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Trump show: fascismo di sinistra contro nostri valori

Donald Trump manda in scena il suo show per le celebrazioni del 4 luglio, ignorando il coronavirus. KEYSTONE/AP/Alex Brandon sda-ats

(Keystone-ATS) Il “nuovo fascismo dell’estrema sinistra” vuole “spazzare via la nostra storia e i nostri valori”.

Nell’imponente scenografia offerta da Mount Rushmore e davanti a migliaia di sostenitori senza mascherina e senza distanziamento sociale, Donald Trump manda in scena il suo show per le celebrazioni del 4 luglio ignorando il coronavirus.

In difficoltà nei sondaggi e criticato per la gestione della pandemia, il presidente americano cerca di voltare pagina, rilanciare la sua campagna e riconnettersi con la sua base, quella che può regalargli altri quattro anni alla Casa Bianca.

Per farlo sceglie il South Dakota e lo storico monumento che vede scalfiti nella roccia i volti di quattro presidenti americani – George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln – sognando forse, come lascia intendere una foto ritoccata twittata dalla sua campagna elettorale, di essere un giorno il quinto rappresentato.

Una scelta, la sua, più che simbolica in un momento in cui l’America si interroga sul suo passato e chiede a gran voce la rimozione di tutti i simboli razzisti. Anche il luogo scelto è ricco di significato: il maestoso monumento, testamento della tenacia umana, è stato realizzato da uno scultore simpatizzante per il Ku Klux Klan su una terra sacra per i nativi americani.

Ad attendere il presidente a Mount Rushmore sono i manifestanti, contro i quali la polizia ricorre anche allo spray al peperoncino. Nell’anfiteatro allestito ai piedi del monumento è però un trionfo del ‘trumpismo’.

Cultura della cancellazione

Il tycoon entra mano nella mano con la First Lady Melania Trump e accompagnato dalla figlia Tiffany e dal figlio Eric. Poi prende la parola e condanna la ‘culture della cancellazione’, i democratici e i manifestanti che da settimane invadono le strade delle maggiori città per dire basta al razzismo e all’uso eccessivo della forza da parte della polizia.

“Il nostro Paese sta assistendo a un’impietosa campagna per cancellare la nostra storia. Una delle armi usate è quella della cultura della cancellazione. E questo è totalitarismo”, dice Trump fra gli applausi. “L’attacco alla nostra libertà deve essere fermato”, aggiunge parlando di “mafiosi arrabbiati che stanno cercando di buttare giù le statue dei nostri fondatori e sfregiare i nostri memoriali”. Il presidente quindi assicura che nessuno toccherà mai Mount Rushmore, di cui i nativi chiedono lo smantellamento.

“Vorrebbero farci tacere ma noi non staremo in silenzio. Non ci faremo intimidire da gente cattiva”, mette in evidenza Trump criticando la cultura del nuovo “fascismo dell’estrema sinistra” che ha come obiettivo quello di “rovesciare la cultura americana” e tutti i suoi progressi.

Un parco degli eroi

Difendendo e cavalcando l’America First, Trump si lancia così in un discorso divisivo, sposando in pieno l’idea di una guerra culturale e cercando di proiettare l’immagine di un leader forte che può deridere l’idea di “giustizia sociale” e usare le parole di Martin Luther King contro i democratici.

Alla fine della sua nottata ‘magica’ Trump annuncia la sua sfida finale: mentre milioni di americani chiedono la rimozione della statue che evocano il razzismo, il presidente si impegna per decreto a creare un ‘parco degli eroi’ con le statue dei “giganti del passato”: dal giudice conservatore della Corte Suprema Anthony Scalia ai fratelli Orville e Wilbur Wright. Ci saranno anche George Washington e Ronald Reagan, ma anche Martin Luther King. Nessun spazio invece per uno dei presidenti più amati d’America, il democratico Jfk.

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