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Lousonna vive ancora a Losanna

O Museu de Arqueologia, construído sobre os alicerces de uma casa romana em Vidy. Musée romain de Vidy

Al Museo romano di Losanna-Vidy, la storia di 2000 anni fa continua a vivere nell'esposizione permanente "Passato presente".

I grandi mutamenti economici, sociali e culturali dell’epoca gallo-romana si riflettono nella realtà svizzera del 21esimo secolo.

I Romani dovevano apprezzare le pacifiche sponde del Rodano e del Lago Lemano: importanti tracce testimoniano ancora oggi dell’epoca romana, considerata come un periodo florido per la storia svizzera.

2000 anni dopo, da Ginevra fino a Martigny, passando per Nyon, Losanna e Pully, diversi musei propongono di ricordare l’eredità delle colonie di Genava, Noviodunum, Lousonna o Octodurus.

Al Museo romano di Vidy, nei pressi di una spiaggia di Losanna già frequentata ai tempi di Cesare, le vicissitudini dell’Antichità vengono commemorate dall’esposizione permanente “Passato presente”.

Un titolo scelto appositamente per sottolineare che civiltà da molto tempo scomparse sono ancora presenti tra di noi e che la lente della storia ci permette spesso di guardare con più chiarezza il nostro tempo.

Oggetti desacralizzati

“L’archeologia non cerca oggetti belli, ma informazioni utili” ricorda Laurent Flutsch, direttore del Museo romano di Vidy.” L’archeologo non è un collezionista; è invece un investigatore che scava nel terreno per trovare insegnamenti preziosi”.

Il Museo romano limita quindi volontariamente il numero degli oggetti esposti. Più ancora che come testimoni di un’epoca, i reperti archeologici vengono utilizzati come complemento d’informazione per spiegare il passato.

Nell’esposizione è evidente la volontà di desacralizzare e ridare un valore appropriato agli oggetti dell’Antichità. “Una pentola romana rimane una pentola e non deve essere considerata un’opera d’arte” rileva Flutsch.

“Un oggetto simile non deve servire da trofeo espositivo per un museo di archeologia. L’interesse di una pentola romana è legato piuttosto al luogo in cui è stata trovata, alle indicazioni che fornisce sulle abitudini culinarie o sulla realtà sociale del passato”.

Un museo archeologico “moderno”

“Cento anni fa, i musei di archeologia volevano essere dei luoghi di scienza: mostravano il lavoro archeologico e presentavano in modo ordinato e rigoroso gli oggetti. Cinquant’anni fa, si è passati ad una visione molto più pedagogica: ad esempio, si ricostruivano artificialmente scene di vita dei popoli antichi” spiega Laurent Flutsch.

“Oggi, molti musei hanno capito che non è possibile ricreare la realtà di 2000 anni fa e men che meno in modo neutrale e oggettivo. Ogni rappresentazione è d’altronde influenzata dalla
realtà del proprio tempo”.

Così, in chiave moderna, l’esposizione “Passato presente” vuole innanzitutto trasmettere alcune interpretazioni della storia. Attraverso numerosi testi, il visitatore viene invitato ad informarsi e a riflettere sul senso di quanto è stato ritrovato del periodo gallo-romano.

Un popolo aperto

Il museo ricorda che il mondo romano continua a vivere in Svizzera: dalla lingua alla cultura, dalla giustizia alla religione, dagli insediamenti urbani alle reti stradali, dall’artigianato alle tecnologie.

E insegna, tra l’altro, che gli Elvezi e gli altri popoli residenti nei confini attuali della Confederazione si trovarono, come noi, in un’epoca di grandi mutamenti. E, probabilmente non meno di noi, furono aperti ai cambiamenti e al mondo esterno.

L’Impero conquistò non solo militarmente Lousonna e le altre località elvetiche di 2000 anni fa. I nostri antenati adottarono rapidamente i vantaggi della civiltà romana, cambiando anche il loro stile di vita e integrando nuovi usi e costumi religiosi, familiari e sessuali.

La cucina diventò mediterranea (con pesce, olio di oliva e vino), le terme e il teatro si imposero come divertimenti e gli Elvezi cominciarono ad apprezzare “articoli di lusso” – come la seta, l’ambra o il marmo – che in parte provenivano da regioni situate addirittura oltre i confini del grande Impero.

La globalizzazione romana

“Il mondo romano può essere considerato il primo grande mercato comune in Europa e nel bacino mediterraneo” afferma Laurent Flutsch. Le merci vi circolavano più facilmente, venne introdotta una moneta unica, si standardizzarono molti prodotti (vasi, stoviglie, armi, ecc.) e si unificarono i pesi e le misure.

Ne approfittò economicamente e socialmente anche la “civitas helvetiorum” che si ritrovò, come oggi, al centro dei grandi assi di transito e di commercio tra il nord e il sud.

Proprio Lousonna rappresentò un importante nodo di smistamento tra la via fluviale e la rete stradale: il porto romano di Vidy collegava, attraverso il Rodano, il Mediterraneo all’Europa centrale.

La storia di 2000 anni fa, si riflette in vari modi nella realtà dei nostri giorni. Perfino il “gene” della neutralità e della finanza doveva già essere presente: il greco Posidonios descrisse gli Elvezi come un popolo “pacifico e ricco di oro”.

swissinfo, Armando Mombelli

I secolo a.C. – IV secolo d.C.: Lousonna romana.
1993: Inaugurazione del Museo romano di Losanna-Vidy.
2002: Apertura dell’esposizione permanente “Passato presente”.

Il Museo romano è situato nei pressi della spiaggia di Vidy, dove sono stati ritrovati diversi reperti dell’epoca romana.

Ancora oggi sono visibili le fondamenta dell’insediamento e del porto costruito dai romani sul Lago Lemano. Rappresentava un’importante punto di raccordo per i collegamenti tra il Mediterraneo, la Valle del Rodano e le colonie romane dell’Europa centrale.

Oltre all’esposizione permanente “Passato presente”, il museo propone 2 a 3 esposizioni temporanee all’anno, in cui vengono illustrati i molteplici legami tra la realtà di 2000 anni fa e quella del 21esimo secolo.

Il Museo rimane chiuso il lunedì.

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