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I ricchi stranieri di Gstaad conservano i privilegi fiscali

Gstaad: centinaia di ricchi stranieri hanno domicilio nella stazione turistica bernese gstaad.ch

Nel canton Berna è stata respinta l’iniziativa popolare che chiedeva la soppressione della tassazione forfettaria per gli stranieri. Una proposta analoga è stata accettata invece a Basilea campagna. La questione ritornerà però probabilmente entro pochi anni dinnanzi a tutto il popolo svizzero.

Sospiro di sollievo, probabilmente, per i circa 230 ricchi stranieri del canton Berna – molti dei quali vivono nella località turistica di Gstaad – che beneficiano della tassazione forfettaria, un modello fiscale che permette loro di versare soltanto una modica somma al fisco, rispetto al loro reddito e al loro patrimonio.

I cittadini del canton Berna hanno infatti bocciato questa fine settimana l’iniziativa popolare “Imposte eque – per le famiglie”, con la quale la sinistra intendeva tra l’altro abolire questo tipo di tassazione, che privilegia alcune migliaia di benestanti stranieri domiciliati in Svizzera. Gli elettori hanno invece approvato un controprogetto, che inasprisce le condizioni per l’ottenimento della tassazione forfettaria e ne aumenta la base di calcolo.

Ha avuto un esito esattamente contrario il voto tenuto nel semicantone di Basilea campagna, dove oltre il 60% dei cittadini hanno accettato l’iniziativa dei socialisti contro “i privilegi fiscali”. A Basilea campagna soltanto 16 persone sono attualmente assoggettate alla tassazione forfettaria.

Un quintuplo della pigione

La tassazione forfettaria – o “imposizione secondo il dispendio”, come viene definita nella legge federale – rappresenta in pratica un privilegio fiscale accordato dalla maggior parte dei Cantoni agli stranieri che ne fanno richiesta. Possono beneficiarne soltanto coloro che non esercitano un’attività lucrativa in Svizzera e che acquisiscono per la prima volta il domicilio in Svizzera o che vi fanno ritorno dopo un’assenza di almeno 10 anni.

L’imposta non viene calcolata in base al reddito e al patrimonio, come per tutti gli altri contribuenti, ma tenendo conto delle spese annue del contribuente e della sua famiglia per il mantenimento del loro tenore di vita. Dal momento che si tratta di un dispendio difficile da stimare, le autorità applicano generalmente un tassa equivalente ad almeno il quintuplo del canone di affitto annuo o del valore locativo.

Per gli stranieri che soggiornano in albergo, l’imposta corrisponde al doppio del prezzo della pensione annua (vitto e alloggio). In base ai dati del 2010, vi erano complessivamente 5’500 stranieri che approfittavano della tassazione forfettaria. Il loro numero attuale è stimato a circa 6’000.

Beneficiari in aumento

Questo tipo di tassazione era stato introdotto già nel 1862 nel canton Vaud, seguito poi nel 1928 dal canton Ginevra. Nel 1948, firmando un concordato intercantonale, tutti i Cantoni avevano adottato un ordinamento uniforme per l’applicazione dell’imposizione secondo il dispendio, ripreso l’anno seguente anche dalla Confederazione.

Per lungo tempo questa imposta non si era però molto diffusa: ancora negli anni ’90 vi erano da 2’000 e i 3’000 beneficiari. La tassazione forfettaria è inoltre rimasta quasi soltanto limitata ai Cantoni che tradizionalmente attiravano gli stranieri, soprattutto pensionati, grazie ai loro luoghi di villeggiatura. Oltre il 90% dei casi riguardano infatti Vaud, Vallese, Ticino, Ginevra, Grigioni, Berna e Lucerna.

Nell’ultimo decennio, in seguito anche all’introduzione della libera circolazione delle persone tra la Svizzera e l’Unione europea, il numero dei beneficiari è però praticamente raddoppiato. La tassazione forfettaria ha così destato maggiore attenzione e si è ritrovata al centro di un vasto dibattito sulla concorrenza fiscale tra i cantoni, considerata da alcuni ormai eccessiva.

Scontro politico

Oltre a dividere i cantoni, l’imposizione secondo il dispendio è diventata negli ultimi anni anche un tema di confronto tra i partiti. Per la sinistra, si tratta di uno strumento che contravviene i principi costituzionali dell’equità fiscale e dell’imposizione proporzionalmente al reddito. Per il centro e la destra, va invece mantenuta, in quanto una sua soppressione spingerebbe molti ricchi stranieri a lasciare il paese.

