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Iniziativa popolare contro la libera circolazione

L'Unione democratica di centro, il partito di maggioranza relativa in Svizzera e l'Azione per una Svizzera neutrale e indipendente hanno lanciato la raccolta firme per l'iniziativa popolare "per un'immigrazione moderata", che mira a porre fine alla libera circolazione delle persone tra Svizzera e Stati membri dell'Unione europea. E la campagna nazionale partirà dal Ticino.

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Da qualche anno, l’immigrazione in Svizzera sfugge ad ogni controllo, hanno affermato in occasione di una conferenza stampa a Berna gli iniziativisti. Con una documentazione di argomentazioni di oltre 60 pagine affermano di voler ritrovare una “immigrazione moderata”. Gli iniziativisti intendono rinegoziare il “nocivo” accordo sulla libera circolazione con l’Ue. Se ciò non accadrà “non riconosceremo più il nostro Paese e perderemo per sempre il nostro benessere”, affermano in un comunicato.

“Un Paese libero e sovrano come la Svizzera deve regolare in modo autonomo l’immigrazione sul suo territorio. La maggior parte degli Stati più sviluppati agiscono in questo modo”, ha aggiunto il presidente del partito Albert Rösti. I Paesi tendono ad inasprire le loro leggi sull’immigrazione al fine di rispondere a criteri prettamente economici. L’iniziativa mira proprio a “restituire alla Svizzera questa libertà di azione”.

Le imprese devono continuare a poter reclutare all’estero la manodopera necessaria quando ve n’è bisogno e non è disponibile in Svizzera, afferma l’UDC. Ma la decisione deve essere presa in modo sovrano.

“La libera circolazione delle persone è stata nociva”

“Gli Svizzeri non hanno guadagnato nulla con la libera circolazione delle persone”, ha denunciato da parte sua la vicepresidente del partito Céline Amaudruz. I salari ristagnano mentre le spese fisse, gli affitti e le tasse aumentano. La qualità della vita si sta deteriorando a poco a poco, proprio come il mercato del lavoro.

Inoltre, nessuno degli accordi bilaterali con l’Ue è necessario alla Svizzera, secondo Matter. Sono stati conclusi a favore dell’Unione europea.

Il Ticino è un osservatore privilegiato per tutta la Svizzera, che funge da allarme e mette in guarda dall’ignorare cosa accadrà in un futuro prossimo al nord delle Alpi se non vengono intraprese misure, ha detto dal canto suo il consigliere nazionale ticinese Marco Chiesa.

L’iniziativa detta “per la limitazione” prevede che la Svizzera disciplini in modo autonomo la propria immigrazione e che non possa essere concluso nessun nuovo accordo internazionale che conceda la libertà di entrare in Svizzera a cittadini stranieri. Gli accordi internazionali esistenti e altri impegni non devono essere in contrasto con questi due principi.

Se l’iniziativa fosse accettata…

Se sarà accettata dal popolo, il Consiglio federale avrà un anno di tempo per negoziare la fine della libera circolazione delle persone con Bruxelles. Se non sarà possibile trovare una soluzione, gli accordi Bilaterali I, che contengono quello sulla libera circolazione, dovrebbero essere denunciati nei 30 giorni seguenti, in base alla cosiddetta “clausola ghigliottina”. Quest’ultima prevede infatti che se uno degli accordi conclusi fra la Confederazione e l’UE dovesse essere rescisso, anche gli altri sei verrebbero annullati.


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