Praga ha visto oggi la nascita della Comunità politica europea, un vertice che riunisce 44 capi di Stato e di Governo, Paesi membri dell'Unione Europea, ma anche nazioni che non ne fanno parte, come la Svizzera, il Regno Unito e la Turchia.
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tvsvizzera.it/mrj
È nata oggi a Praga la Comunità politica europea, un vertice che riunisce decine di Pesi, membri e non dell’UE, rappresentati da capi di Stato e di Governo. Per la Svizzera era presente nella capitale ceca il presidente della Confederazione Ignazio Cassis. Un’Europa allargata da una parte, ma incompleta dall’altra: come detto dal premier belga Alexander De Croo, “a ritrovarsi oggi è l’intero continente europeo, con l’eccezione di due soli Paesi: Bielorussia e Russia”.
“La Russia continua la sua ingiusta aggressione contro l’Ucraina e il presidente Vladimir Putin non è aperto ai negoziati” ha dichiarato in apertura di lavori il premier ceco Petr Fiala, che non ha mancato di fare riferimento alla storia del proprio Paese e alle analogie fra la Repubblica ceca e l’Ucraina, vista come riflesso del proprio passato.
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Questo vertice, lanciato dal presidente francese Emmanuel Macron, cerca di rifondare un’idea di Europa, unita e cooperativa: “È il primo incontro di questo tipo”, ha dichiarato dal canto suo il presidente del consiglio europeo Charles Michel, ed “è importante perché condividiamo lo stesso continente e affrontiamo le stesse sfide. Occorre rinsaldare la cooperazione per garantirci maggiore stabilità e pace”.
“Un incontro importante per la pace, la sicurezza, per lo sviluppo economico e la prosperità”, ha aggiunto il cancelliere tedesco Olaf Scholz. “Importante anche in un’ottica di relazioni fra Unione europea e i suoi vicini, alcuni dei quali vogliono diventare membri dell’UE”. Macron ha detto che il vertice vuole essere “un messaggio d’unità per tutti gli europei, che siano oppure no membri dell’Unione- L’obiettivo è costruire un’intimità strategica”.
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Dialogo e collaborazione sui quali ha posto l’accento il presidente della Confederazione Ignazio Cassis, soprattutto in ambito energetico. “Siamo tutti partecipi di uno stesso destino perché il problema dell’energia ci coinvolge tutti attualmente. La Russia con la sua aggressione ha messo tutto il continente sotto pressione da questo punto di vista. Le diverse strutture istituzionali devono trovare la possibilità di dialogare per far sì che la corrente passi da un Paese all’altro, per poter fare gli stoccaggi di gas in comune. Un dialogo di fronte a temi molto concreti che è indispensabile per far fronte a una minaccia esterna.”
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