Negli ultimi tre anni, su iniziativa della sinistra, proposte di abolizione dell’imposizione secondo il dispendio sono state sottoposte in diversi cantoni al voto del popolo o del parlamento. Zurigo, Sciaffusa, Appenzello esterno, Basilea città ed ora Basilea campagna hanno deciso di rinunciare a questa tassazione. Per contro, San Gallo, Turgovia, Lucerna ed ora anche Berna hanno preferito mantenerla.

Questa tassazione viene però attaccata anche a livello federale da un’iniziativa popolare lanciata dall’alleanza La Sinistra, che riunisce le formazioni politiche di estrema sinistra in Svizzera. L’iniziativa popolare, che mira a sopprimere l’imposizione secondo il dispendio in tutto il paese, dovrà essere depositata entro il termine del 19 ottobre, ma i suoi promotori si dicono fiduciosi di poter raggiungere le 100’000 firme necessarie. In tal caso, tutto il popolo svizzero sarà chiamato ad esprimersi nei prossimi due o tre anni.

Riforma in parlamento

In attesa, proprio in queste ultime due settimane la tassazione forfettaria è approdata di nuovo dinnanzi al Parlamento federale. Le Camere si sono espresse in favore di un mantenimento, ma hanno accettato le proposte di riforma del governo, destinate a migliorare l’equità fiscale e quindi l’accettabilità di questo strumento fiscale sempre più contestato.

“La popolazione ne ha abbastanza di questo regime speciale. L’opposizione sta crescendo. Questa tassazione favorisce soltanto alcuni ricchi stranieri e danneggia l’etica fiscale dei cittadini. Va quindi abolita, non riformata”, ha affermato la deputata socialista Susanne Leutenegger Oberholzer, a nome della sinistra, durante il dibattito alla Camera del popolo.

“Se sopprimiamo questa tassazione, molti contribuenti importanti se ne andranno. Mancheranno quindi dei soldi nelle casse pubbliche, a scapito soprattutto dei cantoni finanziariamente più deboli”, ha replicato il deputato dell’Unione democratica di centro Peter Spühler, sostenuto da una maggioranza di parlamentari di centro e di destra.

In base alle riforme accettate dal parlamento, in futuro l’imposta forfettaria corrisponderà almeno al settuplo dei costi abitativi (finora il quintuplo) o al triplo del prezzo della pensione per coloro che vivono in albergo. Il reddito minimo imponibile per l’imposta forfettaria dovrà inoltre ammontare ad almeno 400’000 franchi.

A fine 2010 vi erano 5’445 stranieri che beneficiavano di “un’imposizione secondo il dispendio”. 

Il maggior numero di beneficiari si trovava nel Canton Vaud (1’397). Seguivano Vallese (1’162), Ticino (776), Ginevra (690), Grigioni (287),

Berna (230), Lucerna (157).

In base ai dati del Dipartimento federale delle finanze, la tassazione forfettaria permette a Confederazione e Cantoni di raccogliere introiti fiscali annui per circa 700 milioni di franchi.

L’imposizione secondo il dispendio è stata finora soppressa dai cantoni Zurigo, Sciaffusa, Appenzello esterno, Basilea città e Basilea campagna.

Nel fine settimana, il popolo è stato chiamato anche in una decina d’altri cantoni ad esprimersi su temi cantonali o comunali. Questi gli altri risultati di maggior rilievo:

Nel canton Argovia la classe media e le imprese pagheranno meno tasse in futuro. Gli sgravi fiscali sono stati approvati a netta maggioranza (69,81%). Si tratta della terza riduzione di imposte votata dal popolo dal 2007 nel cantone.

Grosso smacco a Neuchâtel per le autorità cantonali: il megaprogetto ferroviario TransRun (costo: 919 milioni) è stato bocciato con appena 392 voti di scarto. Il capoluogo e La Chaux-de-Fonds non saranno così collegati in futuro da una linea più rapida, che avrebbe consentito di dimezzare il tempo di viaggio, portandolo a 14 minuti.

I grigionesi hanno accettato una riforma territoriale che rimodella strutture risalenti al XIXesimo secolo. Gli attuali 11 distretti, le 14 corporazioni regionali, i 39 circoli e i circa 400 consorzi saranno sostituiti da nuove regioni. 

I lucernesi hanno respinto con il 52,9% dei voti una iniziativa che esigeva dal Cantone misure per ridurre i prezzi della corrente elettrica e promuovere le nuove tecnologie (fibra ottica). I comuni potranno continuare a esigere tasse di concessione dalle società elettriche per il diritto di passaggio delle reti di distribuzione

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