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Zurigo alle urne

I sondaggi non prevedono grandi tempeste nel panorama politico della città sulla Limmat Keystone

Dopo dodici anni il popolare sindaco socialista Joseph Estermann si ritira. I borghesi cercano la rimonta, la maggioranza rosso-verde difende le posizioni. La metropoli elvetica in campagna elettorale.

Sembra sicuro: il socialista Elmar Ledergerber sarà successione di Josef Estermann quale sindaco di Zurigo. Le elezioni si svolgeranno domenica 3 marzo e la maggioranza rosso-verde non sembra essere in pericolo.

Josef Estermann esce di scena dopo dodici anni, un po’ per ragioni di salute, un po’ in omaggio ai nuovi imperativi etici che non tollerano mandati troppo lunghi. Ma la levatura dei candidati alla sua successione non è eccelsa. La personalità del più probabile successore di Estermann è infatti uno dei pochi argomenti che hanno suscitato un certo interesse durante la campagna elettorale che sta per concludersi.

Per il resto, il confronto elettorale si è svolto senza grandi emozioni, sulla base di programmi conosciuti e con previsioni di cambiamenti minimi negli equilibri politici consolidati.

Tanti candidati

A voler salire sulla poltrona di sindaco sono in cinque. Il candidato più quotato appare il socialista Elmar Ledergerber, ex-deputato cantonale ed ex-consigliere nazionale. Laureato in storia e dottore in economia, il 58enne Ledergerber ha già fallito in passato le elezione a ministro cantonale ed a rappresentante del canton Zurigo nel Consiglio degli Stati. Subentrato nel 1998 alla battagliera Ursula Koch come municipale all’edilizia, dopo quattro anni stenta a farsi accettare da tutto il Ps zurighese.

Uova e insulti per il candidato

Il suo merito maggiore – soprattutto per gli ambienti dell’economia, per le imprese edili e per i partiti borghesi – è stato quello di aver trovato il compromesso che ha salvato il piano regolatore della città, sul quale la Koch aveva a lungo combattuto. Ciò gli è valsa la conquista di consensi nell’area borghese, ma anche la crescente antipatia dei Verdi, degli alternativi, dei sindacati e dell’ala sinistra del Ps.

L’ultima sua gaffe: avere a lungo tergiversato (contro il parere del Ps e dei sindacati) sulla questione del credito alla nuova Crossair, per poi votare contro nell’esecutivo cittadino. Un sondaggio Isopublic di metà febbraio lo dà, rispetto al precedente rilevamento di gennaio, in perdita dal 42 al 38 per cento dei consensi. Ma più che il calo dei sondaggi, parlano le uova e gli insulti che un gruppo di autonomi gli hanno lanciato durante una sua apparizione pubblica la sera dell’11 febbraio.

La concorrenza temibile

L’avversario più temibile nella contesa per la poltrona di sindaco (e per i voti della sinistra) è Monika Stocker, l’ecologista che dal 1994 dirige il dipartimento cittadino delle opere sociali e che può contare su vasti consensi. 54 anni, laureata in scienze sociali, ha riformato da cima a fondo il suo dipartimento, cambiando molte cose nella politica sociale della città e conseguendo buoni risultati. Il sondaggio Isopublic le accredita un 24 per cento dei voti.

Outsider che non preoccupano

I radicali, da parte loro, ci provano con un buon candidato: Martin Vollenwyder, 48 anni, è un direttore di Crédit Suisse; da 11 anni consigliere comunale, è stato presidente del partito sia in città che a livello cantonale. Non dovrebbe però raccogliere più di un 12 per cento di consensi. Poco distaccato nei sondaggi c’è un personaggio di rottura: Rolf André Siegenthaler, un ingegnere quarantenne, ufficiale di carriera, candidato dell’Udc.

