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Visita ai familiari oltre confine? Sì di Montecitorio

Coppie divise dalla frontiera svizzero-tedesca tra Costanza e Kreuzlingen.
Coppie divise dalla frontiera svizzero-tedesca tra Costanza e Kreuzlingen. Keystone / Felix Kästle

Presto gli italiani residenti all'estero - quindi compresi i titolari di un permesso di domicilio (C) o di dimora (B) in Svizzera - potrebbero andare nel loro paese per incontrare gli stretti familiari, senza l'obbligo di sottoporsi a due settimane di quarantena.

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Al momento infatti la frontiera resta chiusa anche per genitori, figli minorenni e coniugi che hanno i loro cari nella vicina Repubblica, a differenza di quanto prevede la legislazione elvetica per gli stranieri.

Negli scorsi giorni la Camera dei deputati ha però approvato alcuni atti parlamentari in tal senso sia della maggioranza che dell’opposizione – tra cui gli ordini del giorno di Alessandro Fusacchia (Gruppo Misto), Massimo Ungaro (Italia Viva) e di alcuni parlamentari della Lega (primo firmatario Paolo Formentini). 

Quest’ultimo, in particolare chiede di parificare i cittadini con passaporto italiano residenti all’estero alla categoria di persone autorizzate ad effettuare soggiorni di breve durata per scopi professionali senza l’obbligo dell’isolamento fiduciario. L’articolo 5 del Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) del 26 aprileCollegamento esterno consente infatti l’ingresso nella Penisola, “per comprovate esigenze lavorative”, per un periodo di 72 ore (prorogabili fino a cinque giorni).

Le proposte sono state accolte a Montecitorio all’unanimità ma i tempi per la messa in pratica delle proposte non sono affatto scontati. Anche perché il voto parlamentare su un ordine del giorno è sì impegnativo dal profilo politico per il governo, ma le modalità concrete della sua realizzazione sono di esclusiva competenza dell’esecutivo.

Inoltre, nella riformulazione del testo condiviso in aula dall’esponente del governo (la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa) viene specificato che la visita dei congiunti sarà autorizzata solo quando “le condizioni sanitarie lo permetteranno”, una precisazione che aggiunge elementi di incertezza alla questione. 

Altri sviluppi

Per il momento quindi gli italiani residenti all’estero continueranno ad essere discriminati nei confronti degli altri cittadini europei, in particolare in Svizzera: dalla mezzanotte di venerdì 15 maggio i residenti nella Confederazione potranno infatti recarsi, dopo l’accordo raggiunto nelle ultime ore, in Germania e in Austria per vedere parenti e addirittura fidanzati.

Dal 15 giugno poi sarà di fatto ripristinata la libera circolazione a livello europeo, in particolare tra Svizzera e tutti i paesi confinanti ad eccezione dell’Italia e a quel punto ad essere penalizzati saranno unicamente i titolari di un passaporto tricolore che risiedono all’estero.

“È il governo che ora deve decidere. Tempistiche al momento non ce ne sono”, spiega Simone Billi, deputato della Lega eletto nella circoscrizione Europa e firmatario dell’ordine del giorno del suo gruppo: “A volte capita che un ordine del giorno approvato dal parlamento venga superato dagli eventi per i ritardi nella sua attuazione, noi spingeremo affinché questo non avvenga”. 

E riguardo al fatto che le frontiere italiane rimangono sigillate mentre si aprono nel resto dell’Europa? “La Svizzera confina con la Lombardia e purtroppo in questa circostanza è l’evoluzione dei contagi che detta determinate scelte”, risponde Simone Billi.

In proposito un comunicato odiernoCollegamento esterno del Consiglio generale degli italiani all’estero (Cgie) sottolinea che “non ci sono ragioni cogenti perché l’Italia si distingua con scelte solitarie e di preclusione mantenendo chiuse le frontiere, visto che oramai c’è una manifesta volontà di altri Paesi europei orientati al ritorno alla normalità”.

Sulla questione il segretario del Cgie Michele Schiavone precisa che “da tre settimane sollecitiamo il governo a ripristinare norme di civiltà ordinaria”, consentendo in particolare “il graduale rientro degli italiani almeno dai paesi europei”, dove l’evoluzione della pandemia è migliore rispetto ad esempio Stati Uniti, America latina e Sudafrica, “tenendo conto anche delle decisioni prese dai nostri vicini”.

In ogni caso qualcosa si sta muovendo: nell’ambito della discussione sulle nuove aperture previste da lunedì 18 maggio emerge nel mondo politico italiano l’ipotesi di autorizzare il prossimo 3 giugno gli spostamenti tra regioni per visitare i congiunti, facoltà oggi riservata solo all’interno dei confini regionali. E c’è chi per quella data ventila l’analoga possibilità di permettere gli spostamenti transfrontalieri che abbiano la stessa motivazione.

Visita dei familiari in Svizzera
La visita a un residente da parte del coniuge o del partner non sposato con figli minorenni in comune o degli stessi figli è sempre stato consentito dalle autorità doganali elvetiche. Dall’11 maggio viene permesso anche il ricongiungimento familiare, vale a dire il diritto di stabilire il proprio domicilio da parte del coniuge, dei figli (anche quelli del solo coniuge se minorenni) e dai parenti in linea ascendente (se a carico) con passaporto straniero.

Come accennato precedentemente i cittadini austriaci e germanici, muniti di autocertificazione, possono ora entrare temporaneamente nella Confederazione per visitare genitori, nonni, figli maggiorenni, nipoti, fratelli, cognati, zii e cugini. Altre disposizioni particolari per parenti (decesso, malattia, bisogno) sono indicate nel dettaglio nella pagina webCollegamento esterno della Segreteria della migrazione.  


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