente tutti i salariati affiliati alla previdenza obbligatoria, il cosiddetto secondo pilastro, che andranno in pensione dopo il 2014, ossia la stragrande maggioranza della popolazione.

Il tasso determina l’importo della rendita di pensione sulla base del capitale previdenziale obbligatorio accumulato nella vita lavorativa. Attualmente è del 7% per gli uomini e del 6,95% per le donne.

Ciò significa che, per esempio, con un capitale previdenziale di 100mila franchi, un uomo di 65 anni che va in pensione ora riceve una rendita annuale 7mila franchi. Con un saggio di conversione del 6,4% percepirebbe invece 6’400 franchi.

In merito a questo tema, invece di seguire il governo e la maggioranza borghese del parlamento, gli svizzeri hanno dunque dato ragione agli oppositori: socialisti, ecologisti, sindacati e associazioni di consumatori. I contrari accusavano in particolare le società assicurative attive in questo campo di effettuare lauti guadagni sulle pensioni a scapito degli affiliati.

Inoltre, secondo i promotori del referendum contro l’abbassamento dell’aliquota di conversione, la contrazione progressiva già in atto dal 2005 – che la porterà al 6,8% nel 2014 – è sufficiente per rispondere all’allungamento della speranza di vita.

Avvocato bocciato

Gli altri due oggetti in votazione necessitavano della doppia maggioranza (popolo e cantoni) per superare lo scoglio delle urne. Entrambi, infatti, comportavano una modifica costituzionale.

L’iniziativa popolare “Contro il maltrattamento e per una migliore protezione giuridica degli animali” chiedeva di ancorare nella Costituzione federale l’obbligo per i cantoni di istituire la funzione di avvocato degli animali.

Il legale sarebbe stato incaricato della difesa degli interessi delle bestie nei procedimenti per il loro maltrattamento o altre infrazioni alla Legge sulla protezione degli animali (LPAn).

Attualmente i cantoni hanno già la possibilità di creare questa funzione, ma non hanno l’obbligo. Il parlamento aveva rifiutato di imporla, nel dicembre 2005, nell’ambito della revisione della LPAn. Perciò la Protezione svizzera degli animali (PSA) ha lanciato l’iniziativa popolare sottoposta poi a votazione.

I cittadini hanno seguito il governo e la maggioranza parlamentare, composta di tutti i partiti di destra e centro-destra, i quali raccomandavano di bocciare il testo, ritenendolo un’ingerenza a livello cantonale e giudicando sufficienti le norme già esistenti.

Socialisti, ecologisti, verdi liberali ed evangelici chiedevano di accoglierlo, per concretizzare e uniformare la protezione degli animali in Svizzera.

Articolo approvato

Elaborato dal governo e dal parlamento, il nuovo articolo costituzionale – chiaramente accettato in votazione – conferisce alla Confederazione la competenza di legiferare in materia di ricerca sull’essere umano, se sussistono rischi potenziali per la dignità e la personalità delle persone coinvolte.

Queste ultime devono essere tutelate in modo prioritario. Tuttavia, nell’articolo si precisa pure che le leggi dovranno tener conto dell’importanza della libertà di ricerca.

Il secondo capoverso del nuovo articolo costituzionale fissa quattro principi fondamentali che regolano la ricerca biologica e medica sulle persone viventi: il consenso informato, la proporzionalità fra rischi e benefici, il ricorso a persone prive di discernimento unicamente se non è possibile ottenere i risultati in altro modo, l’approvazione da parte di un organo indipendente.

Soltanto l’Unione democratica di centro (destra nazional-conservatrice) e l’Unione democratica federale (destra di ispirazione cristiana) osteggiavano apertamente l’articolo in questione.

Reazioni ufficiali

Didier Burkhalter ha subito una sconfitta e ottenuto una vittoria in occasione della sua prima votazione in veste di ministro dell’interno.

Dopo aver preso atto della netta opposizione all’abbassamento dell’aliquota di conversione, il consigliere federale ha affermato domenica che il rifiuto ha motivazioni diverse: la tempistica (secondo parecchi oppositori la riduzione era prematura) e il clima di sfiducia nei confronti dell’economia. Nonostante l’esito della votazione, Burkhalter ha ribadito che «il consolidamento delle assicurazioni sociali rimane una priorità».

Il ministro dell’interno ha poi sottolineato l’importanza per la piazza elvetica del “sì” all’articolo sulla ricerca. A suo parere, il nuovo quadro legislativo – definito «molto equilibrato» – garantisce infatti «regole chiare e uniformi», preservando la dignità e la libertà della ricerca.

Secondo la ministra dell’economia Doris Leuthard, il rifiuto dell’iniziativa sull’avvocato degli animali dimostra che le regole già esistenti funzionano egregiamente. La consigliera federale ha aggiunto che il “no” popolare non si riferisce comunque alla protezione delle bestie, ma indica che la questione non era ritenuta centrale.

swissinfo.ch e agenzie

La previdenza professionale è obbligatoria per tutti i salariati che guadagnano almeno 20’520 franchi lordi all’anno.

Il salario annuo lordo assicurato è al massimo di 82’080. La parte che eccede questo limite, come pure i salari inferiori al minimo di 20’520 franchi, possono essere assicurati a titolo facoltativo.

La previdenza professionale è finanziata mediante un sistema di capitalizzazione, con i contributi degli assicurati. Almeno la metà dei contributi dei dipendenti è a carico del datore di lavoro.

Ogni assicurato costituisce così il proprio “avere di vecchiaia”, sul quale maturano gli interessi. Il tasso minimo d’interesse è fissato dal governo federale. Attualmente è del 2%.

Al momento del pensionamento l’avere in vecchiaia può essere versato sotto forma di liquidazione in capitale, oppure essere convertito in una rendita di vecchiaia in base all’aliquota di conversione.

Il tasso minimo, per la parte obbligatoria, è iscritto nella Legge federale sulla previdenza professionale (LPP).

Nel 2008 la previdenza professionale contava oltre 3,6 milioni di assicurati attivi e quasi 931mila beneficiari di rendite.

Gli elvetici residenti all’estero si sono espressi in favore dell’abbassamento dell’aliquota di conversione: è quanto risulta dai sei cantoni che conteggiano separatamente i voti degli espatriati.

La contrapposizione è particolarmente evidente tra gli svizzeri all’estero che hanno votato nei cantoni di Appenzello interno (59% di voti favorevoli), Lucerna (59%) e San Gallo (56%), e i connazionali residenti nei medesimi cantoni: 58% di voti contrari nel primo, 66% nel secondo, 69% nel terzo.

Anche nel cantone di Vaud (51% di voti contrari) e in quello di Basilea città (52%), la percentuale di voti contrari tra gli svizzeri all’estero è inferiore a quella registrati tra i votanti residenti in loco. Soltanto a Ginevra il risultato è molto simile: 75% di voti contrari tra gli espatriati, 79,6% tra i domiciliati.

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