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Myanmar, “i vertici militari vanno processati per genocidio”

Secondo gli inquirenti del Consiglio dei diritti umani dell'Onu, i dirigenti militari del Myanmar devono essere perseguiti per crimini contro l'umanità nei confronti della minoranza musulmana die Rohingya. 

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L’appello lanciato dalle Nazioni Unite è accompagnato dal primo rapporto sul tema stilato dagli inviati dell’OnuCollegamento esterno, che mettono nero su bianco ciò che hanno cominciato a denunciare a partire dallo scorso agosto.

Il rapporto raccoglie centinaia di testimonianze da parte di profughi Rohingya, immagini satellitari e altre prove di quanto avvenuto. 

baracche con tetto in lamiera a perdita d occhio
La crisi nel vicino Myanmar ha fatto sì in Bangladesh nascesse il campo profughi di Cox Bazar, il più grande del mondo. Keystone

La missione dell’Onu in Myanmar era cominciata sei mesi prima di un attacco ribelle nei confronti delle forze di sicurezza, un attacco che ha scatenato una risposta senza precedenti. Da allora circa un milione di profughi Rohingya è fuggito nel vicino Bangladesh.

La lista dei crimini stilata grazie alle interviste ai profughi che si può leggere nel rapporto è lunga: stupri di massa, centinaia di villaggi dati alle fiamme, schiavitù,…

Il bilancio di persone uccise, tra le quali moltissimi bambini, è di 10’000. Secondo il rapporto è una stima “prudentemente” bassa.

Secondo gli investigatori, il caso dovrebbe essere trattato dalla Corte penale internazionale, se non da un tribunale ad hoc. Le prove raccolte potrebbero portare a trattare il caso birmano come “genocidio”, un termine usato ufficialmente dall’Onu l’ultima volta quasi un quarto di secolo fa, nei casi di Bosnia e Ruanda. 

Il ruolo passivo di Aung San Suu Kyi

Anche la leader birmana Aung San Suu Kyi è citata nel rapporto: “Non ha usato la sua posizione di capo del governo de facto, né la sua autorità morale, per arginare o impedire gli eventi in corso nello stato di Rakhine” si legge nel documento.

Le autorità civili birmane avevano poco margine, scrivono gli inquirenti,, ma “attraverso le loro azioni e omissioni, le autorità civili hanno contribuito alla commissione dei crimini atroci”.

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