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Assolti gli “attivisti tennisti” critici nei confronti di Credit Suisse

Persone esultano
Esultanza davanti all'aula del Tribunale. Keystone / Valentin Flauraud

Sono stati assolti i dodici attivisti per il clima a processo davanti al Tribunale distrettuale di Renens (Cantone Vaud) per un'azione condotta nel novembre 2018 nei locali di Credit Suisse a Losanna. 

Il presidente del tribunale e giudice unico Philippe Colelough ha riconosciuto lo stato di legittima necessità in cui gli attivisti hanno agito e ha giudicato l’azione “necessaria e proporzionata” vista l’emergenza climatica. A suo avviso la loro proposta era “l’unico modo efficace per far sì che la banca rispondesse” e “l’unico modo per ottenere la necessaria pubblicità” dai media e dal pubblico.

I dodici avevano protestato pacificamente nei locali per un’ora e mezza. Vestiti da tennisti e simulando di giocare, avevano denunciato “l’ipocrisia di una banca che utilizza l’immagine positiva di Roger Federer nelle sue campagne, perseguendo al tempo stesso una politica di investimenti dannosi per l’ambiente”.

Credit Suisse aveva sporto denuncia nel dicembre 2018. Nella primavera del 2019, i dodici sono stati condannati tramite decreto d’accusa a multe complessive di oltre 21’000 franchi (circa 19’000 euro) per violazione di domicilio e resistenza agli ordini della polizia. Gli attivisti hanno presentato ricorso e per questo sono finiti a processo.

La decisione del tribunale è stata la prima dall’inizio della mobilitazione per il clima. Nei prossimi mesi sono previsti diversi altri processi per azioni a favore dell’ambiente. 

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Eco mediatica

Il processo, forse ancor più dell’azione stessa, ha concentrato l’attenzione del pubblico sulla questione e  lo stesso Roger Federer è stato nuovamente bersaglio di aspre critiche, diffuse attraverso i social media con l’Hashtag #RogerWakeUp (Roger svegliati!). 

L’icona del tennis ha risposto alle polemiche sabato tramite una dichiarazione inviata all’agenzia Reuters nella quale dice di avere “molto rispetto e ammirazione per questi giovani che si mobilitano per il clima”. “Sono anche grato a questi giovani attivisti – ha proseguito il basilese – di averci costretto a esaminare il nostro comportamento”. “Apprezzo i richiami alle mia responsabilità in quanto persona, atleta e imprenditore e mi impegno a utilizzare questa posizione privilegiata per discutere di questioni importanti con i miei sponsor”, sostiene ancora Federer.

Il basilese afferma di prendere “molto sul serio l’impatto e le minacce del cambiamento climatico, tanto più io e la mia famiglia arriviamo in Australia in mezzo alle devastazioni causate dagli incendi”, osserva il giocatore che si sta preparando per gli imminenti Australian Open di Melbourne.

Assieme a Federer, altri campioni e campionesse di tennis si sono impegnati a versare centinaia di migliaia di dollari per far fronte all’emergenza. Accanto a questa iniziativa collettiva, lo svizzero ha annunciato lunedì che farà anche una “donazione personale”. 

La presa di posizione di Credit Suisse

Anche Credit Suisse ha reagito lunedì alle critiche mosse nei suoi confronti dagli ambienti ecologisti. Il numero due bancario elvetico sottolinea non solo gli sforzi che compie per impedire il riscaldamento climatico, ma anche il ruolo centrale che svolge l’industria finanziaria nella transizione dell’economia e nell’uscita dalle energie di origine fossile.

“Il riscaldamento climatico è un fatto e deve essere combattuto”, indica Credit Suisse nella sua presa di posizione scritta, deplorando “la campagna pubblica attuale”, condotta nei suoi confronti e che secondo la grande banca diffonde false informazioni e ignora i fatti.

Credit Suisse ricorda inoltre di aver annunciato a metà dicembre di aver deciso di non fornire più alcun tipo di finanziamento mirato allo sviluppo di nuove centrali a carbone come anche il suo impegno a concedere crediti in linea con gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima. Assicura di collaborare con i suoi clienti al fine di aiutare nella transizione e la trasformazione dei loro modelli di affari.

Credit Suisse tiene inoltre a precisare una frase del suo CEO Tidjane Thiam, ripresa dagli attivisti secondo la quale “tutte le incertezze causate dagli eventi distruttivi presentano anche delle opportunità” facendo un parallelo con il riscaldamento climatico. La banca sottolinea che il discorso tenuto in occasione del congresso degli investitori nel 2018 è stato completamente decontestualizzato, dal momento che si sarebbe riferito alle disfunzioni causate dalle tecnologie e dalla fintech.

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