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VS: infrazione a Legge COVID-19, assolto ristoratore di Zermatt

Il ministero pubblico ha accusato il gerente del ristorante di non aver adempiuto alle sue responsabilità non controllando i certificati COVID dei suoi clienti. (Immagine simbolica) KEYSTONE/LAURENT GILLIERON sda-ats

(Keystone-ATS) L’esercente di Zermatt (VS) processato per aver violato la Legge COVID-19 è stato assolto dal tribunale distrettuale di Visp. La maggior parte delle prove presentate dall’accusa non ha potuto essere sfruttata, ha indicato oggi il suo avvocato a Keystone-ATS.

I costi del procedimento sono stati addebitati allo Stato, ha aggiunto l’avvocato, David Zollinger, confermando un’informazione pubblicata sul sito del quotidiano Walliser Bote. L’imputato avrà pure diritto a un’indennità per le spese sostenute per difendersi.

Il tribunale non ha ammesso gran parte delle prove presentate dall’accusa. Nel corso della procedura, persone sono state interrogate senza che l’imputato e il suo avvocato difensore fossero informati e invitati all’interrogatorio, scrive il portale di notizie. Ciò ha violato il diritto dell’imputato a essere sentito.

La sentenza non è ancora definitiva. La procura dispone di 20 giorni per presentare appello al Tribunale cantonale.

Il ministero pubblico ha accusato il gerente del ristorante Walliserkanne di non aver adempiuto alle sue responsabilità non controllando direttamente, o non facendo controllare dal suo personale, i certificati COVID dei suoi clienti nel settembre 2021. Secondo la procura, l’uomo ha agito “volontariamente e intenzionalmente”.

L’esercente era stato condannato per decreto penale. Poiché ha fatto ricorso si è celebrato un processo, svoltosi alla fine di marzo. Nell’atto d’accusa, il pubblico ministero, che ha rinunciato a comparire in udienza, aveva chiesto una multa di 600 franchi o sei giorni di reclusione in caso di mancato pagamento di questa somma, oltre a 500 franchi per le spese.

Dal canto suo, la difesa aveva chiesto l’assoluzione. Per Zollinger, la vicenda era di “poco conto” trattandosi solamente di una contravvenzione. L’avvocato aveva contestato in particolare l’esistenza di una base legale sufficiente per obbligare un ristoratore a controllare i certificati COVID dei clienti.

Poiché i ristoratori (l’imputato non era solo a gestire il locale) si erano rifiutati di rispettare le misure sanitarie introdotte dalle autorità per combattere la diffusione del coronavirus, il ristorante era stato chiuso il 29 ottobre 2021 per decisione del Consiglio di Stato, ma nonostante l’installazione di blocchi di cemento davanti al locale, gli esercenti avevano continuato a servire i clienti. Fra l’altro improvvisando un bar su tali blocchi. I ristoratori erano stati arrestati il 31 ottobre.

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