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Juncker: Un’Europa più forte in un mondo in crisi

Nel suo ultimo discorso sullo stato dell'Unione pronunciato davanti all'Europarlamento, Jean-Claude Juncker ha ribadito la sua fiducia nel multilateralismo.

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Dalla situazione economica alla questione migratoria; dalla geopolitica al ruolo dell’euro: martedì presidente della Commissione europea ha stilato un bilancio per il 2018 e presentato le previsioni per il 2019.

L’UE “può, se lo vuole, parlare all’unisono, imporsi agli altri”, ha dichiarato il lussemburghese, che lascerà il suo incarico l’anno prossimo. “Dobbiamo mostrare che assieme – est, ovest, sud e nord – possiamo seminare i granelli di un’Europa più sovrana”.

“Un’Europa – ha proseguito Juncker – che deve restare un continente di apertura e tolleranza, non sarà mai una fortezza in un mondo che soffre, non sarà mai un’isola, resterà multilaterale, il pianeta non appartiene a pochi”.

Secondo il presidente della commissione, il momento è “critico”, anche perché il contesto internazionale è diventato più imprevedibile, con un Donald Trump che predica il protezionismo e non esita a ritirarsi dagli accordi internazionali.

Nella lunga lista di proposte e iniziative presentate, ha auspicato il “rafforzamento del ruolo internazionale dell’euro”.

Rafforzare la frontiera esterna

Sui migranti, Juncker ha affermato che gli sforzi intrapresi hanno portato a dei risultati, con meno profughi lungo la rotta del Mediterraneo centrale. “Tuttavia, gli Stati membri non hanno ancora trovato un rapporto giusto fra la responsabilità dei singoli paesi e la necessaria solidarietà, che deve essere dimostrata se vogliono mantenere lo spazio Schengen senza confini”, ha detto il presidente della Commissione Ue. “Resto contrario alle frontiere interne, laddove sono state create devono essere eliminate”, ha precisato.

Juncker ha poi proposto di rafforzare la guardia costiera e di frontiera europea, portando i loro effettivi a 10’000 uomini entro il 2020 e di creare un’agenzia europea per l’asilo.

Nel discorso non sono poi mancati attacchi ai movimenti populisti: “”Vorrei che si dicesse ‘no’ al nazionalismo malsano, sì al patriottismo illuminato. “Il patriottismo è una virtù, il nazionalismo incontrollato è un veleno che schiaccia. Io amo l’Europa e continuerò a farlo”, ha concluso.

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