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L’Europa accelera con i vaccini ma è allarme scorte

Centro do vaccinazione nella repubblica Ceca KEYSTONE/EPA/MARTIN DIVISEK sda-ats

(Keystone-ATS) Ai grandi Paesi europei restano scorte per una settimana di vaccini. L’allarme rosso non vale solo per l’Italia, dove avanzano circa 2,5 milioni di dosi, poco più di quante sono state somministrate negli ultimi sette giorni.

I rifornimenti sono attesi con una certa ansia anche in Germania, Spagna e Francia, dove i governi da inizio aprile sono già riusciti a imprimere una netta accelerazione alle campagne vaccinali, unica arma in questo momento contro la pandemia di Covid.

L’Italia ha somministrato oltre l’80% delle dosi a disposizione, in percentuale meno di quanto fatto dalla Spagna (85,3% secondo i dati del governo di Madrid, che è appena arrivato a oltre 400 mila iniezioni al giorno) ma più della Francia (79%, che ieri ha segnato il record di mezzo milione di inoculazioni in 24 ore) e della Germania (75,5%, con oltre 650 mila vaccinazioni giovedì).

Tutti questi Paesi hanno coperto con una dose fra il 15 e il 17% della popolazione vaccinabile, secondo le ultime rilevazioni dell’European Centre for Disease Prevention and Control, mentre le persone immunizzate con due sono ovunque il 6-7%.

Potenziare l’esercito di vaccinatori non può bastare in questa fase del contrasto al virus. Il rischio ora diventa anzi quello di esaurire le scorte. I responsabili delle campagne stanno infatti facendo i conti con uno scenario preoccupante per i segnali arrivati dalle case farmaceutiche, a cui l’Unione europea ha ordinato 1,16 miliardi di dosi (fin qui ne ha ricevuti meno di 110 milioni) di farmaco anti-Covid per coprire tutti i suoi 350 milioni di cittadini.

AstraZeneca ha fatto sapere che questa settimana verranno ritardate metà delle consegne all’Ue. All’Italia, ad esempio, nei prossimi giorni dovrebbero arrivare circa 175 mila dosi del vaccino della multinazionale anglo-svedese, oltre a un milione di Pfizer, 184mila di Johnson & Johnson (circa 500 mila attese entro aprile) e un’altra quota di Moderna.

Resta da capire se saranno sufficienti per marciare a 500 mila inoculazioni quotidiane, il ritmo a cui punta il commissario per l’emergenza Figliuolo. La Germania va già più veloce, e ora conta soprattutto su Pfizer/BioNTech (ha appena avviato una linea di produzione nello stabilimento tedesco di Marburgo) anche se non è detto che riuscirà a ottenere i 40,2 milioni pattuiti entro giugno.

E infatti, guardando al futuro, la task force del governo di Berlino ha avviato discussioni con gli sviluppatori del russo Sputnik, ragionando anche sulla possibilità di avviare siti produttivi sul proprio territorio.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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