Come sindaco, Siegenthaler è assolutamente improbabile, né più né meno di quanto lo sia l’ultimo personaggio con cui si chiude la carrellata dei candidati a sindaco: il 44enne Peider Filli, grigionese d’origine, conducente di tram e sindacalista, omosessuale dichiarato e membro della formazione di sinistra Lista Alternativa.

Può sembrare debole (Isopublic gli attribuisce un 4 per cento per la corsa a sindaco e almeno il 18 per cento come municipale), ma può dare fastidio agli altri candidati di sinistra: i sindacati del cartello cittadino dell’Uss si sono dichiarati, in un’assemblea di metà febbraio, contro Elmar Ledergerber e Monika Stocker e a favore di Peider Filli.

Maggioranza sicura in Municipio

Per quanto concerne la corsa ai posti di municipale, il gioco è più tranquillo: i posti disponibili sono otto (escluso il sindaco) e i candidati una quindicina. Un po’ di movimento c’è soltanto perché si ritirano due municipali borghesi: l’ex-sindaco liberale Thomas Wagner ed il cristiano-sociale Willy Küng. Quest’ultimo era alleato con la sinistra e, insieme con la verde Monika Stocker e con i tre municipali socialisti (più il sindaco), assicurava la maggioranza rosso-verde in Municipio.

Ora, per mantenere tale maggioranza, e dato per scontato che tutti i municipali che si ripresentano verranno rieletti, il Ps non può assolutamente permettersi di perdere il suo quarto seggio nell’esecutivo. Se Lerdegerber diventa sindaco, al suo posto di municipale dovrebbe andare Martin Waser, un insegnante di scuola media, 48 anni, molto attivo nel partito.

I radicali, che hanno avuto finora due seggi (quelli di Kathrin Martelli e dell’uscente Thomas Wagner), sono impegnati soprattutto a conquistare l’altro posto lasciato libero da Willy Küng. Ci provano, e dovrebbero riuscirci senza difficoltà, con Andres Türler, un magistrato (è procuratore pubblico) di 45 anni.

Equilibri stabili e programmi condivisi

Nel Consiglio comunale (il ‘parlamento’ della città), i socialisti, dall’alto del loro 34,4 per vento dei voti (previsione Isopublic), contano di poter conservare i loro 49 seggi (su 125). I sondaggi confermano in effetti un quadro generale piuttosto stabile. L’Udc, secondo partito della città, dovrebbe attestarsi sul 17,8 per cento (18,3 nel 1998), praticamente alla pari dei radicali (17,4). Qualcosa potrebbero guadagnare i Verdi (dal 5,1 al 7,3 per cento) e qualcosa continuano a perdere i democristiani (dal 6,4 al 5,6 per cento). Se Plr e Udc si manterranno sulla quota di 26 seggi ciascuno, vuol dire che gli spostamenti ci saranno solo tra i piccoli partiti (le liste sono in tutto 10) e non modificheranno gli equilibri complessivi.

Situazione tranquilla anche sul fronte dei programmi politici. I partiti borghesi – eccetto l’Udc – riconoscono che i problemi sociali e quelli del traffico sono stati affrontati abbastanza bene dalla maggioranza rosso-verde. Sono anche soddisfatti per il compromesso che ha sbloccato il piano regolatore. Le reali divergenze ci sono nella gestione delle finanze, dove i partiti borghesi vorrebbero più risparmio e meno tasse, e, per quanto riguarda l’Udc, anche nella politica sociale e nell’integrazione degli stranieri.

La sinistra porta quindi avanti senza problemi il suo programma centrato sull’immagine di Zurigo ‘città aperta sul mondo’, con un’economia forte, una buona rete sociale, una ricca offerta culturale ed un rispetto garantito per l’ambiente. Punti salienti sono la formazione professionale anche per i giovani stranieri, salari minimi non inferiori ai quattromila franchi, assegni familiari più alti, prestazioni complementari per i pensionati, più abitazioni a pigione moderata e una politica del traffico sempre più restrittiva.

Silvano De Pietro, Zurigo

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