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Una marea rosa contro Trump

Una marea rosa ha invaso le strade di numerose città un po’ in tutto il mondo per protestare contro Donald Trump, entrato in carica proprio ieri.

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Due milioni e mezzo di donne, convocate attraverso il web, hanno sfilato, soprattutto negli Stati Uniti, per manifestare la loro opposizione alle politiche annunciate dal 45esimo presidente americano.

All’estero per i suoi propositi protezionistici e in un certo senso bellicosi, almeno a livello commerciale, con gli altri paesi. In patria per il rischio di vedere vanificate conquiste ritenute acquisite negli ultimi 50 anni sul piano dei diritti civili e ambientale e contestare la presunta retorica maschilista del presidente-magnate.

Particolarmente imponente la manifestazione a Washington, tanto da sorprendere gli stessi organizzatori che in un primo tempo avevano rinunciato al transito nei pressi della Casa Bianca, dove 500’000 persone hanno ribadito lo slogan “Not my president”. A New York i dimostranti hanno invaso l’area sotto la Trump Tower e la Quinta Strada.

Si tratta sicuramente della mobilitazione più imponente nella storia degli Stati Uniti contro un presidente appena eletto, tanto da ricordare molto, per le cifre in campo, quelle del 1969 contro la guerra del Vietnam.

I manifestanti, che hanno gridato “Sexist, racist and anti-gay, Donald Trump go away”, temono soprattutto un passo indietro, sulla spinta della nuova amministrazione, in tema di matrimoni tra omosessuali, aborto, diritti delle minoranze e cambiamento climatico.

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