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Roma, prove di democrazia diretta

Il nuovo statuto di Roma Capitale prevede diverse innovazioni in materia di partecipazione dei cittadini. Innovazioni che si ispirano anche alla Svizzera, rileva Angelo Sturni, consigliere del Movimento 5 Stelle e presidente della Commissione Roma Capitale, statuto e innovazione tecnologica.

I cittadini di Roma sono chiamati alle urne l’11 novembre per due referendum consultiviCollegamento esterno sul destino di Atac, l’azienda dei trasporti della capitale. Promossi dai Radicali italiani, i referendum propongono in sostanza di aprire alla concorrenza il settore del trasporto pubblico, abolendo l’attuale situazione di monopolio.

Per questi referendum valgono le regole previste dal vecchio statuto di Roma Capitale. Affinché il risultato sia valido, si dovrà raggiungere un quorum del 33% dei votanti, vale a dire circa 800’000 persone dovranno recarsi alle urne. Una situazione criticata dai promotori dei referendum, che biasimano l’amministrazione di Virginia Raggi anche per la scarsa informazione ai cittadini. “L’impressione è che la sindaca stia facendo di tutto perché l’affluenza sia bassissima. L’amministrazione M5s fa della democrazia diretta una bandiera, ma solo a parole”, ha recentemente dichiarato il parlamentare di +Europa Riccardo Magi.

Nuovi strumenti partecipativi

Al di là delle controversie legate al voto dell’11 novembre, il nuovo statuto capitolinoCollegamento esterno – entrato in vigore in marzo – prevede diverse novità in materia di strumenti partecipativi. La riforma diventerà veramente effettiva tra qualche mese, quando saranno stati redatti i regolamenti attuativi.

In particolare, nella ‘Costituzione’ cittadina è stato introdotto il referendum propositivo, che va ad affiancarsi a quelli consultivo e abrogativo. “È una grandissima riforma, che si ispira all’iniziativa popolare in vigore in Svizzera”, spiega Angelo Sturni, consigliere e presidente della Commissione Roma Capitale, Statuto e Innovazione tecnologica, incontrato in occasione del Forum globale sulla democrazia diretta organizzato a fine settembre proprio a Roma.

Questo nuovo strumento permette a un gruppo di cittadini di sottoporre a votazione proposte di legge sottoscritte da almeno l’1% del corpo elettorale, vale a dire circa 30’000 firme.

Le altre grandi novità sono l’abolizione del quorum per tutti e tre i referendum, nonché l’introduzione di quello che in Svizzera viene definito ‘controprogetto’Collegamento esterno. Nel caso in cui un referendum propositivo raccogliesse le firme necessarie per essere sottoposto a votazione, l’Assemblea capitolina ha la possibilità di presentare alla popolazione anche un progetto alternativo.

Roma vuole inoltre sperimentare il bilancio partecipato. Un primo test in questo senso ha avuto luogo recentemente nel quartiere della Garbatella.

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vista dall alto del Campidoglio

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