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Diaz-Canel sostituisce Raul Castro alla guida del Pcc

Il presidente cubano Miguel Diaz-Canel (a sinistra) e Raul Castro (a destra) KEYSTONE/EPA/ARIEL LEY ROYERO sda-ats

(Keystone-ATS) Si sono spenti i riflettori sull’8/o Congresso del Partito comunista cubano (Pcc) che ha portato a termine la transizione dall’era Castro ad una nuova stagione di dirigenti non ancora nati quando nel 1959 Cuba abbracciò la sua ‘Revolución’.

A sostituire Raul Castro è stato scelto Miguel Diaz-Canel.

I 300 delegati del Congresso, che si tiene ogni cinque anni, hanno approvato all’unanimità i documenti preparati dai gruppi di lavoro, e si sono impegnati a portare avanti una “continuità” socialista, sfidando ostacoli interni ed esterni.

Un analista locale consultato dall’agenzia di stampa italiana Ansa ha sottolineato che “fare previsioni sul futuro di Cuba è difficile perché gli eventi a venire non dipendono solo dalle decisioni del Pcc, ma anche dalla dinamica sociale interna e dagli avvenimenti mondiali”.

La maggiore novità è stato il rinnovamento degli organi dirigenziali del Pcc, con un ‘Burò politico’ da cui, oltre a Raúl Castro, sono usciti anche gli ultimi due leader che rappresentavano la ‘Revolución’ cubana: l’ideologo José Ramón Machado Ventura, 90 anni, e il comandante Ramiro Valdés, 88.

Il rapporto finale approvato oggi dai congressisti sottolinea che “si dovranno affrontare sfide e difficoltà derivanti dalla situazione internazionale, nonché carenze dovute a deficienze dell’attività nazionale”. Fra queste, il rapporto ha menzionato “burocrazia, inerzia e resistenza al cambiamento”, nonché “mancanza di fermezza, esigenze e controlli di fronte ai fenomeni negativi”.

I fenomeni a cui si fa riferimento sono l’epidemia da Covid-19, l’influenza di questa su una economia fortemente colpita dalle sanzioni, l’andamento del conflitto con gli Stati Uniti e la percezione della popolazione dei compiti che le sono riservati.

E preoccupano il Pcc anche quello che il governo considera una sorta di colpo di stato ‘soft’ frutto dell’azione degli Stati Uniti con obiettivo di sovversione interna, l’aumento delle critiche degli oppositori che viaggiano via Internet, con gli appelli alla protesta attraverso le reti sociali e l’avvio di iniziative come gli scioperi della fame, che il governo considera falsi.

In campo economico e sociale, il Congresso ha fatto riferimento alla necessità di migliorare la qualità della vita della popolazione cubana. In questo quadro, si spera che sia efficace il cosiddetto ‘compito di organizzazione’ in vigore dallo scorso 1 gennaio.

Il documento non nasconde poi che l’unificazione delle due monete nazionali è stata sì accompagnata da aumenti dei salari statali in generale, che però hanno sofferto per la crescita delle tariffe e dei prezzi dovuti all’inflazione e per la resistenza della popolazione a cambiare un atteggiamento legato alla presenza assistenziale del governo.

In definitiva, conclude il rapporto, forse la più grande difficoltà da affrontare sarà l’applicazione di cambiamenti che diano più agilità ed efficienza all’economia nazionale senza violare le regole del sistema socialista, scongiurando un ritorno del capitalismo.

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