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Non solo 5G

Il punto sulla problematica dell’inquinamento elettromagnetico: a colloquio con due esperti su aspetti del fenomeno, dati scientifici e precauzioni.

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Gli sviluppi relativi all’introduzione del 5G in Svizzera hanno riportato l’attenzione sulle dinamiche dell’inquinamento elettromagnetico. Un fenomeno che però, a ben vedere, va decisamente al di là dell’ambito legato alla sola telefonia cellulare.

Sono infatti svariate le fonti del cosiddetto elettrosmog: da quello, spesso insospettato, emesso dai comuni elettrodomestici di casa, fino agli intensi campi generati da elettrodotti e linee elettriche ferroviarie. Intorno al fenomeno si è ormai sviluppato un certo dibattito, che risente però di non poca disinformazione.

Quali sono, allora, i confini fra certezze e allarmismi in materia di elettrosmog? E cosa si può affermare di sicuro intorno agli effetti per la salute? Per fare chiarezza su questi e altri interrogativi, ci siamo rivolti a due specialisti del ramo: gli ingegneri Samuel Poretti e Tommaso Pagani, entrambi impegnati alla SUPSI nel campo della ricerca presso l’Istituto sistemi ed elettronica applicata Collegamento esterno(ISEA).

Una struttura che fa parte del Dipartimento tecnologie innovativeCollegamento esterno dell’ateneo, e che ormai da anni si segnala per il suo ruolo d’eccellenza a livello svizzero nello studio e nelle misurazioni concernenti l’elettrosmog. Nel video in apertura di quest’articolo, le considerazioni dei due esperti e – più in generale – un tentativo di fare chiarezza su un tema certamente molto discusso.

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